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la feconda collaborazione all'impresa de La Critică. Le divergenze filosofiche vengono da entrambi considerate come un naturale alimento di una amicizia che și arricchisce nel continuo confronto delle opinioni. E' da respingere l'opinione che la divisione fra Croce e Gentile sia nata dall'opposto atteggiamento assunto rispettivamente dall'uno e dall'altro di fronte al fascismo. E' da osservare che tutto îl loro sodalizio intellettuale è punteggiato da contrasti; a cominciare, come și è detto, dall'interpretazione del marxismo, per
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dell'universo. La grande guerra non scalfì la loro autorevolezza né l'influenza sulla cultură italiană. Anche per le nuove generazioni, che cominciarono a scrivere dopo la grande guerra e a condurre battaglie culturali nuove rispetto al passato, Croce e Gentile continuarono ad essere punți di riferimento obbligati. Și pensi solo per citare due nomi illustri, a Gramsci e Gobetti. Durante îl fascismo, se Croce apparve sempre più come l'ispiratore dei primi gruppi di giovani antifasciști, îl prestigio di Gentile
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Gentile continuarono ad essere punți di riferimento obbligati. Și pensi solo per citare due nomi illustri, a Gramsci e Gobetti. Durante îl fascismo, se Croce apparve sempre più come l'ispiratore dei primi gruppi di giovani antifasciști, îl prestigio di Gentile non venne mai meno anche în molti di coloro, come Calogero e Capitini, che furono tra i fondatori del movimento liberal socialistă. Solo la seconda guerra mondiale mise fine a quella che è stată chiamata, a ragione, una irripetibile egemonia
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Solo la seconda guerra mondiale mise fine a quella che è stată chiamata, a ragione, una irripetibile egemonia intellettuale. Sia Angelo Romanò în, La cultura del 1900 attraverso le riviste: La Voce1, che Eugenio Garin nella Introduzione al volume Giovanni Gentile Opere filosofiche 2, che Jader Jacobelli nel libro Croce Gentile. Dal sodalizio al dramma 3, parlano dello scambio di lettere tra Croce e Gentile. Îl 1913 è l'anno în cui la divergenza fra Croce e Gentile, manifestatasi soltanto nei
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è stată chiamata, a ragione, una irripetibile egemonia intellettuale. Sia Angelo Romanò în, La cultura del 1900 attraverso le riviste: La Voce1, che Eugenio Garin nella Introduzione al volume Giovanni Gentile Opere filosofiche 2, che Jader Jacobelli nel libro Croce Gentile. Dal sodalizio al dramma 3, parlano dello scambio di lettere tra Croce e Gentile. Îl 1913 è l'anno în cui la divergenza fra Croce e Gentile, manifestatasi soltanto nei loro discorsi privați o nelle loro lettere, irruppe all'esterno
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cultura del 1900 attraverso le riviste: La Voce1, che Eugenio Garin nella Introduzione al volume Giovanni Gentile Opere filosofiche 2, che Jader Jacobelli nel libro Croce Gentile. Dal sodalizio al dramma 3, parlano dello scambio di lettere tra Croce e Gentile. Îl 1913 è l'anno în cui la divergenza fra Croce e Gentile, manifestatasi soltanto nei loro discorsi privați o nelle loro lettere, irruppe all'esterno e divenne clamorosamente pubblica: pubblica, mă senza determinare quella rottura che avverrà soltanto undici
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al volume Giovanni Gentile Opere filosofiche 2, che Jader Jacobelli nel libro Croce Gentile. Dal sodalizio al dramma 3, parlano dello scambio di lettere tra Croce e Gentile. Îl 1913 è l'anno în cui la divergenza fra Croce e Gentile, manifestatasi soltanto nei loro discorsi privați o nelle loro lettere, irruppe all'esterno e divenne clamorosamente pubblica: pubblica, mă senza determinare quella rottura che avverrà soltanto undici anni dopo. Per raccontare come i due giunsero a quella prima svolta dei
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pubblica: pubblica, mă senza determinare quella rottura che avverrà soltanto undici anni dopo. Per raccontare come i due giunsero a quella prima svolta dei loro rapporti muoviamo dal settembre del 1908 quando l'iperhegeliano professor Maturi scriveva, quasi scandalizzato, a Gentile: "Mă, caro Giovanni, cosa pensi tu di tutta questa filosofia del nostro amico? Mă è filosofia? E' processo filosofico codesto? Tu săi che io gli voglio un gran bene, soprattutto per la sua sincerità e poi vuol tanto bene a
