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și Vest se deschide cu articolele publicate de Gheoghe Ciascai, Gheorghe Văduva și Titel Iova. Cu toate că nu regăsim viziunea lui Samuel P. Huntington 5, în care politologul american susține că, odată cu încheierea Războiului Rece, distincțiile de natură ideologică, economică sau politică vor avea un rol din ce in ce mai marginal, fiind înlocuite de asemănările și deosebirile culturale, în cadrul articolelor ce ne introduc a doua parte a numărului se observă existența temei clivajului. Dacă eseul lui Scarcelli deschide seria argumentelor politice, Gheorghe Ciascai, inițiază seria
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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natură ideologică, economică sau politică vor avea un rol din ce in ce mai marginal, fiind înlocuite de asemănările și deosebirile culturale, în cadrul articolelor ce ne introduc a doua parte a numărului se observă existența temei clivajului. Dacă eseul lui Scarcelli deschide seria argumentelor politice, Gheorghe Ciascai, inițiază seria argumentelor de tip politic și geopolitic. Studiul sau ce este axat pe strategiile ce au avut ca scop umplerea vidului de securitate datorate imploziei URSS. Exprimată într-un spațiu geografic și cultural european, politicile de extindere
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rol din ce in ce mai marginal, fiind înlocuite de asemănările și deosebirile culturale, în cadrul articolelor ce ne introduc a doua parte a numărului se observă existența temei clivajului. Dacă eseul lui Scarcelli deschide seria argumentelor politice, Gheorghe Ciascai, inițiază seria argumentelor de tip politic și geopolitic. Studiul sau ce este axat pe strategiile ce au avut ca scop umplerea vidului de securitate datorate imploziei URSS. Exprimată într-un spațiu geografic și cultural european, politicile de extindere ale NATO și ale Uniunii Europene, extinderile din
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o istorie recentă, noul stat apărut din cenușă fostului URSS a balansat în ultimele decenii între vocația pro-rusă și pro- orientala și cea pro românească, pro europeană și pro-occidentală. Corupția, lupta pentru putere, viziunile diferite asupra modului în care mediile politice de la Chișinău se raportează la cetățean se regăsesc în articolul cercetătoarei din Republică Moldova. Opinia coordonatorilor este că acest articol ar putea fi interpretat și prin prisma ideilor ce au rezultat din studiile prezentate de Ciascai, Văduva și Iova. În
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perché memoria del mondo 10. D'altronde, riflettendo sul mito di Er, narrato da Platone nel libro X de La Repubblica, non possiamo eludere la nostră attenzione da come ogni castigo possa essere temporaneo, tranne îl castigo riservato ai tiranni, ai politici, al despota Ardieo che Platone nel mito ci racconta aver ucciso îl proprio vecchio padre e îl fratello maggiore e aver compiuto molte altre nefandezze pur di carpirne îl regno. Scrive Platone: "Questo Ardieo era stato tiranno în una città
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o fascista 2". Kadare, quindi, sembra cerchi di reindirizzare i suoi detrattori verso la notă posizione che privilegia la concezione della supremazia dell' arte în quanto arte rispetto a quelle visioni che tentano di ridurre l'arte ai suoi contenuti politici, morali o sociali. Îl criterio di valutazione dell'arte, dice Kadare, è l'arte stessa. Guai a formulare un giudizio sull'arte che non rimanga nell'ambito dell'arte, perché, e anche qui Kadare non è îl solo a formulare
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assetto politico del mondo ha cancellato questi residui di incertezza, facendo în modo di racchiudere entro frontiere ogni porzione dello spazio geografico a disposizione (neppure i mari e le acque restano del tutto esclusi da questo universale bisogno di attribuzione politică; di più: neppure i ghiacci dell'Antartide possono considerarsi esenti dalla presenza di frontiere politiche...). Le frontiere a loro volta rinviano all'esistenza di patrie; e poiché difendere la frontiera significa difendere îl "suolo patrio", i rapporti fra Stați sono
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sembrano suggerirci proprio gli attuali sviluppi delle culture politiche nazionali - è în effetti soggetta a mutamenti e anche a capovolgimenti di senso, al punto di rappresentare una cartina di tornasole del grado di coerenza del discorso pubblico e dell'azione politică (nonché dei comportamenti collettivi), che și può misurare comparando, per un dato Paese e în un determinato momento, i princìpi fondamentali e i valori che caratterizzano la sua cultură politică, da un lato, e gli interessi contingenți o le paure
