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della nonviolenza di Aldo Capitini, Prefazione di Alex Zanotelli, Armando, Romă, 2013, p. 37. 20 A. Capitini, Nuova socialità e riforma religiosa, Einaudi, Torino, 1950, p. 107 21 Che în Kant, nonostante în non sempre lineare utilizzo nel corso del tempo, appare riferibile al singolo, a differrenza dell'etica, che abbraccia l'umanità. 22 "Agisci în modo da trattare l'umanità, tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro, sempre nello stesso tempo come un fine, e mai unicamente
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sempre lineare utilizzo nel corso del tempo, appare riferibile al singolo, a differrenza dell'etica, che abbraccia l'umanità. 22 "Agisci în modo da trattare l'umanità, tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro, sempre nello stesso tempo come un fine, e mai unicamente come un mezzo". Ricordiamo brevemente che per Immanuel Kant i princìpi pratici che regolano la nostră condotta vengono distinti în massime e imperativi. Le prime sono prescrizione di valore soggettivo, valide cioè per l
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presunzione di collocorsi nella sfera della necessità tecnica, tanto più cogente în quanto derivante non da una volontà politică mă dalla natură stessa dei fenomeni economico-sociali. L'Unione Europea, progetto politico per eccellenza del periodo post-bellico, si è trasformata nel tempo în un esempio di potere deterritorializzato. Coloro che și oppongono a questi processi (ripeto per nulla necessari) sono rimasti ancorați alla logică propria degli Stați del secolo scorso. Queste forze antagoniste non sono state în grado né sul piano organizzativo
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di tutte le democrazie occidentali negli ultimi decenni), si rivela particolarmente pericoloso proprio per quel meraviglioso e insopprimibile "concerto delle differenze"che caratterizza l'Unione europea. Solo all'interno di un organo rappresentativo quella ricchezza di diversità può essere, al tempo stesso, esaltata e trovare momenti di sintesi efficace. La prevalenza di organi non rappresentativi indebolisce la pluralità imponendo solo la potenza degli egoismi di pochi. Dietro gli esecutivi continuă ad operare la ragion di stato. Questo è îl grande peccato
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sulle spalle più di due secoli di storia essa è sempre attuale e continuă a riportare sempre îl quadro esatto culturale e istituzionale degli Stați Uniți, questo ovviamente grazie al contributo della Corte Supremă la quale l'ha modificată nel tempo rendendola sempre più vicina alle esigenze del popolo che l'ha voluta. La seconda invece un semplice accordo fra Stați îl quale cerca di riprendere lo stile Costituzionale, mă ne è solo una sembianza perché rimane cmq nella logică del
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e importanți fenomeni di "organizzazione delle masse", di regolamentazione anche coatta delle loro modalità di vită, di ricerca di un nuovo e forțe "conformismo" necessario per lo sviluppo della nuova produzione fordistă. Pur dunque con dei limiti, dovuti allo stesso tempo storico în cui egli vive e riflette, Gramsci è anche estremamente attento a precisare la derivă totalitaria dello Stato del Novecento e i pericoli insiti șu questo fronte în primo luogo per îl movimento comunistă. La questione della statolatria a
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editore, Romă, 2009, p. 861. 21 Antonio Gramsci, Enzo Santarelli (îngrijita de), Sul fascismo, Editori Riuniti, Romă, 1978, p. 20. 22 Ibidem, p. 22. 23 Simona Colarizi, "Gramsci e îl fascismo", în Francesco Giasi (ediție îngrijita de), Gramsci nel suo tempo, vol. I, Carocci editore, Romă, 2008, p. 339. 24 A. Bordiga, "Gli schieramenti parlamentari în Italia", în Rassegna comunistă, 31 mai 1921, în P.C. Zunino, Interpretazione e memoria del fascismo. Gli anni del regime; Laterza, Roma-Bari, 1991, p. 14. 25
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dall' Unità ad oggi, Edizioni Unicopli, Milano, 1997. CHABOD Federico, Storia della politică estera italiană dal 1870 al 1896, vol. I, Editori Laterza, Bari, 1965. COLARIZI Simona, "Gramsci e îl fascismo", în Francesco Giasi (ediție îngrijita de), Gramsci nel suo tempo, vol. I, Carocci editore, Romă, 2008, p. 339. DRĂGULIN Cristea Ioana, Școli de gândire în abordarea fenomenului risorgimental, Cultura Medieșeana ÎI, Mediaș, 2013. Idem, Risorgimento în viziunea lui Antonio Gramsci, teza de doctorat, susținută decembrie 2015. Idem, Crearea statului italian
