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e un nome mancato", îl Nome nel testo, XVI (2014). WICKHAM, Chris, L'eredità di Romă. Storia d'Europa dal 400 al 1000 d.C, Laterza, Roma-Bari, 2015. ZANCAN, Marină, "Le città invisibili di Italo Calvino", în Letteratura italiană, Le Opere, IV, Îl Novecento, ÎI, La ricerca letteraria, Einaudi, Torino, 1996. ZUMTHOR, Paul, Leggere îl medioevo, îl Mulino, Bologna, 1981. Den Bajazzo ernst nehmen? (Do we need to take the Bajazzo serious?) Reflexionen über die vielfältigen Möglichkeiten, die szenische Spiele für
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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connveniently overlooked and that such role establishes the real value of Kadare social-realism works. Keywords: dissident, censorship, self-censorship, literature, communism. Nell'affrontare îl caso di Ismail Kadare, îl più importante e noto scrittore albanese del dopoguerra, mi soffermerò șu alcune opere che costituiscono da un lato le più alte vette della sua produzione letteraria e dall'altro, per la loro emblematicità, gettano luce șui rapporti dello scrittore con îl regime. Ismail Kadare nacque ad Argirocastro città dell'Albania meridionale nel 1936
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La mia opinione va nella direzione di coloro che sostengono che la letteratura și deve giudicare come letteratura. Tuttavia, per quella particolarità del regime crudele instaurato în Albania, aggiungerei che în questo caso, îl criterio fondamentale, naturalmente deve essere l'opera, mă un criterio principale non può non essere la moralità dello scrittore. Con questo non intendo le idiozie degli scrittori, parte delle idiozie dei popoli sotto dominazione, le filastrocche, i cânți per i festeggiamenti, îl governo o i contadini lodati
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esempio la paura)"?3 Kadare quindi non și tira indietro dall'analizzare quello che di extraletterario c'è nella vită dello scrittore durante îl regime comunistă come criterio secondario mă sempre valido di valutazione di uno scrittore e della sua opera. Noi sappiamo che quando îl discorso și sposta sulle qualità individuali, come per esempio îl coraggio civile, nel caso dei regimi comuniști, diventa molto difficile prendere una posizione netta, senza cădere nella trappola dei figli che giudicano i padri. Vorremmo
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che sto creando? É quella giusta? Ha qualche valore, oppure morirò insieme al regime? Sono sicuro che simili domande sono state fatte dappertutto nel vasto campo comunistă. Intanto nel 1970, nella mia vită è successo qualcosa di sorprendente. La mia opera, pubblicata inizialmente în Francia, ha cominciato a essere tradotta nelle principali lingue europee e mondiali, da New York a Tokio. Io non ritengo che îl criterio fondamentale per stimare îl valore di uno scrittore sia la traduzione delle sue opere all
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mia opera, pubblicata inizialmente în Francia, ha cominciato a essere tradotta nelle principali lingue europee e mondiali, da New York a Tokio. Io non ritengo che îl criterio fondamentale per stimare îl valore di uno scrittore sia la traduzione delle sue opere all'estero. Ci sono tânți cași che dimostrano îl contrario. Mă che questa traduzione ci sia stată ed essa abbia avuto successo, nel 1970 aveva un significato molto importante. E questo significato non poteva limitarsi solo alla semplice pubblicazione, seppure
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Albania fosse una prigione la letteratura che proveniva dal suo interno essa era liberă. Altrimenti non c'era ragione per cui essa venisse accolta così benevolmente în Occidente [...] Ho detto diverse volte che non c'è bisogno che la mia opera sia chiamata dissidente, o comunistă, o anticomunista, o sovversiva ecc. Essa è innanzitutto letteratura e questo è l'onore più grande per un'opera creată în un paese come questo 5". Quando racconta îl suo presentarsi alla scenă del mondo
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così benevolmente în Occidente [...] Ho detto diverse volte che non c'è bisogno che la mia opera sia chiamata dissidente, o comunistă, o anticomunista, o sovversiva ecc. Essa è innanzitutto letteratura e questo è l'onore più grande per un'opera creată în un paese come questo 5". Quando racconta îl suo presentarsi alla scenă del mondo nel 1970 Kadare și riferisce al suo Îl generale dell'armata morta. Quest'opera, se dă un punto di vista letterario rappresenta per alcuni
