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sunt hoteler de pe Vienne... la Disbracatoreni la hotel Birlichi de aur... E gets hotel... e fain hotel... Ezoi zolb eh zan gezind. {EminescuOpVIII 361} INTENT [ATIONEM] "La Birlicu de aur"... Bun nume. LEIZER La Biliki de aur... Hotel a mio... E gets hotel, e fain hotel ezoi zoll eh zan gezind... și ieften... tare ieften... Cine a fost odată la hotel a niu nu mă mai uită chit trăiește... INT[ENTATIONEM] Cred... Socotitele... LEIZER Sochiteala ghindești... Știu să fac sichiteala
Opere 08 by Mihai Eminescu [Corola-publishinghouse/Imaginative/295586_a_296915]
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sono per sempre di V.E. Iassi a 9 Novem. S.V.1728 Pronto ai Suoi Commandi Konstantinos Psioglu Iassi Sig-r Constanti Psioglu Khatmano g-de di Moldavia Ricevuto 1729 25 Gen. Risposto 12 Giugno III Ill-mo et Eccell-mo Sgr Sgr et Padrono mio Colendissimo, Se non soprabbonderanno quelle tante graziosissime benignità che dal Nobilissimo Animo di V-a Ecc. procedendo s’estendono verso tutti li Suoi dependenti et da Me gia tante volte experte et godute, debilissimi o piutosto inutili sarebbero tutti gli
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et godute, debilissimi o piutosto inutili sarebbero tutti gli termini ed espressioni ch’io intraprendere volessi per emendar la mancanza sin ora prolongatasi in eseguir almen con alcune umilissime righe il devotissimo et rispettuoso ossequio che devo ad un tanto mio benefattore e Padrone Munificentissimo, ma intorno al Felicissimo nel Eccelso Imperial campo arrivo dell’Ecc. V-a, nulla di meno sperando firmissimamente a quella Generosissima Sua humanita,vengo ora se ben tardi a dedicar di nuovo a V-a Ecc
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nuovo a V-a Ecc. la mia umilissima servitu ed immutabile summissione, supplicandola ossequiosamente di non allontanarmi di Suo graziosissimo Padrocinio; mi concederà dunque V-a Ecc. questa libertà d’informarla intorno gli motivi che caggionorono una simil tardanza al mio obligo; cio fu la nuova che da quelle parti habbiamo avuto, qualmente V-a Ecc. era di transferirsi assieme coll’Imperial campo a Saccia, et considerando ch’io potessi piu facilmente come in propinquior luogo sodisfar alle mie obligazioni, ho
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et considerando ch’io potessi piu facilmente come in propinquior luogo sodisfar alle mie obligazioni, ho diferrito sin ora quest’umilissimo ufficio; adesso pero certificandomi qualmente l’Ecc. V-a si truovi in Babadagi, cosi non manco in segno del mio dovuto Omaggio di mandare due botticelle di vino, uno d’absinthiaco, et l’altro dolce, degli megliori ed esquisitiori che in questa Provincia si trovino, adjungendo et dieci oka du Rosolino, qua da noi Wutka detto, gli quali sono espediti
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in questa Provincia si trovino, adjungendo et dieci oka du Rosolino, qua da noi Wutka detto, gli quali sono espediti a Galatz et di la sarano trasportati a Saccia, la dove ho scritto all’umilissimo Servo di V-a Ecc. mio Fratello di promuoverli, che possino securamente capitare nella Residenza di V-a Ecc., pregandola rispettuosamente di degnarsi con la solita Sua bontà ricevergli, come un picciol contrasegno delle mie infinitisime obligazioni, et benignamente comandarmi in tutto quello che le potro
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mi comble V-a Ecc. dichiarandomi con un profundissimo inchino di V-a Eccellenza Umilissimo, devotissimo et obsequiosissimo servitor, Constantino Psilandi Iassi gli 17 Maggio s.v. 1737 Rec. li 15 Giugno 1737 IV Ill-mo ed Eccellentissimo Sgr Sgr et Padrone mio Colendissimo, Con la dovuta devozione et rispetto ricevei la graziosissima letera di V. Eccellenza, che degnosi non solo honorarmi, ma etiamdio colmarmi con tante nobilissime espressioni dell’alta Sua sempre verso di me continovata Protezione, et benignissimo Padrocinio. Onde nontruovando
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Padrocinio. Onde nontruovando termini tanto forti di render questi obseqiosissimi ringraziamenti, dovro tacere, restando con quelli oblighi, solamente che convengono ad un tanto benefattore, Con ogni puntualità furono da me eseguiti gli comandi di V. Ecc. procurando da Sua Altezza mio Principe seriosi ordini al Porkolabo de Galacz che fosse puntuale et sollicito ad ogni cenno che concernesse gli servizii di V. Eccelenza. In umilissimo contrasegno delle mie infinite obligazioni mando una botticella di vino del meglior che qui truovare si
