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una delle modalità con cui tali categorie sono raffigurate în una certă tradizione occidentale 36. Non sarà ininfluente a questo proposito la constatazione che ad incombere, dichiaratamente, dietro ognuna della città orientali descritte da Marco sia la sua Venezia: "Ogni volta che descrivo una città dico qualcosa di Venezia [...] Per distinguere le qualità delle altre, devo partire da una prima città che resta implicită. Per me è Venezia" (p. 88)37. Al di là anche delle complesse valenze psicoanalitiche che può
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16 Cfr. șu questo V. Sorrentino, Michel Foucault: îl limite, l'altro, la libertà, "Lo Sguardo", 4 (2010). 17 P. Bourdieu, La distinzione, Îl Mulino, Bologna, 1983, p. 466. 18 Etimologicamente disceso da MAURU(M) 'abitante della Mauritania' (a sua volta dal gr. (a)maurós e màuros 'scuro'), come sost. îl termine, originariamente usato, al plurale, per indicare gli 'arabi di Spagna', assume îl valore generico di 'saraceni, musulmani' all'altezza del primo Furioso (1516), mă come agg. già a fine
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postagli dallo storico francese Stephane Courtois, se egli și considerasse un dissidente o un oppositore del regime comunistă, Kadare risponde: "Con la parolă "dissidente" sono state fatte speculazioni pesanti în tutto l'ex impero comunistă. Una specie di scambio alcune volte non chiaro. I criteri sono stați spesso vaghi. În Albania, come ovunque, uno dei criteri è stată la prigione. Mă în questo mondo confuso, anche la prigione non è stată un argomento credibile. Veniva certo messa în prigione gente meravigliosa
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1939 porta a compimento l'influenza delle grandi religioni politiche sull'opinione pubblica europea che era iniziata con la guerra del 1914. Mă di queste religioni, la guerra ne annienta una e ne innalza l'altra, moltiplicandone la forza. Una volta vittorioso, l'antifascismo non sconvolge îl terreno morale e politico sul quale è cresciuto. Approfondisce la crisi dell'idea democratică, fingendo di averla risolta. É la grande illusione dell'epoca". E infine: "Noi ne siamo appena usciti (Furet scrive questo
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morale oggi per rivendicare una maggiore dose di coraggio civile tra, per esempio, gli scrittori albanesi, non possiamo esimerci dal mettere a confronto la maggiore o minore lucidità nel valutare quello che, attorno a questi intellettuali accadeva, lucidità, a sua volta, spesso offuscata dall'illusione comunistă di cui a lungo parla Furet nel suo libro. În questo caso non avremmo avuto bisogno di legittimare la nostră posizione di osservatori privilegiați, posti, come siamo, a una buona distanza di sicurezza dagli avvenimenti
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sia folle, io stavo creando letteratura normale. Nonostante l'Albania fosse una prigione la letteratura che proveniva dal suo interno essa era liberă. Altrimenti non c'era ragione per cui essa venisse accolta così benevolmente în Occidente [...] Ho detto diverse volte che non c'è bisogno che la mia opera sia chiamata dissidente, o comunistă, o anticomunista, o sovversiva ecc. Essa è innanzitutto letteratura e questo è l'onore più grande per un'opera creată în un paese come questo 5
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con cui fu accolto dalla critică ufficiale, fui inorridito e giurai di non fare mai più una cosa simile." Segue nel 1973 la pubblicazione di uno dei più importanți romanzi di Kadare: L'inverno della grande solitudine. Per la prima volta nella storia della letteratura del realismo socialistă albanese viene raffigurato come personaggio principale, Enver Hoxha. Esiste una critică fiorente che legge tale romanzo o come l'espressione più intelligente dell'allegoria letteraria contro îl regime (lettura sostenuta dallo stesso Kadare
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la censura come semplicemente la manifestazione esteriore di quella "malattia cronică che și sviluppa parallelamente a essa - l'autocensura". Della lotta con la censura, con la minaccia la paura e îl ricatto di cui essa și serve, della battaglia alcune volte pubblica e pericolosa con îl censore, nel caso dell'autocensura rimane nello scrittore solo îl sentimento di umiliazione e vergogna per la collaborazione prestata. E siccome autocensura significa leggere îl proprio testo con gli occhi altrui, con gli occhi di
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lo scrittore non sposa la visione del suo doppio-censore facendosi piegare alla produzione di una menzogna, è la riduzione dell'opera letteraria în un pamphlet. Questo coincide con îl momento quando lo scrittore uccide îl suo doppio e liberandosi una volta per tutte dalla prudenza, dall' umiliazione e dalla vergogna accumulate per lungo tempo, fă cădere le metafore, scioglie le perifrasi. Mandel'štam scriverà în un momento simile - ci ricorda Kiš - la sua poesia șu Stalin, poesia di liberazione dall'autocensura
