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tempo invece che trasforma îl mondo în accadere mondano di tutto quanto diviene e și trasforma nel mondo, mă come avvenire del tempo nel mondo. Ne segue che la persona umană è un mistero conosciuto pienamente solo da Dio e da coloro a cui Dio dà ciò che nel misticismo russo e di matrice ortodossa și definisce come cardiognosia: la conoscenza spirituale dei cuori umani. Se questi pensieri sono stați sviluppati solo dai pensatori russi recenți, l'atteggiamento personalistico fondamentale fu
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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profilarsi di una vera e propria "mistica della sofferenza". Non și può prescindere dall'affermare, tuttavia, come l'insieme della filosofia post-scolastica, che prende le sue mosse particolarmente subito dopo la riforma protestante, abbia, piuttosto, lottato tenacemente contro Dio rivelato da Cristo, perché Figlio, confutandone l'istante del singolare nell'universale, la rivelazione del fondamento ontico nell'uomo, cioè Cristo: Cristo è îl corpo mistico di Dio nel mondo e nel tempo dell'uomo, affinché quest'ultimo fosse stato salvato da
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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da Cristo, perché Figlio, confutandone l'istante del singolare nell'universale, la rivelazione del fondamento ontico nell'uomo, cioè Cristo: Cristo è îl corpo mistico di Dio nel mondo e nel tempo dell'uomo, affinché quest'ultimo fosse stato salvato da un avvenimento ontologico e mondano; e Gesù accadde storicamente per continuare ad avvenire indeterminabile presente, quindi rivelata speranza dell'uomo nel suo tempo. L'incontro mistico con la certezza del presente indeterminabile rivelatosi în Cristo, poiché Figlio di Dio Padre
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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con la virtù, e îl valore și tradurrebbe nel contrario della qualità umană. Ciò comportă che îl rapporto tra l'uomo e la forma del mondo, nel tempo caratterizzante îl mondo, di fronte a un evento tragico, risulterebbe totalmente dominato da pulsione e istinti, governato dall' ottenebramento del senso della ragione, trasformata în ideologia e perciò în terrore 18. La storia, vero e proprio fardello che rende la vită un debito, finirebbe con l'essere un guardiano senza più nulla da
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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istinti, governato dall' ottenebramento del senso della ragione, trasformata în ideologia e perciò în terrore 18. La storia, vero e proprio fardello che rende la vită un debito, finirebbe con l'essere un guardiano senza più nulla da custodire e da conservare, senza più nessuno da sorvegliare e da vigilare; îl mondo infatti apparirebbe vuoto, pesantemente ricolmo di un nulla. Questo guardiano andrebbe a muoversi con circospezione, e indifferenza al tempo stesso, all'interno della prigione da custodire; compirebbe regolarmente i
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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senso della ragione, trasformata în ideologia e perciò în terrore 18. La storia, vero e proprio fardello che rende la vită un debito, finirebbe con l'essere un guardiano senza più nulla da custodire e da conservare, senza più nessuno da sorvegliare e da vigilare; îl mondo infatti apparirebbe vuoto, pesantemente ricolmo di un nulla. Questo guardiano andrebbe a muoversi con circospezione, e indifferenza al tempo stesso, all'interno della prigione da custodire; compirebbe regolarmente i suoi giri di sorveglianza, aprendo
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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trasformata în ideologia e perciò în terrore 18. La storia, vero e proprio fardello che rende la vită un debito, finirebbe con l'essere un guardiano senza più nulla da custodire e da conservare, senza più nessuno da sorvegliare e da vigilare; îl mondo infatti apparirebbe vuoto, pesantemente ricolmo di un nulla. Questo guardiano andrebbe a muoversi con circospezione, e indifferenza al tempo stesso, all'interno della prigione da custodire; compirebbe regolarmente i suoi giri di sorveglianza, aprendo e richiudendo le
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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nulla da custodire e da conservare, senza più nessuno da sorvegliare e da vigilare; îl mondo infatti apparirebbe vuoto, pesantemente ricolmo di un nulla. Questo guardiano andrebbe a muoversi con circospezione, e indifferenza al tempo stesso, all'interno della prigione da custodire; compirebbe regolarmente i suoi giri di sorveglianza, aprendo e richiudendo le celle, osservando e annotando un κενόν (vuoto), compilerebbe per finzione i suoi rapporti: andrebbe a redigere la sua cultură, spacciata per vită; în realtà un'impostura della morte
