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sempre strumento rispetto a cui la società civile conservava un primato assiologico. Le prime divergenze politiche, anche se non esplicitate, non avvengono del resto con l'avvento del fascismo mă, parallelamente all'inizio dell'incrinatura filosofica, con la Grande Guerra. Gentile - che era sempre stato anti-nazionalista - aveva mostrato, nella fâse giovanile, qualche vicinanza all'irredentismo 5, quando invece Croce non ebbe mai alcun cedimento în quel senso. Per Croce l'irredentismo era impregnato di volontarismo politico. Gentile, all'opposto, sul patriottismo
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con la Grande Guerra. Gentile - che era sempre stato anti-nazionalista - aveva mostrato, nella fâse giovanile, qualche vicinanza all'irredentismo 5, quando invece Croce non ebbe mai alcun cedimento în quel senso. Per Croce l'irredentismo era impregnato di volontarismo politico. Gentile, all'opposto, sul patriottismo diventava radicale e rivoluzionario. L'idea delnociana di un Gentile rivoluzionario, che poi è legată alla più generale problematică della quota di giacobinismo insita nel fascismo, vă vista anche în questi termini: îl conservatorismo sussume la
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giovanile, qualche vicinanza all'irredentismo 5, quando invece Croce non ebbe mai alcun cedimento în quel senso. Per Croce l'irredentismo era impregnato di volontarismo politico. Gentile, all'opposto, sul patriottismo diventava radicale e rivoluzionario. L'idea delnociana di un Gentile rivoluzionario, che poi è legată alla più generale problematică della quota di giacobinismo insita nel fascismo, vă vista anche în questi termini: îl conservatorismo sussume la rivoluzione quando și tratta di affermare l'organicità della patria rispetto alle spințe conflittuali
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di giacobinismo insita nel fascismo, vă vista anche în questi termini: îl conservatorismo sussume la rivoluzione quando și tratta di affermare l'organicità della patria rispetto alle spințe conflittuali di classe, oppure rispetto ad un nemico esterno. Ecco perciò che Gentile abbraccia integralmente e da subito la causa dell'intervento, persino sposando la retorica "democratică" dell'intesa contro le presunte violazioni del diritto internazionale da parte dei tedeschi. Croce, al contrario, pur sospendendo l'iniziale neutralismo per parteggiare per îl proprio
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contrario, pur sospendendo l'iniziale neutralismo per parteggiare per îl proprio paese dopo l'intervento, non ascoltò nemmeno una volta le sirene dello scontro di civiltà, facilitato în ciò dal suo filo-germanesimo. Și potrebbe pensare che le tendenze "restauratrici" în Gentile, di cui ho parlato sopra, possano essere smentite da alcune dichiarazioni pro-democratiche del filosofo di Castelvetrano, anche în polemică nei confronti dei cultori di Treisckhe, risalenti, appunto, alla fâse della guerra: mă questa difesa della democrazia, în quel contesto, vă
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cultori di Treisckhe, risalenti, appunto, alla fâse della guerra: mă questa difesa della democrazia, în quel contesto, vă presă più come un segno di appartenenza, anziché come un quadro di valori politici. Già nel gennaio del 1919, però, vediamo come Gentile, assieme alla critică dell'etnicismo nazionalistico, preciși, în un paio di articoli 6, che 'democrazia' può essere înțesa soltanto come riconoscimento dei doveri del popolo verso lo Stato. Lungi dall'essere dittatura bolscevica o giacobina, o, tanto meno, anarchia, la
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articoli 6, che 'democrazia' può essere înțesa soltanto come riconoscimento dei doveri del popolo verso lo Stato. Lungi dall'essere dittatura bolscevica o giacobina, o, tanto meno, anarchia, la democrazia è "legge dello Stato". În questi primi meși del '19 Gentile iniziava peraltro a criticare la società delle nazioni e îl wilsonismo 7, ora visto come maschera di un imperialismo da cui non è esențe neppure Lenin 8. Gentile diventa "mazziniano" esattamente dopo la guerra, nei testi pubblicati sulla rivista nazionalista
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la democrazia è "legge dello Stato". În questi primi meși del '19 Gentile iniziava peraltro a criticare la società delle nazioni e îl wilsonismo 7, ora visto come maschera di un imperialismo da cui non è esențe neppure Lenin 8. Gentile diventa "mazziniano" esattamente dopo la guerra, nei testi pubblicati sulla rivista nazionalista (non a caso!) "Politica", nel '19,9 dopo qualche spunto, în questo senso, all'inizio della guerra (mentre prima, da buon liberale di destra, Gentile considerava îl genovese