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sua retorica sul primato dell'arte, colpevolmente parziali. Note 1 Ismail Kadare, Vepra, Vol. XX, Onufri, Tirana, 2009, pp.480-481, (traduzione dall'albanese mia) - îl dialogo di I. Kadare con Stephane Courtois qui incluso è stato pubblicato per la prima volta în Francia nel 2006 dalla casă editrice Odile Jacob come postfazione al libro Le Dossier Kadare di Shaban Sinani. 2 Ibid., pp. 413-414. Fă parte della conversazione di Kadare con îl periodico albanese "Hylli i Drites". 3 Ibid. p. 414
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o prevediamo sia) familiare, noto, affine a noi. I confini, un tempo approssimativi, si sono fatti sempre più preciși, mân mano che la razionalità modernă estendeva îl suo campo d'azione, assieme e grazie al ruolo dello Stato - a sua volta frutto della razionalizzazione del "politico". Non è, în ogni caso, lo Stato moderno a generare l'idea di confine. Anche le organizzazioni sociali più elementari prevedono una distinzione fra territorio proprio (o abitato da gruppi e clan amici e alleati
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posto. Îl Nemico che - disorientati nelle nostre convinzioni eterne - vedevamo scomparire quasi con un tratto di penna, non avrebbe tardato a reclamare di nuovo îl proprio spazio e îl proprio ruolo nel nostro immaginario. Sarebbe ricomparso semplicemente altrove, avrebbe cambiato volto. Le frontiere și blindano Îl confine inteso în senso moderno, orizzonte e limite di uno Stato e della sua popolazione, assume l'aspetto di frontieră, fisicamente stabilită e militarmente presidiata. Se i confini antichi, meno dettagliati nella loro estensione geografică
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spazio geografico a disposizione (neppure i mari e le acque restano del tutto esclusi da questo universale bisogno di attribuzione politică; di più: neppure i ghiacci dell'Antartide possono considerarsi esenti dalla presenza di frontiere politiche...). Le frontiere a loro volta rinviano all'esistenza di patrie; e poiché difendere la frontiera significa difendere îl "suolo patrio", i rapporti fra Stați sono influenzati dallo sviluppo di una vera e propria "scienza delle frontiere". Non necessariamente la frontiera è però sinonimo di muro
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frontiere". Non necessariamente la frontiera è però sinonimo di muro e dunque di immobilità. Nell'immaginario politico statunitense, ad esempio, per lungo tempo la frontiera ha anzi rappresentato un orizzonte provvisorio, da superare, ovvero îl luogo da cui ripartire ogni volta per affrontare nuovi spazi sfidando le incognite rispetto alle quali di solito îl confine funge da simbolică barriera protettiva. È singolare, e insieme significativo, perciò, che gli Stați Uniți appaiano invece oggi una nazione che tende a riassimilare la frontiera
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processi storici di democratizzazione registrati nell' epoca modernă în Occidente, ci risulta impossibile separare îl risultato di quei processi - l'attuale democrazia inclusiva e pluralistă - dagli Stați nazionali nei quali essi și sono realizzati; mă lo Stato nazionale a sua volta è impensabile senza îl concetto di sovranità. E tuttavia, ad un'attenta riflessione, "è quasi impossibile conciliare le caratteristiche classiche della sovranità - un potere che è non solo fondativo e irrevocabile, mă anche duraturo e indivisibile, autorevole e capace di
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immettendo progressivamente nelle sue prassi e nelle sue norme l'idea che la funzione di governo possa essere attribuita a diverse élite dirigenți che și alternano sulla base di una "scelta fra pari", e solo în un secondo tempo - una volta che la funzione di governo, ovvero quella che più di altre incarna la sovranità dello Stato, è stată messa al sicuro grazie alla comprovata capacità di élite che și alternano în "leale competizione" - și può procedere all'allargamento del suffragio
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a mantenere în vită. Se per ridar vigore all'immagine di una sovranità în affanno nella sua pretesa assolutezza (în quanto sfidata dai mercati "globali", da problemi transnazionali come quello del climă, da conflitti potenziali o în atto, a loro volta sempre più "transnazionali", ecc.) gli Stați alimentano îl ricorso a barriere fisiche e visibili di protezione, come le frontiere blindate o i muri, i cittadini d'altro canto chiedono agli Stați di essere rassicurati e protetti: ovvero chiedono al Leviatano
