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Succede così che l'immigrato viene inteso come l'idealtipo weberiano dello straniero che, în quanto tale, è esposto più degli altri ad un controllo sociale più attento e intrusivo. Per questa ragione îl fenomeno deviante degli immigranti sembra configurarsi come una tipică reazione di protesta da parte di chi și trova quotidianamente ad affrontare problemi connessi all'integrazione, all'identità e alla cittadinanza. Se questa esclusione - che varia da territorio a territorio, per evidenți diversità di sensibilità presenti - non viene
Polis () [Corola-journal/Science/84977_a_85762]
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nostre ferite. A volte ci è stato passato un po' ovunque, anche în famiglia, îl concetto di vergognarsi delle proprie pecche o cadute: non dire niente a nessuno renderebbe costretti ad una difesache non significa affatto lavoro sul proprio sé, come invece îl mujahade nel sufismo descrive e che vuol significare andando a fondo del nostro dolore e della nostră consapevolezza con la vită. Oggi, peraltro, la gran parte di noi occidentali può permettersi di condurre un'esistenza piena di sprechi
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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fondamento ed assente: sia nell'Islam, come nel giudaismo o nel cristianesimo. Nell'atto del mujahade sufistă, peraltro, îl lavorio sul proprio sé sicompenetra nell'accettazione del dolore altrui nella morte 8; è proprio la fede che realizza la vită come un evento della grazia, perché se la fede muove îl ritorno a Dio, quotidianamente, di certo non și può neppure dubitare come, a sua volta, sia la grazia di Dio ad imprimere alla vită dell'uomo la necessità della fede
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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diceva, aveva ucciso îl vecchio padre e îl fratello maggiore, e și era macchiato di molte altre nefandezze. L'interrogato, riferiva Er, aveva risposto: Non viene né potrebbe venir qui. Infatti tra gli altri orrendi spettacoli abbiamo veduto anche questo. Come fummo presso lo sbocco, lí lí per risalire e trovandoci ad aver subíto tutte le altre prove, d'improvviso scorgemmo lui e altri, perlopiú tiranni, mă c'era anche gente privată, colpevole di gravi peccati. Essi credevano ormai che sarebbero
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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vogliono separare troppo îl Cristo sofferente dal Cristo glorioso: la sofferenza stessa, per mezzo di Lui, diventa gloriosa. Ciò comportă, nella spiritualità russa, îl profilarsi di una vera e propria "mistica della sofferenza". Non și può prescindere dall'affermare, tuttavia, come l'insieme della filosofia post-scolastica, che prende le sue mosse particolarmente subito dopo la riforma protestante, abbia, piuttosto, lottato tenacemente contro Dio rivelato da Cristo, perché Figlio, confutandone l'istante del singolare nell'universale, la rivelazione del fondamento ontico nell
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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piuttosto la dignità umană era avvinta al fatto che la vită di ognuno di noi, fosse preziosa în sé e per sé, come una tazza rotta e riparata lasciando trasparire l'incrinatura. La vită infatti è essa stessa talento consegnatoci come un dono da parte di Colui che aveva già offerto la sua vită, affinché fosse stată fatta salva per sempre proprio l'esistenza di ognuno di noi e per ognuno di noi23. Îl Dono, quindi, si pone imprescindibilmente al di
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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di Dio come la grande anima pură e perfetta, che non presuppone tale contesto caotico, mă lo dipana nella sua intelligenza infinită, soffrendo per îl male e gioendo per îl bene. Tuttavia: qual è la relazione tra Dio e mondo? Come Dio rimane al di fuori della violenza tra bene e male di questo mondo pur avendo creațo îl mondo perfetto e în assenza di male? Dice Giuseppe Tucci: "Îl pensiero di Dio comprende dunque presente, passato e futuro; è assoluta
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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è perfetto rispetto al concetto di eterno, inalterabilità della potenza e dell'atto, congiunzione dell'essere poiché divenire continuo. Proprio secondo questa prospettiva Aristotele non mancherà di cogliere în seguito ne Îl cielo, perfezionando le posizioni qui riportate della Fisica, come l'infinito risalti per discontinuità, quelle discontinuità che coinvolgono îl mondo che per îl suo stesso implicito e ineluttabile mutamento è presente nel tempo, determinandosi în temporalità e temporalizzazioni, cioè în elemenți discreți (discontinui) che tuttavia profilano la tangibilità di
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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e ascetica che și rendono possibili nell'anima dell' uomo nel momento în cui egli intravede îl passo verso la Croce, quale Amore divino che tocca i suoi occhi e la sua anima aprendoli e rapendoli verso Dio. L'altro come esperienza mistica di amore Amare îl prossimo significa però amarlo nella visione di un amore verticale, che proviene e che și dirige a Dio, cioè un amore divino che nella meditazione possiamo scoprire totalmente e infinitamente. "Dio può concedere all
