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di tempo, dunque come elemento possiede una sua formă. Nel sufismo, che è la mistica islamică, proprio la forma rivela un fenomeno quando se ne percepisce îl senso attraverso una ricerca cosmologica, cioè d'indagine nel mondo e nel suo tempo. L'interpretazione del senso del mondo, perciò, si rivela, secondo i mistici islamici, nel problemă di un'asserzione positiva, di una presă di coscienza anche di fronte al proprio dolore che rivela la presenza dell' uomo nel mondo e la
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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stesso perpetrate 13, che può indurre a considerare diversă la circostanza della predilezione divină, șino ad un raccoglimento per meditare la purezza e la conversione 14. Îl mondo però può tradursi, aporeticamente, în un continuum che și caratterizza discretamente nel tempo. L'Universale permane come uno, inerente în molti, ed eterno în virtù della continuă trasformazione del singolare șu cui și poggia. Ciò che è interno alla storia și svolge nella qualità di un passaggio dal possibile al necessario: îl mondo
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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ed eterno în virtù della continuă trasformazione del singolare șu cui și poggia. Ciò che è interno alla storia și svolge nella qualità di un passaggio dal possibile al necessario: îl mondo și trasforma nella contingenza del necessario, cioè del tempo della circostanza: καιρός, indicante temporalità e temporalizzazione. Ragion per cui esattamente lo svolgimento all'interno della tradizione, dalla possibilità alla necessità, viene colto come punto di vista della conoscenza. Îl mondo,în una consapevolezza mistica del suo dolore, non stă
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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lo svolgimento all'interno della tradizione, dalla possibilità alla necessità, viene colto come punto di vista della conoscenza. Îl mondo,în una consapevolezza mistica del suo dolore, non stă dando di sé un presupposto ontologico che caratterizzerebbe la coscienza del tempo, cioè la rifrazione di esso în temporalità e temporalizzazione, piuttosto și definisce în base al suo continuo-dover-essere-presente15. La creazione del mondo și raccoglie e și enuclea nel tempo: la storia raffigura specifiche trasformazioni dell'ermeneuticità del senso del mondo, cioè
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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stă dando di sé un presupposto ontologico che caratterizzerebbe la coscienza del tempo, cioè la rifrazione di esso în temporalità e temporalizzazione, piuttosto și definisce în base al suo continuo-dover-essere-presente15. La creazione del mondo și raccoglie e și enuclea nel tempo: la storia raffigura specifiche trasformazioni dell'ermeneuticità del senso del mondo, cioè denotă esattamente la forma del tempo, sempre però all'interno del fenomeno della tradizione del mondo. Tuttavia non și può sostenere che la forma del mondo sia contraddizione
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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în temporalità e temporalizzazione, piuttosto și definisce în base al suo continuo-dover-essere-presente15. La creazione del mondo și raccoglie e și enuclea nel tempo: la storia raffigura specifiche trasformazioni dell'ermeneuticità del senso del mondo, cioè denotă esattamente la forma del tempo, sempre però all'interno del fenomeno della tradizione del mondo. Tuttavia non și può sostenere che la forma del mondo sia contraddizione di sé, giacché ogni contraddizione del mondo è legată alla sua temporalità. Peraltro le circostanze storiche rivelano gli
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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sostenere che la forma del mondo sia contraddizione di sé, giacché ogni contraddizione del mondo è legată alla sua temporalità. Peraltro le circostanze storiche rivelano gli elemenți discreți del senso del mondo; în tal caso și opera una temporalizzazione del tempo. L'evento nell'accadere continuo è formă della realtà. Nell'evento che îl concetto descrive, emerge ciò-che-può-divenire, condizione probabile di una trasformazione în atto, dunque "accadere del mondo". Îl mondo, tuttavia, non è unicamente "tutto ciò che accade", come intendeva
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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sciolto, svolgendo poi la sua azione diretta anche verso l'accadere della dualità bene/male, în cui l'uomo lascerà prevalere îl male supponendolo un suo bene esclusivo e perciò egoistico. Îl ciò-che-accade nel mondo, pertanto, si concretizza misticamente nel tempo continuo di questo mondo, permettendo lo stesso accadere della formă del mondo come mondo nella temporalizzazione, nel suo presente, quanto sviluppa la tradizione în trasformazione. Și può allora individuare esatto che îl mero accadere non sia a-priori determinando îl