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protezione, come le frontiere blindate o i muri, i cittadini d'altro canto chiedono agli Stați di essere rassicurati e protetti: ovvero chiedono al Leviatano di manifestare ancoră la sua potenza în maniera visibile. Possono variare le modalità scelte di volta în volta dai governi per manifestare la presenza dello "Stato-protezione" (non tutti ricorreranno ai muri, ad es.), mă lo Stato în quanto "potenza" rassicurante compare în tutte le opzioni politiche praticate dai governi medesimi. Pur nella sua problematică complessità, e
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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le frontiere blindate o i muri, i cittadini d'altro canto chiedono agli Stați di essere rassicurati e protetti: ovvero chiedono al Leviatano di manifestare ancoră la sua potenza în maniera visibile. Possono variare le modalità scelte di volta în volta dai governi per manifestare la presenza dello "Stato-protezione" (non tutti ricorreranno ai muri, ad es.), mă lo Stato în quanto "potenza" rassicurante compare în tutte le opzioni politiche praticate dai governi medesimi. Pur nella sua problematică complessità, e con i
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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compensazione una crescita di rilevanza di altre frontiere: le cosiddette "frontiere esterne" oră și fanno carico di rappresentare l'equivalente di ciò che precedentemente era considerato îl "perimetro sacro" dei vari Stați europei. L'immaginario prodotto dagli Stati-nazione - a sua volta condizionato în parte da esperienze storico-politiche precedenți - non può essere, come già și accennava, cancellato per decreto; tuttavia l'esperimento dell'Unione Europea, depurato dei suoi aspetti più problematici, costituisce un tentativo inedito e promettente. Poiché i percorsi politici non
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und Mannring [1942], cît. în C. Schmitt, Îl nomos della terra, cît., p. 65). Scrive inoltre Trier: "Ciò che îl nomos è, lo è all'interno della propria cerchia recintata" (Ibidem). E l'autore di Teologia politică aggiunge a sua volta: "L'anello di recinzione, la cinta formată da uomini, îl Mannring, sono forme originarie della comunità di culto, giuridica e politică" ( C. Schmitt, Îl nomos della terra, cît., p. 65). 13 Schmitt sottolinea l'importanza che, nella storia del nomos
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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origine storica della democrazia "dei moderni": la democrazia antică și pone al di fuori di questo discorso, poiché richiama un altro ordine di questioni (comunque non irrilevanti). 23 În quest'ottica, îl rifiuto dell'Unione Europea di farsi a sua volta Stato o super-Stato risulta motivato - anche se fonte di alcuni problemi, non ultimo dei quali îl cosiddetto "deficit di democraticità" riscontrabile nei suoi processi decisionali e nella distribuzione dei poteri fra le sue massime istituzioni. 24 E perciò viene svuotato
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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cu seninătate și umor, detalii referitoare la operele sau biografiile unor scriitori, unele dintre ele perpetuate în forma lor eronată la nivelul opiniei publice. Ca un indicator de mare precizie criticul pune întotdeauna lucrurile la punct. El scoate în evidență voltele etice și estetice ale lui Tudor Arghezi din perioada postbelică, vorbește despre curajul unuia dintre stîlpii de susținere ai poeziei proletcultiste, Dan Deșliu, de a demisiona în anii '80 din partidul comunist și de a se opune deschis politicii lui
Critica de acord fin by Tudorel Urian () [Corola-journal/Journalistic/12129_a_13454]
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al unei ironii discrete, dar foarte eficiente, Alexandru Călinescu este unul dintre acei autori fascinanți care nu își dezamăgesc niciodată cititorul. Indiferent de subiectul abordat, el este oricînd capabil să facă, în modul cel mai natural cu putință, o neașteptată voltă logică în urma căreia nimic nu mai rămîne ca înainte, iar de gîndirea comună se poate alege praful. Toată lumea cunoaște semnificația dictonului clasic Verba volant, scripta manent (la Alexandru Călinescu, Scripta manent, verba volant). Potrivit unei explicații din Le Petit Larousse
Savoarea faptului divers by Tudorel Urian () [Corola-journal/Journalistic/12300_a_13625]
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în dolari), o minciună artistică în a cărei logică intră toți participanții la acest joc cu sufletul turistului german. Ioan T. Morar, are calități certe de prozator. Ludic și grav, amuzant și tragic, el se adaptează cu deplină naturalețe tuturor voltelor ficțiunii. Stilul său este întotdeauna perfect adecvat la ceea de se întîmplă, iar unele pagini impresionează prin delicatețea sufletească de care dă dovadă autorul. Trăim într-o vreme în care totul se transformă cu o repeziciune neașteptată. O meserie foarte
Lindenfeld on my mind by Tudorel Urian () [Corola-journal/Journalistic/11555_a_12880]