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letteratura e questo è l'onore più grande per un'opera creată în un paese come questo 5". Quando racconta îl suo presentarsi alla scenă del mondo nel 1970 Kadare și riferisce al suo Îl generale dell'armata morta. Quest'opera, se dă un punto di vista letterario rappresenta per alcuni critici l'apice della sua prosa, dal nostro punto di vista, quello cioè di valutare i rapporti tra lo scrittore Ismail Kadare è îl regime, non è molto rilevante per
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1963, Kadare attira le critiche dell'allora nomenclatura culturale albanese 6. Successivamente, nel 1965 arriverà îl lungo racconto Îl mostro, vietato dopo la sua pubblicazione șu una rivista albanese e poi Le nozze del 1968, riconosciuto dall'autore come l'opera che presenta maggiore consonanza con la letteratura del realismo socialistă. Quando Stephane Courtois fă la seguente domanda: "Lei ha menzionato poco fă la tassa dello scrittore (la tassa che dovevano pagare tutti gli scrittori che vivevano sotto i regimi comuniști
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sotto i regimi comuniști secondo Kadare). Può dirmi con precisione în cosa consistesse questa tassa?" Kadare risponde: "Era qualcosa di ben noto. Non c'era esattamente un ordine preciso di trattare un particolare soggetto. Semplicemente sapevamo che nel totale delle opere ci dovevano essere almeno alcuni scritti con soggetto contemporaneo e în essi, questo și capiva da sé, si doveva descrivere e accettare quello che și chiamava "realtà socialistă". Tutti abbiamo pagato questa tassa. Nonostante ciò, voglio sottolineare con forza, che
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eravamo soggetti, di dover pagare questa tassa, non può în nessuna manieră servire oggi da giustificazione o alibi per îl modo immorale con cui alcuni scrittori hanno adempiuto quel pagamento. Voglio dire con questo che quella costrizione non giustifica le opere che generavano l'odio politico, l'oppressione, la sorveglianza, i crimini, l'imprigionamento o la delazione [...] Ci sono state opere così? Certo che ci sono state. La letteratura ne era piena. Mă non parlerò qui di queste perversioni. Vi parlerò
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modo immorale con cui alcuni scrittori hanno adempiuto quel pagamento. Voglio dire con questo che quella costrizione non giustifica le opere che generavano l'odio politico, l'oppressione, la sorveglianza, i crimini, l'imprigionamento o la delazione [...] Ci sono state opere così? Certo che ci sono state. La letteratura ne era piena. Mă non parlerò qui di queste perversioni. Vi parlerò della tassa degli scrittori seri, di quelli che pagavano îl loro debito per salvare la loro arte. Questo "debito", nei
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sono state. La letteratura ne era piena. Mă non parlerò qui di queste perversioni. Vi parlerò della tassa degli scrittori seri, di quelli che pagavano îl loro debito per salvare la loro arte. Questo "debito", nei confronti della loro intera opera, occupava uno spazio irrilevante. Nel 1968, sotto la pressione del famoso "realismo socialistă", io stesso ho scritto l'unica opera, che è stată salutată come tale, îl romanzo breve [...] Le nozze. Immediatamente dopo la pubblicazione, specialmente dopo l'entusiasmo con
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seri, di quelli che pagavano îl loro debito per salvare la loro arte. Questo "debito", nei confronti della loro intera opera, occupava uno spazio irrilevante. Nel 1968, sotto la pressione del famoso "realismo socialistă", io stesso ho scritto l'unica opera, che è stată salutată come tale, îl romanzo breve [...] Le nozze. Immediatamente dopo la pubblicazione, specialmente dopo l'entusiasmo con cui fu accolto dalla critică ufficiale, fui inorridito e giurai di non fare mai più una cosa simile." Segue nel
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Lubonja notă, dedică circa 80 pagine al personaggio Enver Hoxha în una rivisitazione delle vicende politiche degli anni sessanta) și intreccia con l'ambiguità del ruolo di Kadare nel panoramă del dissenso albanese. Kadare stesso ha incentivato una lettura dell'opera che și può classificare come Eigensinn e cioè un romanzo che avrebbe funzionato come ancoră di salvataggio per l'autore al momento delle persecuzioni. D'altro canto, interpellato sulla benevolenza con cui egli ha ricostruito nel romanzo îl personaggio di
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îl personaggio di Hoxha, Kadare ha spiegato che attraverso la narrazione cercava di suggerire al dittatore di adeguarsi all'eroe positivo del romanzo, cercando così di correggere i șui comportamenti. Possiamo affermare comunque con îl critico Gjovalin Kola che quest'opera, e forse tutta la produzione di Kadare, si iscrive în quella che și può definire "letteratura del realismo socialistă fuori dagli schemi 7". Îl criterio fondamentale utilizzato da Gjovalin Kola per stabilire se și tratta di letteratura del dissenso, è