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des Bordes VI Al Prencipe di Vallachia Colendissimo Prencipe, Constantinopoli 11/22 Luglio 1749 In conformita d’una mia richiesta a Vostra Celsitudine confidentemente avanzata per mezo di questo Ill-mo Sig-re Iorgachi Khatmano, prendomi la confidenza di raccomandarlelo con il mio foglio a V. Cels-ne piu pronta e sollecita concessione, col volermi far recapitare a piu presto puossibile il ricepito commandamento a cui ne verra sostituito un nuovo efficacissimo poi mutatis mutandis; mentre in quel primo vi e un sbaglio notabile nella
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precisamente pervennemi il compitissimo di Lei foglio segnato li 29 Luglio S.V. in risposta a quello eromi datto l’onore di avanzare sotto li 18/29 detto a Vostra Celsitudine intorno al Commandamento che si ritrova in mani d’un mio Protetto di nome sig-r Leondi di Nicola Mercante Greco nativo de Ianina, il quale nel mese di Maggio passato partisene da qui per Vallachia ed hora ritrovasi in Moldavia. Sommamente tenuto alle nitizie da Vostra Celsitudine somministratemi intorno a questo
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de Ianina, il quale nel mese di Maggio passato partisene da qui per Vallachia ed hora ritrovasi in Moldavia. Sommamente tenuto alle nitizie da Vostra Celsitudine somministratemi intorno a questo soggetto, io ho la sodisfacione di provare in questo primo mio caso gli amichevoli sentimenti di Vostra Celsitudine verso me, e di riconoscere da per me li trati nobili generosi del suo procedere legitimamente decantato fra tutte le Nazioni. In tanto vado reiterando le mie instanze per la pronta restituzione di
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di Moldavia Cels-mo P-pe, Const-li, 7/18 Agosto 1749 In conferma d’una mia richiesta al Cels-mo Sig. P-pe di Vallachia per mezo di q-to suo Sig-r Iorgachi Hatman confidentemente avanzata, mi ero preso la confidenya con un mio particolar foglio delli 11/22 Luglio di raccomandarmi a Sua Cels-ne la piu pronta e sollecita concessione, cioe di voler farmi ricapitare qui in mani mie il Commandamento Imperiale da me procurato ad un mio Protetto di nome Sig-r Leondi
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preso la confidenya con un mio particolar foglio delli 11/22 Luglio di raccomandarmi a Sua Cels-ne la piu pronta e sollecita concessione, cioe di voler farmi ricapitare qui in mani mie il Commandamento Imperiale da me procurato ad un mio Protetto di nome Sig-r Leondi di Nicola Mercante Greco nativo di Ianina, da qui incaminatosi nel mese di Maggio passato alla volta di Vallachia, qual Commandamento vieniva da me ricercato in ogni modo, mentre vi e uno sbaglio notabile da
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maggior nova di questa mia favorevole intenzione, sicome da me veniva pregato il Colendissimo Signore Principe di Vallachia, appresso di cui lo supponevo, di voler in mia considerazione graziare coll’autorevole suo Patrocinio il predetto Sig-r Leondi in qualità di mio Protetto in ogn’altra di lui necessita, cosi seguendolo qua il presente in Iassi, od in qualche altra parte di cotesta Iurisdizione di Moldavia, rinovo ben volentieri in di lui favore a V.Cne q-tq mia istanza, unita presso alla prima
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personali di V-a Cels-ne con reciproci sentimenti corrispondo alla graziosa Sua disposizione in voler coltivar meco una amichevol intelligenza, la quale non puotrà se non essermi ugualmente grata et onorevole, e mediante cui avro campo di confirmarle del canto mio la persistente divozione con cui mi do l’onore di dichiararmi Pera di Cos-poli adi 20/31 Marzo 1750 di V-a Cels-ne umil-mo et dev-mo servo IX Al Principe di Valachia Scarlato Ghika a Bucherez 4 Aprile 1759 Se
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con cui mi do l’onore di dichiararmi Pera di Cos-poli adi 20/31 Marzo 1750 di V-a Cels-ne umil-mo et dev-mo servo IX Al Principe di Valachia Scarlato Ghika a Bucherez 4 Aprile 1759 Se fosse in poter mio d’haver occasione di dimostrare a Vostra Altezza il mio desiderio d’esserli utile in cose di rilievo e competenti alla di Lei eminente dignità ed al Suo grande merito, non tralasciarei momenti di dargliene prove. Dipendera per l’avenire
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Cos-poli adi 20/31 Marzo 1750 di V-a Cels-ne umil-mo et dev-mo servo IX Al Principe di Valachia Scarlato Ghika a Bucherez 4 Aprile 1759 Se fosse in poter mio d’haver occasione di dimostrare a Vostra Altezza il mio desiderio d’esserli utile in cose di rilievo e competenti alla di Lei eminente dignità ed al Suo grande merito, non tralasciarei momenti di dargliene prove. Dipendera per l’avenire di V.A. d’esperimentare la mia perfetta divozione, onorandomi