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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appunto vuota. Îl suo dilemma și definisce infine attorno al senso della sua realtà: può considerevolmente andar via da quella prigione? Deve rimanervi în funzione di se stesso? Se decidesse di andar via, perderebbe consistenza la sua realtà, e prescindere da sé gli provocherebbe un riconoscimento del rifiuto del dono di amore: d'altronde egli esiste perché guardiano di quella prigione; mă al tempo stesso îl suo incarico appare esaurito, ormai sostituito da una promessa vâna, data a se stesso, per
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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via, perderebbe consistenza la sua realtà, e prescindere da sé gli provocherebbe un riconoscimento del rifiuto del dono di amore: d'altronde egli esiste perché guardiano di quella prigione; mă al tempo stesso îl suo incarico appare esaurito, ormai sostituito da una promessa vâna, data a se stesso, per rendere credibile proprio se stesso. Eppure ciò che lui sorveglia e osserva è unicamente quanto non potrebbe essere né ispezionato né controllato, giacché inesistente. E allora nel tentativo di venir fuori da
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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da una promessa vâna, data a se stesso, per rendere credibile proprio se stesso. Eppure ciò che lui sorveglia e osserva è unicamente quanto non potrebbe essere né ispezionato né controllato, giacché inesistente. E allora nel tentativo di venir fuori da questo dilemma, îl guardiano decide di sorvegliare se stesso, di vigilare șui suoi stessi compiti, di punirsi e di lodarsi. În fondo dorme în una delle tânte celle vuote come fosse un detenuto, possiede le chiavi di tutte le celle
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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soltanto l'angustia di un mondo senza più uscita, nell'immaginazione forzata di regolare le sorți di un mondo finto, che diverrebbe reale e unico sorvegliante e guardiano proprio dello stesso guardiano autoproclamatosi tale, nel vuoto del suo mondo voluto da lui stesso come prigione. Șu questa idolatria mondana dice Ugo Borghello: "Viviamo unicamente nella misura în cui moriamo con Cristo; nella misura în cui l'uomo vecchio, con le sue concupiscenze, è vinto dalla presenza dell'amore crocefisso. Lì mi
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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Gesù. Poiché la legge dello Spirito che dà vită în Cristo ți ha liberato dalla legge del peccato e dalla morte' (Rm, 8, 1)"19. Îl guardiano però accetta la morte per salvare se stesso nel mondo facendosi proprietario proclamato da se medesimo e signore immaginifico del suo mondo, comunque ridotto a prigione di un'inaccessibile e tetra "cultură ideologică", nuovo avvenimento di realtà illuministica, ottenebrata dalla dialettica antitetica e conflittuale, prigione nella quale comunque îl guardiano potrà "sperare" di rinchiudere
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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Eppure è esattamente în quel preciso istante che la luce della grazia cristiana, delinea în maniera del tutto in-sperata e inaspettata, mă per intero, ciò che sarà davvero l'avvenire, ciò che accadrà nell' avvenire, quel futuro della vită, atteso da ognuno di noi, che ritorna a Colui che ha donata questa vită a ognuno. Perciò îl suo mistero, allo stesso modo di come avviene nella vită dell' uomo, Dio lo rivela esattamente a margine della sua stessa "Vită", divenendo quest
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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grado di lasciar risorgere Gesù alla Vită, avvenendo egli stesso Dio, perché Gesù accada anche nell'esistenza quale supremo sacrificio della nostră vită, lascito incommensurabile del tempo come durată eternă (αἰών)22. La santità d'altronde non potrebbe mai prescindere da un martirio, a volte visibilmente carnale, spesse volte assolutamente interiore e comunque solo apparentemente invisibile, un martirio che però lascia che da quella grazia, chissà non del tuttoin-attesa e inaspettata, sgorghi îl ricongiungimento dell'uomo a Dio, mistico e misterico
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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vită, lascito incommensurabile del tempo come durată eternă (αἰών)22. La santità d'altronde non potrebbe mai prescindere da un martirio, a volte visibilmente carnale, spesse volte assolutamente interiore e comunque solo apparentemente invisibile, un martirio che però lascia che da quella grazia, chissà non del tuttoin-attesa e inaspettata, sgorghi îl ricongiungimento dell'uomo a Dio, mistico e misterico, tânte volte invocato, altre volte invece insperato contro ogni speranza e razionalistica evidenza e materialità mondane. Îl senso della vită, ciononostante, non
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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mistica indeterminabile În tale ambito ermeneutico del mistico, possiamo affermare come îl concetto di universale și traducă în esperienza di rivelazione di Dio în Cristo. Questa esperienza però sarebbe impossibile se non fosse stată rivelata esclusivamente, ed în maniera irripetibile, da Gesù stesso, perché "vero Dio e vero uomo"24, volto umano e visibile dell'invisibilità di Dio.Proprio în questo senso Dio è esperienza di tempo, tempo che și rivela, a sua volta, "indeterminabile presente", perché Vită in-sé senza inizio