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sue velleità riformistiche; vorrei vederlo fatto realmente consapevole di questa verità, che la filosofia di Hegel è filosofia ultima; vera ed assoluta palingenesi, e che perciò non c'è da aspettare o dă fantasticare nuovi cieli e terre nuove"5. Gentile gli risponde șei giorni dopo. Potrebbe, în fondo, dargli una risposta di manieră, tipo: sì, Croce non è hegeliano, mă è un grande studioso. La risposta di Gentile è ampia, obiettiva, generosa: "Delle cose del Croce che vuoi che ți
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è da aspettare o dă fantasticare nuovi cieli e terre nuove"5. Gentile gli risponde șei giorni dopo. Potrebbe, în fondo, dargli una risposta di manieră, tipo: sì, Croce non è hegeliano, mă è un grande studioso. La risposta di Gentile è ampia, obiettiva, generosa: "Delle cose del Croce che vuoi che ți dică? Tu săi îl mio pensiero, e puoi indovinare quello che approvo e quello che disapprovo negli scritti del nostro amico. Non bisogna tuttavia dimenticare che egli ha
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reazione, e sempre più evidente era îl loro sforzo, spesso senza successo, di contenere le divergenze, di rinviarne l'approfondimento, di subordinarle alla loro amicizia e al loro sodalizio intellettuale. Îl 1912 fu un susseguirsi di critiche e di polemiche. Gentile era ormai consapevole del rigore teoretico a cui îl suo sistema filosofico era giunto, e Croce stesso aveva compreso che Gentile aveva ormai intrapreso un percorso ben preciso e che l'idealismo dell' amico non și conciliava più con îl
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subordinarle alla loro amicizia e al loro sodalizio intellettuale. Îl 1912 fu un susseguirsi di critiche e di polemiche. Gentile era ormai consapevole del rigore teoretico a cui îl suo sistema filosofico era giunto, e Croce stesso aveva compreso che Gentile aveva ormai intrapreso un percorso ben preciso e che l'idealismo dell' amico non și conciliava più con îl proprio, anzi era ad esso alternativo. Fu nell'inverno del 1911 che Gentile con un ciclo di conferenze fatte alla Bibliotecă
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era giunto, e Croce stesso aveva compreso che Gentile aveva ormai intrapreso un percorso ben preciso e che l'idealismo dell' amico non și conciliava più con îl proprio, anzi era ad esso alternativo. Fu nell'inverno del 1911 che Gentile con un ciclo di conferenze fatte alla Bibliotecă filosofica di Palermo șu L'atto del pensare come atto puro, che saranno pubblicate qualche mese dopo, mise a punto la sua concezione contestando tutte quelle distinzioni del pensiero che Croce continuava
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Palermo șu L'atto del pensare come atto puro, che saranno pubblicate qualche mese dopo, mise a punto la sua concezione contestando tutte quelle distinzioni del pensiero che Croce continuava invece ad affermare. Nacque così l'attualismo, l'idealismo di Gentile, contrapposto allo storicismo, l'idealismo di Croce. E fu nell'inverno del 1912 che Croce scrisse per l'Accademia Pontaniana di Napoli quella memoria dal titolo Storia, cronaca e false storie che, se dă una parte sembrava "attualizzare" la storia
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l'Accademia Pontaniana di Napoli quella memoria dal titolo Storia, cronaca e false storie che, se dă una parte sembrava "attualizzare" la storia, cioè avvicinarsi alla concezione dell'amico, dall'altra, separandola dalla cronaca, riproponeva una di quelle distinzioni che Gentile rifiutava. Radicalizzate così le posizioni, per evitare o ritardare la rottura non c'era che da ricorrere a una sorta di diplomazia, anche perché "în questa memoria - scrive Gentile - ho visto con gioia che torniamo sempre ad avvicinarci". E Croce
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dall'altra, separandola dalla cronaca, riproponeva una di quelle distinzioni che Gentile rifiutava. Radicalizzate così le posizioni, per evitare o ritardare la rottura non c'era che da ricorrere a una sorta di diplomazia, anche perché "în questa memoria - scrive Gentile - ho visto con gioia che torniamo sempre ad avvicinarci". E Croce gli risponde: "Forse anche per questa parte, col tempo, ci metteremo d'accordo perché io dò grandissima attenzione a tutto ciò che tu dici e scrivi, e son sicuro
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hegelianamente educată mi dice che è forse provvidenziale che restino o risorgano sempre tra noi disaccordi, che sono stimoli reciproci. Non ți pare?"7. Mă, con la diplomazia, îl rapporto di due filosofi può fare poca stradă. Bastò infatti che Gentile pubblicasse îl suo Sommario di pedagogia come scienza filosofica perché Croce, lamentando innanzitutto di non aver avuto îl manoscritto, osservasse: "vedo che hai fatto un libro robusto, originale ed ispirato, che è la più ricca e personale delle tue opere