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di Lei eminente dignità ed al Suo grande merito, non tralasciarei momenti di dargliene prove. Dipendera per l’avenire di V.A. d’esperimentare la mia perfetta divozione, onorandomi delli Suoi commandi. Il latore della presente nominato Rentzing e un mio famigliare che ha restato appresso me in qualità di Chirurgico per lo spacio di sei anni e mezo. Huomo capacissimo nella sua arte, e dotato d’altri buoni talenti, particolarmente la savieza e la prudenza, non potendo che lodarmi assai
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un Apostol Manu (lovit uneori de amnezie) și doctorul Gheorghe din Trebizonda (Trapezuntiul), fidel și eficient - împuternicit printr-o procură generală: „Io Maria Brancovana rimasta vedova del signor Principe Costantino Brancovano, di felice memoria, che fu Principe di Valachia constituisco mio procuratore e plenipotenziario il signor Giorgio Trabisonzia Dottor di medicina sopra tutti gli afari et interessi di casa mia, tanto in Vienna, quanto attrove et in particolare in Venezia sopra il denaro posto per conto del detto signor marito e
Văduvele sau despre istorie la feminin by Dan Horia Mazilu () [Corola-publishinghouse/Science/2282_a_3607]
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ai acelei case cu vreo șapte camere, mobilate luxos și în stilul rafinat italian): „Închipuiți-vă că vi se «ia» de către Stat această casă și că deveniți cel mult «chiriași», iar pe deasupra că nu veți mai avea dreptul - «Cum, Dio mio!», au exclamat - decât la o singură încăpere - și, dacă depășește spațiul «legal», se va trage o perdea sau un paravan, în fine, eventual un perete ușor, ca s-o împărțiți cu alții; în celelalte camere, suplimentare, ar fi aduse persoane
Viața cotidiană în comunism by Adrian Neculau () [Corola-publishinghouse/Science/2369_a_3694]
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desigur aș vrea să știu carei trăsătura lor distinctivă. Iar dacă ea nu există, la ce bun să-i mai ascultăm pe acești interpreți? Dacă totuși există vreo distincție, tare doresc s-o aflu. Dar nimeni nu va ști să mio spună“ (II, 62). Așadar, nenumărate întrebări și - în cele din urmă - nimic sigur, nici un criteriu demn de luat în seamă. În definitiv, întrebarea privește o chestiune dificilă, hermeneutică, anume granița dintre visele cu sens divinatoriu și celelalte. Cum s-ar
Privind altfel lumea celor absurde by Ștefan Afloroaei () [Corola-publishinghouse/Imaginative/593_a_1175]
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altele false, desigur aș vrea să știu carei trăsătura lor distinctivă. Iar dacă ea nu există, la ce bun săi mai ascultăm pe acești interpreți? Dacă totuși există vreo distincție, tare doresc so aflu. Dar nimeni nu va ști să mio spună“ (II, 62). Așadar, nenumărate întrebări și - în cele din urmă - nimic sigur, nici un criteriu demn de luat în seamă. În definitiv, întrebarea privește o chestiune dificilă, hermeneutică, anume granița dintre visele cu sens divinatoriu și celelalte. Cum sar putea
Privind altfel lumea celor absurde by Ștefan Afloroaei () [Corola-publishinghouse/Imaginative/593_a_1017]
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apoi ieși în curte să stropească cimentul încins, trebuia puțină răcoare. Trecuseră desigur câțiva ani, părea să nu audă vuietul vremii ce-i șuiera la urechi, cânta, fals dar cu mare cuprindere, se auzea din când în când „O sole mio!”... restul nu se înțelegea. Intrasem emoționat în curte; cum să-i explic că tocmai trecusem pe trotuar, prin fața sorții, ca în urmă cu treisprezece ani, Anna Viaceslava, neschimbată, în uniforma de elevă, atunci abia începuse războiul, era în 1939, - cum
[Corola-publishinghouse/Imaginative/1887_a_3212]
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adică să nu-l mai vadă trist. El nici n-o auzi. Gândul i se mută repede, se simți încălzită în soarele acelei zile de primăvară, își reluă, în surdină însă, melodiile preferate - două, trei - iar când încheie cu „sole mio”, Rex se așeză pe picioarele dindărăt și, sprijinit pe cele din față, o urmări cu capul într-o parte, cu urechile ciulite, nu se știe de ce acorda acestei melodii, întotdeauna, o atenție deosebită. 18. Stăteam în fotoliu. Imposibil să mă
[Corola-publishinghouse/Imaginative/1887_a_3212]
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să-ți vorbesc despre mozaicurile Ravennei, despre nemuritoarea Veneție? Concertele lui Sergiu aveau loc în teatrul La Fenice, o bijuterie arhitectonică. Am vizi tat piața pisicilor, ne-am plimbat cu gondola, ferme cați de gondolierul care ne cânta O sole mio. În Piața San Marco, am mâncat în extaz înghețate cu frișcă, în vreme ce mii de porumbei învârtejau nebunește aerul din preajmă, nu aveam destui ochi pentru splendorile din muzee, pentru superbele biserici. E o zicală potrivit căreia „Dumnezeu a creat lumea
Ioana Celibidache : o mătuşă de poveste by Monica Pillat () [Corola-publishinghouse/Imaginative/585_a_974]