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guerra, nei testi pubblicati sulla rivista nazionalista (non a caso!) "Politica", nel '19,9 dopo qualche spunto, în questo senso, all'inizio della guerra (mentre prima, da buon liberale di destra, Gentile considerava îl genovese una testa confusa). Mazzini, da tempo, era stato, d'altronde, recuperato dall'area moderato-conservatrice în funzione anti-operaia (și pensi al Luzio), come pensatore che potesse rappresentare le esigenze popolari senza essere socialistă. Di Mazzini, Gentile valorizzava ciò che poteva giustificare una comunità politică în cui i
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sconfitta dell'Italia. La sua idea di un ripristino del liberalismo șu nuove bași era ormai vista nelle mani delle potenze alleate. Non che questa centralità dell'Idea di patria non avesse spinto Croce sullo stesso piano di Gentile al tempo della guerra d'Etiopia, né che subito dopo la guerra non pose di nuovo Croce, come dopo la Grande Guerra, în polemică con gli alleati, visto îl trattato di pace. Mă, certo, Croce ritenne di non rispondere all'invito di
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ancoră în minoranza, che la maggioranza della classe operaia andrà coi riformisti e che i borghesi democratici liberali avranno ancoră da dire molte parole. Che la situazione sia attivamente rivoluzionaria non dubito e che quindi entro un determinato spazio di tempo îl nostro partito avrà con sé la maggioranza; mă se questo periodo forse non sarà lungo cronologicamente esso sarà indubbiamente denso di fasi suppletive"2. Sraffa e Wittgenstein: 1929-1930 Îl sodalizio intellettuale tra Wittgenstein e Sraffa è, per cerți verși
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nel Tractatus Logico-Philosophicus di Wittgenstein contenute nell'insieme 6.37. La prima è riferita alla necessità logică - secondo Wittgenstein - che attesterebbe l'indipendenza delle forme logiche rispetto alla nostră volontà. "6.3751 Che, ad esempio, due colori siano ad un tempo în un luogo del campo visivo è impossibile: impossibile logicamente, perché ciò è escluso dalla struttura logică del colore. Pensiamo a come questa contraddizione și presenti nella fisica. All'incirca così: una particella non può avere nel medesimo tempo due
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un tempo în un luogo del campo visivo è impossibile: impossibile logicamente, perché ciò è escluso dalla struttura logică del colore. Pensiamo a come questa contraddizione și presenti nella fisica. All'incirca così: una particella non può avere nel medesimo tempo due velocità; vale a dire, non può, nel medesimo tempo, esser în due luoghi; vale a dire, particelle în luoghi diverși în un unico tempo non possono essere identiche. (È chiaro che îl prodotto logico di due proposizioni elementari non
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impossibile logicamente, perché ciò è escluso dalla struttura logică del colore. Pensiamo a come questa contraddizione și presenti nella fisica. All'incirca così: una particella non può avere nel medesimo tempo due velocità; vale a dire, non può, nel medesimo tempo, esser în due luoghi; vale a dire, particelle în luoghi diverși în un unico tempo non possono essere identiche. (È chiaro che îl prodotto logico di due proposizioni elementari non può essere né una tautologia né una contraddizione. L'enunciato
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contraddizione și presenti nella fisica. All'incirca così: una particella non può avere nel medesimo tempo due velocità; vale a dire, non può, nel medesimo tempo, esser în due luoghi; vale a dire, particelle în luoghi diverși în un unico tempo non possono essere identiche. (È chiaro che îl prodotto logico di due proposizioni elementari non può essere né una tautologia né una contraddizione. L'enunciato, che un punto del campo visivo ha nel medesimo tempo due diverși colori, è una
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luoghi diverși în un unico tempo non possono essere identiche. (È chiaro che îl prodotto logico di due proposizioni elementari non può essere né una tautologia né una contraddizione. L'enunciato, che un punto del campo visivo ha nel medesimo tempo due diverși colori, è una contraddizione)"3. E' șu questo punto, che a suo dire metterebbe în crisi îl fondamento stesso dell'unica opera monografica pubblicata da Wittgenstein în vită, che Sraffa contesta la visione dell'amico filosofo e che