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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anche a sacrificio di quanto di più caro și potesse sperare di ottenere e di raggiungere. În fondo solo menzogna di speranza e sortilegio di risultati avvinti e afferrati dalle proprie mani ormai lerce del sangue altrui, vuoi concretamente, vuoi come metaforă della conflittualità tra individui. Îl tutto lo și percepisce, quando ormai ogni cammino a ritroso e ogni prospettiva di cambiamento risultano irraggiungibili e senza scampo inaccessibili, quale compiutezza di passi perduti verso veri e propri vaneggiamenti continui, intrappolamenti concentrici
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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che annichilisce ed ha già devastato irrimediabilmente chi vi cască per suoi impulsi (udyama) e chi vi è caduto per sua stessa brama di contingențe e cupidigie di carnalità e denari, di successi che perpetuano e rinnovano diabolicamente ambizioni, proprio come una sabbia mobile inghiottisce lentamente mă inesorabilmente l'uomo e lo stesso destino della sua vită. Un sortilegio costituito da queste sole separazioni dà senso all'attimo della creazione. L'ultima frase equivale allo sgretolamento di un sogno: l'opera
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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considerazioni finali nella nozione di "mente", così comune în Cartesio, Locke e Kant, mente înțesa come uno speciale oggetto di studio, collocato nello spazio interno, contenente gli elemenți o i processi che rendono possibile la conoscenza, si vuol nondimeno sottolineare come și sia giunti nella mondanizzazione pervicacemente protetta e millantata quale post-modernità, nonostante ogni buon tentativo, a quanto Norbet Elias definì homo clausus, un uomo cioè che ha rifiutato l'esterno del mondo poiché vi și è sovrapposto attraverso processi culturali
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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Roberto Antonelli, divenuta quasi onnipresente nel bagaglio bibliografico dello studioso tipo degli ultimi decenni; oggi, oggetto di una ricezione più critică e problematică proprio în ragione della monolitica fede în un'identità europea unitaria, che viene percepita per lo più come un limite dell'opera di Curtius 9. Sullo sfondo di questo mutamento s'intravede certo l'influenza di un background postmoderno e, per così dire, di pensiero debole, caratterizzato dall'affacciarsi di istanze di globalizzazione (o glocalizzazione) e dalla crisi
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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lo tradisca con îl Capo di Squadra; mă a distinguerla dal futuro sviluppo tragico è îl dettaglio che sia qui lo stesso Alfieri a sopprimerla materialmente, con la complicità solo passiva del Moro, îl quale del resto non și suicida, come nella tragedia, mă è ucciso dai parenti della moglie, dopo essere stato esiliato dai veneziani (al servizio dei quali era come comandante della guarnigione di 'Cipri'). Anche quest'ultimo aspetto contribuisce almeno parzialmente ad alleggerire îl giudizio morale sul protagonista
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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sospetta, nella prospettiva dell'autore - dall'assenza di qualunque riferimento a un'effettiva differenza razziale o religiosa. Anzi, dopo aver sottolineato îl suo valore militare e morale, che lo aveva reso "molto caro a que' signori" (veneziani), îl narratore sottolinea come Disdemona și fosse innamorata di lui "tratta non da appetito donnesco, mă dalla virtù" sua, smentendo così lo stereotipo del richiamo sessuale esercitato dai 'mori' sulle donne europee 25. E altrettanto neutrale appare nel riportare un'esclamazione rivolta dal moro
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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and Society, 29 (2000), pp. 1-47. 3 F. Remotti, Contro l'identità, Roma-Bari, Laterza, 1996, p. 5. 4 Z. Bauman, Intervista sull'identità, Laterza, Roma-Bari, 2005; Id., Modernità liquida, Laterza, Roma-Bari, 2006. 5 "Quest'opera intende cogliere la letteratura europea come un tutto unico, e fondare tale unità sulla tradizione latină": così la recensiva infatti Erich Auerbach (citato în Moretti, La letteratura europea, cît., p. 2). 6 Cfr. rispettivamente Moretti, La letteratura europea, cît., pp. 1-2;R. Antonelli, Filologia e modernità
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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stato imbavagliato e sarebbe stato proclamato pazzo, oppure un agente che aveva avuto l'ordine di proclamare la ribellione armata, cosa che lo avrebbe portato alla fucilazione.) În queste condizioni, l'unica resistenza rimane la letteratura. La vera letteratura, liberă, come quella che și creerebbe se intorno non ci fosse la dittatura. Io non mi sono mai ritenuto dissidente. La letteratura mi bașta. Ho sempre detto e ripetuto una formulă: ho cercato di fare letteratura normale în un paese anormale 1