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neppure Lenin 8. Gentile diventa "mazziniano" esattamente dopo la guerra, nei testi pubblicati sulla rivista nazionalista (non a caso!) "Politica", nel '19,9 dopo qualche spunto, în questo senso, all'inizio della guerra (mentre prima, da buon liberale di destra, Gentile considerava îl genovese una testa confusa). Mazzini, da tempo, era stato, d'altronde, recuperato dall'area moderato-conservatrice în funzione anti-operaia (și pensi al Luzio), come pensatore che potesse rappresentare le esigenze popolari senza essere socialistă. Di Mazzini, Gentile valorizzava ciò
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di destra, Gentile considerava îl genovese una testa confusa). Mazzini, da tempo, era stato, d'altronde, recuperato dall'area moderato-conservatrice în funzione anti-operaia (și pensi al Luzio), come pensatore che potesse rappresentare le esigenze popolari senza essere socialistă. Di Mazzini, Gentile valorizzava ciò che poteva giustificare una comunità politică în cui i soggetti trovassero un fondamento, che solo surrettiziamente egli cerca di far apparire "dentro di loro" ed emergente dall'attualità dell'atto: în realtà è îl comando di uno Stato
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di Croce, fino ad allora visto attraverso le lenți critiche del realismo politico, invece, non avviene nella fâse "conservatrice" fra îl '14 e îl '24, bensì dopo, quando, cioè, viene tessuta la "religione della libertà". Quando la guerra finì, se Gentile ebbe toni affini a quelli nazionalisti relativamente al sangue versato, Croce ebbe un ben diverso registro elegiaco nel sottolineare come, dopo una guerra di quel genere, non potevano esserci né vinti né vincitori, né celebrazioni, mă solo la consapevolezza della
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idea che la guerra potesse essere stată îl viatico per un elevamento del livello etico della vită italiană e che îl liberalismo potesse trasvalutarsi în qualcosa di più votato alla coesione sociale 10. Da questo punto di vista Croce e Gentile, dopo la guerra, si ritrovarono în una comune apertura di credito al nazionalismo. În entrambi c'era, allora, l'esigenza di porre argine ad una derivă particolaristica, rilanciando îl ruolo dello Stato. Îl nazionalismo di Rocco e Coppola sembrava, più
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ad una derivă particolaristica, rilanciando îl ruolo dello Stato. Îl nazionalismo di Rocco e Coppola sembrava, più di quello di Corradini, potersi emancipare dalla sensibilità decadente e volontaristica e contribuire ad un irrobustimento realistico della cultură politică italiană. Croce e Gentile finirono per ritrovarsi a collaborare insieme alla rivista "Politica", în cui, în effetti, lo "Stato" era più importante della "Nazione" e în cui și intendeva svolgere un ruolo "contro-egemonico" rispetto alle ideologie democratiche e pacifiste. E, tuttavia, îl ruolo di
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finirono per ritrovarsi a collaborare insieme alla rivista "Politica", în cui, în effetti, lo "Stato" era più importante della "Nazione" e în cui și intendeva svolgere un ruolo "contro-egemonico" rispetto alle ideologie democratiche e pacifiste. E, tuttavia, îl ruolo di Gentile appare più "organico" di quello di Croce. Quest'ultimo manda alla rivista qualche "postilla", che solo talvolta și incrocia con le problematiche nazionaliste, nella critică dell'ideologia democratică. Gentile, invece, contribuisce con îl saggio che în pratica inaugura la sua
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rispetto alle ideologie democratiche e pacifiste. E, tuttavia, îl ruolo di Gentile appare più "organico" di quello di Croce. Quest'ultimo manda alla rivista qualche "postilla", che solo talvolta și incrocia con le problematiche nazionaliste, nella critică dell'ideologia democratică. Gentile, invece, contribuisce con îl saggio che în pratica inaugura la sua scesa în campo, appunto, politica e, cioé, Politica e filosofia, în posizione strategică, în apertura del primo fascicolo, nel dicembre del 1918. Seguiranno due corposi saggi, spalmati în alcune
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e filosofia, în posizione strategică, în apertura del primo fascicolo, nel dicembre del 1918. Seguiranno due corposi saggi, spalmati în alcune puntate, șu Mazzini e Gioberti. E' vero che mentre per Rocco și tratta di fondare lo "Stato Nuovo", per Gentile îl superamento della liberal-democrazia deve avvenire all'insegna del recupero di Cavour e Spaventa: mă, în lui, appare chiara la convergenza con i nazionalisti sul piano di una subordinazione dei soggetti allo Stato, che în Croce doveva essere attitudine etică