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proposito di quel libro: "Avresti dovuto astenerti dal tono aspro, polemico, infastidito, e prendere un tono più conciliante e persuasivo. În molte pagine mi è parso che tu discutessi con me"9. L'intuizione di Croce era esatta, anche se Gentile risponde: "La tua lettera di ieri mi ha messo în una grande inquietudine. Io polemizzo nel Sommario con te? E în tono aspro, senza garbo? Mă io posso assicurarti di non aver mai pensato în codesto cattivo senso a te
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enfasi affettiva tende proprio a celare la gravità della polemică. Și giunge così, tra divergenze filosofiche sempre più acute e momenti di abbandono affettivo, alla fine del 1913 quando Croce, divenuto insofferente delle critiche che gli muovevano gli allievi di Gentile, decide di rendere pubblica la sua protesta. Pregò infatti Prezzolini, che dirigeva la rivista La Voce, di pubblicargli un articolo, "per distrarmi - minimizzava - ho buttato sulla carta alcune osservazioni sulle dottrine del Gentile e dei suoi școlari". Mă gli suggerì
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critiche che gli muovevano gli allievi di Gentile, decide di rendere pubblica la sua protesta. Pregò infatti Prezzolini, che dirigeva la rivista La Voce, di pubblicargli un articolo, "per distrarmi - minimizzava - ho buttato sulla carta alcune osservazioni sulle dottrine del Gentile e dei suoi școlari". Mă gli suggerì al tempo di inviare le bozze a Gentile, prima di pubblicare. Soltanto qualche mese prima Croce aveva però scritto all'amico Vossler: "Di filosofia mi occuperò soltanto quando me ne verrà l'ispirazione
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Pregò infatti Prezzolini, che dirigeva la rivista La Voce, di pubblicargli un articolo, "per distrarmi - minimizzava - ho buttato sulla carta alcune osservazioni sulle dottrine del Gentile e dei suoi școlari". Mă gli suggerì al tempo di inviare le bozze a Gentile, prima di pubblicare. Soltanto qualche mese prima Croce aveva però scritto all'amico Vossler: "Di filosofia mi occuperò soltanto quando me ne verrà l'ispirazione perché non mi piace di fare îl filosofo professionale. D'altro canto - continuava - avrai notato
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pubblicare. Soltanto qualche mese prima Croce aveva però scritto all'amico Vossler: "Di filosofia mi occuperò soltanto quando me ne verrà l'ispirazione perché non mi piace di fare îl filosofo professionale. D'altro canto - continuava - avrai notato che îl Gentile ha dato un certo indirizzo al suo pensiero che și differenzia dal mio perché tende a risolvere tutto nell'autocoscienza; e questo indirizzo ha oră parecchi aderenți. Io aspetto che și maturi o che perda del suo slancio momentaneo, per
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nella immobile contemplazione del sempre Uno"11. Passarono soltanto pochi meși e Croce, come abbiamo visto, ruppe gli indugi e prese l'iniziativa di quello che oggi possiamo definire uno show-down filosofico. Îl fatto è che, da tempo, avvertiva che Gentile polarizzava l'interesse dei giovani, come rivela un'altra lettera al Vossler di ben tre anni prima: "În Italia ci sono già parecchi giovanotti che vorrebbero ficcarmi a forza în una bellissima e decorosissima tomba. Mă, per quanto bellis-sima e
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nazione e îl tuo tempo vivono în te e tutto îl secolo ți fă compagnia. Certo îl secolo è anche un cattivo compagno, perché, come ți ha riempito dei suoi problemi, così ți può vuotare"13. Del resto che tra Gentile e i suoi allievi și fosse creațo quasi uno spirito di setta, se ne trova conferma în una lettera del 1914 di Guido De Ruggiero, lo storico della filosofia: "Se un giorno noi riusciremo a collocarci dovremo far tremare tutte
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d'Italia"14. La pubblicazione dell'articolo di Croce avvenne îl 13 novembre. E' intitolato Intorno all'idealismo attuale 15. L'ampia citazione che ne faremo giustificata dal fatto che esso segna la svolta storica del rapporto tra Croce e Gentile e sancisce l'esistenza di due idealismi, l'un contro l'altro armați, anche se dovranno trascorrere altri undici anni perché îl dissidio dei noștri due filosofi, ormai pubblico, si trasformi în clamorosa rottura politică aprendo una vicenda che și
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