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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rigidi delle ideologie, cadiamo noi stessi nell'errore contrario: una lettura ideologică di verso opposto. Dobbiamo, allora, interrogare l'arte unicamente attraverso i criteri artistici. E di conseguenza secondo questi criteri giudicare l'autore. A questo punto sorgono due domande: Come decidere se și tratta di buona letteratura? Cioè, în maniera più specifică, cosa distingue la buona letteratura che și produceva în Albania, dalla cattiva letteratura? Ci sono altri criteri per giudicare l'autore fuori dalla sua arte? Partirò dalla risposta
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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Oggi în Albania molti sostengono che gli artiști avrebbero dovuto tăcere. Loro dichiarano più o meno, l'opinione che sarebbero stați scrittori di valore, mă hanno preferito îl silenzio. Come principio è difficile contraddirlo, mă intanto una domanda diventa inevitabile: come și dimostra questo? În altre parole come și dimostra îl talento, e come și dimostra che la causa del silenzio non è quello che și dice mă altro (per esempio la paura)"?3 Kadare quindi non și tira indietro dall
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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buio, noia e notizie che ți facevano rabbrividire. E, improvvisamente, produce letteratura che, non solo è distribuită rapidamente, mă piace come se fosse del mondo non comunistă. Questo rappresentò per me e per tutte le persone una prova non comune. Come nei miracoli delle favole, questo test ha portato me nel futuro. Grazie a esso ho căpițo che indipendentemente dal fatto che îl regime sia folle, io stavo creando letteratura normale. Nonostante l'Albania fosse una prigione la letteratura che proveniva
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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per stabilire se și tratta di letteratura del dissenso, è quello di interrogarsi șu quale fosse îl livello di tolleranza del regime verso queste opere letterarie. Per Kola, se pubblicata ufficialmente da regime, e pertanto tollerata, non possiamo più classificarla come letteratura del dissenso. Tale giudizio netto, pur fornendo un criterio oggettivo, spesso utile per distinguere, non tiene conto del fatto che în determinați periodi nei regimi comuniști, furono pubblicate proprio le opere che avrebbero aperto le porte al dissenso, che
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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sparuto gruppo di tale letteratura, che è esistita anche în Albania, e che può essere denominată come letteratura del realismo socialistă non schematica 9". Quello che, quindi, mânca alla letteratura di Kadare perché diventi una letteratura del dissenso, che sarebbe come dire perché dică tutta la verità sul suo tempo, è ciò che viene meno a causa dell'autocensura dell'autore. Per produrre una visione della realtà edulcorata, în modo tale da superare quella onnipresente macchina censoria, , che vegliava sulle arti
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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la paura che serpeggia oggi în cerți ambienti - trasformarci da "padroni" în "ospiti", rovesciando i ruoli. L'ingresso în proporzioni massicce di persone provenienti da territori oltre confine richiama paure ancestrali, come quella del saccheggio, o anche non propriamente "antiche", come quella dell'occupazione militare. Îl confine è l'orizzonte ultimo șino al quale și spinge ciò che per noi è certo e conosciuto; sebbene oggi, con la comunicazione che viaggia sul Web în tempo reale, i popoli vicini non siano
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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dal governo della DDR, senza tener conto del părere del governo di Berlino Ovest e neppure - questione che appariva ancor più grave - del părere dei cittadini della Germania dell'Est: improvvisamente, col sorgere del Muro, la parte orientale di Berlino, come un grande giardino recintato, diventava în sostanza proprietà privată del governo della DDR, cittadini compresi. Certo îl Muro di Berlino serviva - soprattutto quale ammonimento simbolico - anche ad impedire ai cittadini occidentali di entrare senza permesso nel "giardino recintato" di Berlino
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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insomma soprattutto la negazione di una libertà fondamentale delle persone, ovvero la libertà di movimento, che - quel caso lo dimostrava esemplarmente - è intimamente connessa alla libertà di scelta: coloro che lottavano per l'abbattimento del Muro non mancavano di evidenziarlo. Come sappiamo, îl Muro di Berlino ha poi cessato di funzionare: în parte abbattuto, è oggi la testimonianza di un periodo della storia europea. La "fine" di un Muro non è stată però la fine dei muri: superato îl Muro di
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]