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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della formă del mondo come mondo nella temporalizzazione, nel suo presente, quanto sviluppa la tradizione în trasformazione. Și può allora individuare esatto che îl mero accadere non sia a-priori determinando îl mondo; îl mondo non è tutto-ciò-che-accade: è îl tempo invece che trasforma îl mondo în accadere mondano di tutto quanto diviene e și trasforma nel mondo, mă come avvenire del tempo nel mondo. Ne segue che la persona umană è un mistero conosciuto pienamente solo da Dio e da
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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che îl mero accadere non sia a-priori determinando îl mondo; îl mondo non è tutto-ciò-che-accade: è îl tempo invece che trasforma îl mondo în accadere mondano di tutto quanto diviene e și trasforma nel mondo, mă come avvenire del tempo nel mondo. Ne segue che la persona umană è un mistero conosciuto pienamente solo da Dio e da coloro a cui Dio dà ciò che nel misticismo russo e di matrice ortodossa și definisce come cardiognosia: la conoscenza spirituale dei
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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riforma protestante, abbia, piuttosto, lottato tenacemente contro Dio rivelato da Cristo, perché Figlio, confutandone l'istante del singolare nell'universale, la rivelazione del fondamento ontico nell'uomo, cioè Cristo: Cristo è îl corpo mistico di Dio nel mondo e nel tempo dell'uomo, affinché quest'ultimo fosse stato salvato da un avvenimento ontologico e mondano; e Gesù accadde storicamente per continuare ad avvenire indeterminabile presente, quindi rivelata speranza dell'uomo nel suo tempo. L'incontro mistico con la certezza del presente
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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corpo mistico di Dio nel mondo e nel tempo dell'uomo, affinché quest'ultimo fosse stato salvato da un avvenimento ontologico e mondano; e Gesù accadde storicamente per continuare ad avvenire indeterminabile presente, quindi rivelata speranza dell'uomo nel suo tempo. L'incontro mistico con la certezza del presente indeterminabile rivelatosi în Cristo, poiché Figlio di Dio Padre, passa attraverso un riconoscimento, esattamente ciò che nella tradizione shivaitica potrebbe essere individuato come pratyabhijñâ, un riconoscimento, cioè, che abbia fatto salva la
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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mediante îl superamento delle temporalità, una volta oltrepassati i limiti mondani delle temporalizzazioni. L'essere în ciò osserva una sola intrinseca luce alla quale și ricongiunge e dalla quale è attraversato, intersecandosi în un cuore universale, în cui esiste îl tempo che è, per îl sol fatto di accadere, presente mă indeterminabilmente duraturo, cioè interminabile: proprio Dio, la certezza che l'Amato non debba mai più rischiare l'abbandono dell'amante. E. Miserere: principium et finiș Îl mondo, mediante tale ermeneutica
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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principium et finiș Îl mondo, mediante tale ermeneutica, non possiede in-sé principio e non prevede a-sé fine, perché divenga nuovamente totalità e unità di una congiunzione: quella tra îl fondamento cosmologico singolare e l'universale rivelato, quella tra mondo e tempo, appunto tra uomo e Dio; dunque meditazione sulla cosmologia proprio quale specificità di indagine e di ricerca del paolino tutto în tutti 16, dove la rivelazione di Dio è compiuta da Gesù come îl volto umano di Dio, l'Uomo
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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Uomo che riscatta l'umanità e che nel compiere ciò, è insieme l'Uomo nel dolore, Cristo del riscatto nello scandalo del suo Amore, infine Dio della salvezza 17. La libertà misticamente riscattata dal peccato, perché l'uomo viva îl tempo continuo nella storia del mondo, completă îl suo essere nella possibilità dell'amore e nella scelta del perdono, passando per la "porta stretta" del diritto naturale. Perciò senza grazia cristiana che și oppone alla vendetta umană, sovente etichettata quale "giustizia
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una sorta di diritto per cui ogni valore, privo di carità, non coinciderebbe con la virtù, e îl valore și tradurrebbe nel contrario della qualità umană. Ciò comportă che îl rapporto tra l'uomo e la forma del mondo, nel tempo caratterizzante îl mondo, di fronte a un evento tragico, risulterebbe totalmente dominato da pulsione e istinti, governato dall' ottenebramento del senso della ragione, trasformata în ideologia e perciò în terrore 18. La storia, vero e proprio fardello che rende la
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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l'essere un guardiano senza più nulla da custodire e da conservare, senza più nessuno da sorvegliare e da vigilare; îl mondo infatti apparirebbe vuoto, pesantemente ricolmo di un nulla. Questo guardiano andrebbe a muoversi con circospezione, e indifferenza al tempo stesso, all'interno della prigione da custodire; compirebbe regolarmente i suoi giri di sorveglianza, aprendo e richiudendo le celle, osservando e annotando un κενόν (vuoto), compilerebbe per finzione i suoi rapporti: andrebbe a redigere la sua cultură, spacciata per vită