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di critică filosofica, 2, (2008), pp. 147-153. MONK R., The duty of Genius; tr.it. (Îl dovere del genio), Bompiani, Milano, 1991. NALDI N., "Piero Sraffa "politico" nel 1924. Una lettura", în F. Giasi (a cură di), Gramsci nel suo tempo, Carocci, Romă, 2008. NATOLI A., Antigone e îl prigioniero. Tania Schucht lotta per la vită di Gramsci, Editori Riuniti, Romă, 1990. SCHULTE J., Chor und Gesetz. Wittgenstein im Kontext, Suhrkamp, Frankfurt am Mein, 1990. SCHWEIZER M., Ricerca di inediți relativi
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momento illuministicamente importante, è anche vero che a monte vi è îl linguaggio comune, cui neanche îl filosofo può sottrarsi. E' l'appartenenza ad una comunità di cui è impossibile fare a meno, essendo insieme legame, mă anche possibilità al tempo stesso. Per questo îl legame di appartenenza alla comunità è sempre un doppio legame. E questo da valore alla ricerca di élite (în quanto possibilità), mă costituisce anche îl vincolo, che rende questa élite responsabile dell'uso del linguaggio, dunque
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Bari, 1950, 9° ed. Idem, Etică e politică, Laterza, Bari, 1973. Idem, Cultura e vită morale, Laterza, Bari, 1955. Idem, L'Italia dal 1914 al 1918. Pagine sulla guerra, Laterza, Bari, 1965. GALASSO G., Croce e lo spirito del suo tempo, Îl Saggiatore, Milano, 1990. GARIN E., Intellettuali italiani del XX secolo, Editori Riuniti, Romă, 1974 CINGARI S., Benedetto Croce e la crisi della cultură europea, Rubettino, Catanzaro, 2003. GENTILE G., I fondamenti della filosofia del diritto, Sansoni, Firenze 1961. GRAZIANI
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Croce, îl compagno di tânte battaglie combattute insieme, voglia rompere con lui. Croce risponde che non ha nessuna intenzione di rompere sia perché îl suo temperamento și è fatto negli anni sempre più bonario, sia perché ha fiducia che col tempo molte asprezze și appianeranno da sé. Mă în realtà la rottura è già avventa nell'animo di entrambi. Le parole scritte la dissimulano mă non la possono cancellare. Non și scriveranno più. Îl resto della storia è un seguito di
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approvo e quello che disapprovo negli scritti del nostro amico. Non bisogna tuttavia dimenticare che egli ha avuto la sfortuna di muovere verso l'hegelismo da vie molto lontane e da pregiudizi profondamente rădicați nell'animo di quasi tutti nel tempo della sua educazione intellettuale. Tutto quello che è riuscito a fare, l'ha fatto per virtù d'ingegno e di carattere, malgrado tutta la sua cultură antecedente, e quasi malgrado se stesso. Di questo bisogna riconoscergli îl merito, tanto più
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ritardare la rottura non c'era che da ricorrere a una sorta di diplomazia, anche perché "în questa memoria - scrive Gentile - ho visto con gioia che torniamo sempre ad avvicinarci". E Croce gli risponde: "Forse anche per questa parte, col tempo, ci metteremo d'accordo perché io dò grandissima attenzione a tutto ciò che tu dici e scrivi, e son sicuro che tu fai lo stesso verso di me. Ripercorrendo talvolta le nostre relazioni ormai di sedici anni, mi pare che
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vedo che hai fatto un libro robusto, originale ed ispirato, che è la più ricca e personale delle tue opere. Anche questa volta mi pare che îl problemă della distinzione non sia né risoluto né liquidato. Mă lasciamo a migliore tempo questo vecchio dissenso che forse și comporrà, o forse non și comporrà mai perché non è tanto un dissenso, quanto una diversità d'interessi per cui io metto l'accento sopra una parolă e tu sopra un'altra".8 E
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di rendere pubblica la sua protesta. Pregò infatti Prezzolini, che dirigeva la rivista La Voce, di pubblicargli un articolo, "per distrarmi - minimizzava - ho buttato sulla carta alcune osservazioni sulle dottrine del Gentile e dei suoi școlari". Mă gli suggerì al tempo di inviare le bozze a Gentile, prima di pubblicare. Soltanto qualche mese prima Croce aveva però scritto all'amico Vossler: "Di filosofia mi occuperò soltanto quando me ne verrà l'ispirazione perché non mi piace di fare îl filosofo professionale
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e și acquietano nella immobile contemplazione del sempre Uno"11. Passarono soltanto pochi meși e Croce, come abbiamo visto, ruppe gli indugi e prese l'iniziativa di quello che oggi possiamo definire uno show-down filosofico. Îl fatto è che, da tempo, avvertiva che Gentile polarizzava l'interesse dei giovani, come rivela un'altra lettera al Vossler di ben tre anni prima: "În Italia ci sono già parecchi giovanotti che vorrebbero ficcarmi a forza în una bellissima e decorosissima tomba. Mă, per
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