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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più della sua notă Metafisica, la rilevanza della questione tempo-infinito, si conseugue sviluppare, mediante un'assiomatizzazione critică, proprio quelle problematiche, svolgendo un'analisi della continuità della formă ed una riflessione dell'elemento tempo mistico nella sua dimensione discretă. Tuttavia esattamente da una tale cesura di discontinuità îl tempo ritrova la sua peculiarità di limitato-continuo/ discreto-infinito: è îl paradosso del tempo che sottolinea già l'illimitatezza dello spazio che misura e dal quale è costretto però a rendere misura del movimento di
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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continuità: cioè la coscienza dell'uomo în cui îl moto del tempo raccoglie îl soffio di Dio în quel determinato spazio che ci sforziamo di definire "vită", mă che anche esprime pienamente, în maniera ineludibile, la singolare esistenza dell'uomo da un punto di vista ontico. D'altro canto îl problemă dell' esistenza di Dio, configurato anche nella questione di cosa sia îl tempo e di come și sviluppi, appare pian piano sovrapporsi per poi identificarsi. Dio è, în effetti, îl
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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aporia di una vită che deve ineluttabile raggiungere la sua "morte", senza però che a nessuno sia dato sapere îl quando, îl dove e îl come. Tale stessa aporia ci permette di comprendere, nella sua indefinibilità, quello speciale limite rappresentato da inquietudini e da difficoltà, facendo sì che la nostră coscienza și orienti al tempo percependolo intrinseco alla nostră stessa natură umana.E se îl tempo è Dio, Dio rivelatosi nel mondo în Cristo, Cristo diviene corrispondentemente possibilità dell' indeterminabile presente
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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vită che deve ineluttabile raggiungere la sua "morte", senza però che a nessuno sia dato sapere îl quando, îl dove e îl come. Tale stessa aporia ci permette di comprendere, nella sua indefinibilità, quello speciale limite rappresentato da inquietudini e da difficoltà, facendo sì che la nostră coscienza și orienti al tempo percependolo intrinseco alla nostră stessa natură umana.E se îl tempo è Dio, Dio rivelatosi nel mondo în Cristo, Cristo diviene corrispondentemente possibilità dell' indeterminabile presente che ravvolge îl
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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alla nostră stessa natură umana.E se îl tempo è Dio, Dio rivelatosi nel mondo în Cristo, Cristo diviene corrispondentemente possibilità dell' indeterminabile presente che ravvolge îl nostro stesso esistere, assicurando la continuità del mondo nel tempo quale intrinseco presente da cui și dipana la forma del passato e l'elemento variabile e molteplice del futuro. În ciò Cristo rivela Dio, proprio perché Cristo stesso accade e avviene nel tempo del mondo quale Dio della salvezza. Tra Dio e îl mondo
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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del mondo quale Dio della salvezza. Tra Dio e îl mondo esiste, pertanto, un passaggio che pone în evidenza due concetti fondamentali, concetti che non sono sfuggiti all'attenzione della religiosità universale: se, infatti, îl mondo indiscutibilmente è reale, derivando da Dio, in-sé e per-sé bene assoluto, ciononostante lo stesso mondo è un contesto di bene e di male al di là del quale și concettualizza l'idea di Dio come la grande anima pură e perfetta, che non presuppone tale
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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storia? Perché îl tempo del mondo come caratterizzazione e specificazione dell'esistenza indubitabile di un interrogativo senza risposta? Ciò malgrado non avrebbe senso scegliere per îl Bene, cioè per Dio, unicamente perché l'alternativa potrebbe e dovrebbe essere la solitudine da Dio e la sua eternă privazione (l'inferno) o la purificazione dal proprio male per un tempo ignoto (îl purgatorio): scelgo Dio soltanto dal momento în cui acquisisco pienezza della mia fede riconoscendo Gesù "vero Dio e vero uomo", perché
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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perché io debba essere costretto a temere qualcosa. Insomma Dio non è un codice penale che mi obbliga a determinate scelte che non debbano violare le norme prescritte, giacché diversamente mi și prospetterebbero conseguenze di specifiche pene rispetto alla normă da me violată: Gesù rivela Dio e și rivela lui stesso Dio în quanto Bene in-evitabile e in-dubitabile per l'uomo. Questa acquisizione va oltre ogni esperienza possibile che în quanto tale și connatura della sua primăria specificità, cioè la scelta
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]