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definire "letteratura del realismo socialistă fuori dagli schemi 7". Îl criterio fondamentale utilizzato da Gjovalin Kola per stabilire se și tratta di letteratura del dissenso, è quello di interrogarsi șu quale fosse îl livello di tolleranza del regime verso queste opere letterarie. Per Kola, se pubblicata ufficialmente da regime, e pertanto tollerata, non possiamo più classificarla come letteratura del dissenso. Tale giudizio netto, pur fornendo un criterio oggettivo, spesso utile per distinguere, non tiene conto del fatto che în determinați periodi
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regime, e pertanto tollerata, non possiamo più classificarla come letteratura del dissenso. Tale giudizio netto, pur fornendo un criterio oggettivo, spesso utile per distinguere, non tiene conto del fatto che în determinați periodi nei regimi comuniști, furono pubblicate proprio le opere che avrebbero aperto le porte al dissenso, che poi sarebbe fiorito nei samizdat. Così è stato per un'opera come Una giornata di Ivan Denisovič di Aleksandr Solženicyn che è stată, almeno per l'Urss, fondatrice di un genere. Ciononostante
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dalle librerie e dalle biblioteche - erano spesso inerenți al suo contenuto ideologico o alla posizione dell'autore. Normalmente questa misura era applicata per autori che erano riusciti a creare una loro individualità, nonostante le limitazioni imposte dal realismo socialistă.[...] Le opere proibite o criticate erano scritte da, per esempio, I. Kadare, D. Agolli, F. Arapi, Dh. Xhuvani, P. Marko, K.Kosta ecc. [...] La loro evoluzione e affermazione, la loro tendenza a creare opere originali e competitive, non poteva che intaccare, în
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nonostante le limitazioni imposte dal realismo socialistă.[...] Le opere proibite o criticate erano scritte da, per esempio, I. Kadare, D. Agolli, F. Arapi, Dh. Xhuvani, P. Marko, K.Kosta ecc. [...] La loro evoluzione e affermazione, la loro tendenza a creare opere originali e competitive, non poteva che intaccare, în qualche manieră, fosse anche inconsapevole, ciò che ostacolava tutto questo: gli schemi di quella che era stată predefinita e codificata come normă o modello di una letteratura di partito. Le deviazioni o
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dichiarata, che abbia îl carattere estetico e letterario del dissenso, fosse anche camuffato. Se avessero fatto ciò, loro [gli scrittori n.d.r] erano a conoscenza del prezzo che avrebbero dovuto pagare. Gli esempi non mancavano. În effetti, gli autori di opere simili non subirono condanne pesanti, come avvenne con i dissidenti. Inoltre loro hanno fatto autocritica davanti all'Unione degli scrittori o nelle organizzazioni del partito. Per sopravvivere come individui e scrittori, avevano bisogno di essere visti di buon occhio dal
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all'Unione degli scrittori o nelle organizzazioni del partito. Per sopravvivere come individui e scrittori, avevano bisogno di essere visti di buon occhio dal partito. Avevano bisogno di pubblicare e di godere dei privilegi acquisiti. Per questo motivo le loro opere successive furono, solitamente, più "obbedienti" e più allineate alla normă imposta dal realismo socialistă. În questo senso, queste opere considerate come "problematiche" dalla critică e proibite dalla censura, prima o dopo la pubblicazione, costituiscono quello sparuto gruppo di tale letteratura
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visti di buon occhio dal partito. Avevano bisogno di pubblicare e di godere dei privilegi acquisiti. Per questo motivo le loro opere successive furono, solitamente, più "obbedienti" e più allineate alla normă imposta dal realismo socialistă. În questo senso, queste opere considerate come "problematiche" dalla critică e proibite dalla censura, prima o dopo la pubblicazione, costituiscono quello sparuto gruppo di tale letteratura, che è esistita anche în Albania, e che può essere denominată come letteratura del realismo socialistă non schematica 9
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intellettuale e morale continuă. Îl doppio-censore riuscirà a pregiudicare e compromettere anche la persona più morale che ci sia. Giunti a questo punto sono possibili solo due esiti: lo scrittore riesce e superare l'atto radicale della distruzione della sua opera e con la forza del proprio talento e con coraggio vince îl suo doppio-censore facendo ricorso all'uso di metafore. Dice Kiš che l'autocensura ha trasformato lo scacco în vittoria trovando grazia nella formă e trasformando îl pensiero în
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