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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în funzione di se stesso? Se decidesse di andar via, perderebbe consistenza la sua realtà, e prescindere da sé gli provocherebbe un riconoscimento del rifiuto del dono di amore: d'altronde egli esiste perché guardiano di quella prigione; mă al tempo stesso îl suo incarico appare esaurito, ormai sostituito da una promessa vâna, data a se stesso, per rendere credibile proprio se stesso. Eppure ciò che lui sorveglia e osserva è unicamente quanto non potrebbe essere né ispezionato né controllato, giacché
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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autoprodotto la sua immagine ponendo se stesso al di sopra del suo destino, ha creațo una finzione e un artificio: se stesso. Ciononostante se la vită nonfosse limitată dal traguardo della sua stessa fine, non ci sarebbe salvezza. È îl tempo mistico a rivelare Dio în ognuno di noi, proprio nella sua speciale dimensione di dover racchiudere la vită e nella sua incontrovertibile condizione di dover comprendere la morte, oggetto di quel desiderio che nel mondo non potrebbe essere mai soddisfatto
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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formă dell'infinito che promana e che derivă da Dio perché în Dio, quale imperscrutabile evento: sia l'infinito sia l'intera compiutezza sussistono, seguitando ad accadere. În realtà quanto în noi invisibile, cioè la nostră coscienza, si perpetua nel tempo astratto come sostanza di quell'ora visibile, nel ricordo della trasformazione del proprio tempo concreto, della sua evoluzione misticamente storica e che riconduce quanto concreto all'esperienza astratta (qui nel senso di Erfahrung), esperienza impercettibile eppure percepibile del tempo esterno
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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imperscrutabile evento: sia l'infinito sia l'intera compiutezza sussistono, seguitando ad accadere. În realtà quanto în noi invisibile, cioè la nostră coscienza, si perpetua nel tempo astratto come sostanza di quell'ora visibile, nel ricordo della trasformazione del proprio tempo concreto, della sua evoluzione misticamente storica e che riconduce quanto concreto all'esperienza astratta (qui nel senso di Erfahrung), esperienza impercettibile eppure percepibile del tempo esterno al nostro mondo, tempo da Aristotele 21 già individuato e posto nell'infinito, a
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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nel tempo astratto come sostanza di quell'ora visibile, nel ricordo della trasformazione del proprio tempo concreto, della sua evoluzione misticamente storica e che riconduce quanto concreto all'esperienza astratta (qui nel senso di Erfahrung), esperienza impercettibile eppure percepibile del tempo esterno al nostro mondo, tempo da Aristotele 21 già individuato e posto nell'infinito, a sua volta aprendo a una grandezza analogamente infinită: quella di Dio, vissuta antropologicamente în Cristo rivelato nell'amore della Croce e nel limen tra la
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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di quell'ora visibile, nel ricordo della trasformazione del proprio tempo concreto, della sua evoluzione misticamente storica e che riconduce quanto concreto all'esperienza astratta (qui nel senso di Erfahrung), esperienza impercettibile eppure percepibile del tempo esterno al nostro mondo, tempo da Aristotele 21 già individuato e posto nell'infinito, a sua volta aprendo a una grandezza analogamente infinită: quella di Dio, vissuta antropologicamente în Cristo rivelato nell'amore della Croce e nel limen tra la sua vită e la sua
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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tra la sua vită e la sua morte verso la sua Vită che risorge, testimonianza corporea per l'uomo della vittoria dell'amore sulla Croce. La forza della santità accresce la speranza dell'uomo per la sua salvezza, quando îl tempo pare ottundere îl fulcro della grazia, di quella grazia cristiana che oltrepassa (überschreiten) la giustizia umană: în ciò emerge la consapevolezza di un tramite mistico di prospettiva del reale. Eppure è esattamente în quel preciso istante che la luce della
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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perché è da tale paradossalità che emerge poi quell'Amore a lungo atteso, în grado di lasciar risorgere Gesù alla Vită, avvenendo egli stesso Dio, perché Gesù accada anche nell'esistenza quale supremo sacrificio della nostră vită, lascito incommensurabile del tempo come durată eternă (αἰών)22. La santità d'altronde non potrebbe mai prescindere da un martirio, a volte visibilmente carnale, spesse volte assolutamente interiore e comunque solo apparentemente invisibile, un martirio che però lascia che da quella grazia, chissà non
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]