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nazionalisti. L'archivio di Palazzo Filomarino attesta come l'avvicinamento di Croce ai nazionalisti era anche legato alla conoscenza del napoletano Coppola, che invano, dal '20 în poi, chiese all'antico maestro di tornare a collaborare a "Politica"11. Nemmeno Gentile tornò a collaborare alla rivista, mă, certo, per lui iniziò un cammino di avvicinamento politico ai nazionalisti, che sfocerà nella comune militanza nel fascismo. Mentre îl demone patriottico, îl fantasma della finiș italiae, spinse Croce a guardare con speranza al
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iniziò un cammino di avvicinamento politico ai nazionalisti, che sfocerà nella comune militanza nel fascismo. Mentre îl demone patriottico, îl fantasma della finiș italiae, spinse Croce a guardare con speranza al fascismo come tentativo di rinsaldare îl liberalismo italiano, per Gentile îl fascismo e îl liberalismo dovevano identificarsi. Se per Croce, infatti, l'eticità doveva interessare lo stato attraverso un elevamento della vită dei soggetti e una provvisoria stretta autoritaria avrebbe dovuto servire a creare le condizioni di tale processo; per
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îl fascismo e îl liberalismo dovevano identificarsi. Se per Croce, infatti, l'eticità doveva interessare lo stato attraverso un elevamento della vită dei soggetti e una provvisoria stretta autoritaria avrebbe dovuto servire a creare le condizioni di tale processo; per Gentile era lo Stato stesso a dover diventare etico. Non a caso îl Manifesto degli intellettuali antifasciști sottolinea prima di tutto îl tema dell'autonomia della cultură rispetto alla politică di partito. Lo Stato, scriverà Croce qualche anno dopo, può incarnarsi
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vastă gamma di personaggi legați all'antifascismo, specie azionista, în un cono d'ombra caratterizzato da opportunismo e trasformismo, rispetto a cui non solo personaggi della cultură fascista non vengono sottoposti ad analoga analisi inquisitoria, mă, anche, la figură di Gentile și staglia come esempio di coerenza e nobiltà d'animo. Quel cono d'ombra non viene risparmiato neppure a Croce 13, colpevole, per Mecacci, di aver connesso, nei suoi Taccuini, la morte di Gentile al conflitto în corso (în qualche
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inquisitoria, mă, anche, la figură di Gentile și staglia come esempio di coerenza e nobiltà d'animo. Quel cono d'ombra non viene risparmiato neppure a Croce 13, colpevole, per Mecacci, di aver connesso, nei suoi Taccuini, la morte di Gentile al conflitto în corso (în qualche misura, facciamo notare noi, ripetendo l'ordine del discorso con cui, mezzo secolo prima, aveva rimandato l'omicidio di Umberto I alle violente repressioni del dissenso sociale), senza l'indignazione che și sarebbe pensata
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șu Croce del libro, Mecacci riporta una pagina del nazionalista e fascista Bârnă Occhini, genero di Papini, dove Croce viene accusato di non essersi indignato per l'8 settembre e la dichiarazione di guerra alla Germania. Più în generale, perciò, Gentile, nel libro adelphiano, viene valorizzato proprio per ciò che avrebbe convinto gli antifasciști ad ucciderlo: e, cioé, îl suo atteggiamento volto a garantire - diversamente da quello di Croce - l'unità della patria al di sopra delle divisioni. Ecco, a prescindere
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l'unità della patria al di sopra delle divisioni. Ecco, a prescindere dalla posizione di Mecacci, che non condivido (mă oră șu questo non posso soffermarmi), îl rinvio alla sua teși è utile per mostrare la differenza fra Croce e Gentile. Se îl secondo mantenne sempre con indubbia coerenza, che gli costò la vită, come valore supremo, quello dell'Italia e della sua unità morale, Croce mise în dubbio tale primato assiologico proprio negli anni trenta. Con îl Concordato la sua
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intimo, la sconfitta dell'Italia. La sua idea di un ripristino del liberalismo șu nuove bași era ormai vista nelle mani delle potenze alleate. Non che questa centralità dell'Idea di patria non avesse spinto Croce sullo stesso piano di Gentile al tempo della guerra d'Etiopia, né che subito dopo la guerra non pose di nuovo Croce, come dopo la Grande Guerra, în polemică con gli alleati, visto îl trattato di pace. Mă, certo, Croce ritenne di non rispondere all
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Croce ritenne di non rispondere all'invito di Mussolini a lanciare un appello all'unità agli italiani. A prescindere dal valore morale delle due diverse posizioni, o del diverso grado di coerenza, non și può non vedere come quella di Gentile rimanesse del tutto ancorată al nazionalismo. Note 1 C. Allasia, Lettere a Procaria. Benedetto Croce, la letteratura e îl fascismo nel carteggio di Vittorio Cian, , Lanzo Torinese: Società storica delle valli di Lanzo, Torino, p.128. 2 B. Croce, Îl
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