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del grado di coerenza del discorso pubblico e dell'azione politică (nonché dei comportamenti collettivi), che și può misurare comparando, per un dato Paese e în un determinato momento, i princìpi fondamentali e i valori che caratterizzano la sua cultură politică, da un lato, e gli interessi contingenți o le paure diffuse, dall' altro. Îl Sogno Americano, che implicava la garanzia di offrire a ciascuno una uguale chance di affermazione personale e professionale, a prescindere dalla provenienza (e quindi dalle rădici
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proprio orizzonte di applicazione - e questo perché la frontiera ha finito per cristallizzarsi, caratterizzandosi per la sua immobilità, șino a dover assumere le sembianze fisiche di un Muro (quello al confine con îl Messico 2). L'altra grande incoerenza della politică democratică oggi richiama anche la storia di un altro Muro, forse quello più celebre della storia contemporanea, ovvero îl Muro di Berlino. Quest'ultimo, com'è noto, venne progettato e costruito per delimitare lo spazio politico di Berlino Est, capitale
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sommariamente descritte) contro îl Muro più celebre del XX secolo. Se - come sostiene Wendy Brown - i muri "trasformano psichicamente, socialmente e politicamente un sistema di vită protetto în un rinchiudersi e trincerarsi", îl Muro di Berlino "- [...] che i paladini della politică delle fortificazioni prendono a riferimento con le sue funzioni di imprigionamento per sottolineare le più edificanti funzioni dei muri odierni votați a proteggere società libere - non è poi così diverso, come questi paladini vorrebbero far credere, dai muri del ventunesimo
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proprio îl tipo di soggetti che în teoria și propongono di respingere: i muri în definitivă "plasmano îl contenuto delle nazioni barricate"5, trasformano i modi di vită, îl discorso pubblico, le aspettative dei singoli e dei gruppi, l'agenda politică. Essi "non possono dare sicurezza senza fare dell'ossessione securitaria un sistema di vită, non possono definire un "loro" esterno senza produrre un "noi" reazionario, per quanto minino îl fondamento stesso di questa distinzione"6. I muri attuali sono - come
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Stați, ridotti ad essere sempre più semplici "amministratori locali" di fenomeni e regole globali. I "nuovi muri" hanno - come qualcuno ha messo în luce - una funzione eminentemente scenica, di rassicurazione: sono lo strumento col quale i governi e i leader politici și rivolgono ai cittadini - disorientati da processi politici che appaiono sempre meno governabili - dicendo loro: "Stiamo facendo qualcosa, vedete?" E, si potrebbe aggiungere, essi sono anche un formidabile "gadget dell'immaginario" a disposizione del marketing elettorale, grazie al quale taluni
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locali" di fenomeni e regole globali. I "nuovi muri" hanno - come qualcuno ha messo în luce - una funzione eminentemente scenica, di rassicurazione: sono lo strumento col quale i governi e i leader politici și rivolgono ai cittadini - disorientati da processi politici che appaiono sempre meno governabili - dicendo loro: "Stiamo facendo qualcosa, vedete?" E, si potrebbe aggiungere, essi sono anche un formidabile "gadget dell'immaginario" a disposizione del marketing elettorale, grazie al quale taluni movimenti politici raccolgono (crescenti) consensi. Se valutati în
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rivolgono ai cittadini - disorientati da processi politici che appaiono sempre meno governabili - dicendo loro: "Stiamo facendo qualcosa, vedete?" E, si potrebbe aggiungere, essi sono anche un formidabile "gadget dell'immaginario" a disposizione del marketing elettorale, grazie al quale taluni movimenti politici raccolgono (crescenti) consensi. Se valutati în termini di efficacia reale, i muri rappresentano în effetti una soluzione illusoria - o per meglio dire, puramente "immaginaria": W. Brown evidenzia ad esempio che, în riferimento alla barriera fra Stați Uniți e Messico, "Le
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ecc.) e alla quale è vano resistere. Perciò esso "produce vită, mă toglie le misure di protezione e i legami di appartenenza [...]. Crea (o annulla) le condizioni di vită di tutti gli esseri senzienti mă non risponde a nessuna sovranità politică. Vanifica e irride i tentativi che comunità nazionali e subnazionali compiono per costruire un proprio sistema di vită o per decidere del proprio destino, rendendoli simili a quelli delle comunità di sudditi în epoca feudale, all'alba dell'età modernă
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altro punto di vista, ed esponendo la questione în termini diverși 19, è quanto Robert Dahl în fondo rileva quando, indicando îl percorso "virtuoso" e più sicuro per giungere ad una poliarchia stabile, antepone la fâse della "liberalizzazione" della competizione politică a quella della "partecipazione e inclusione 20". Prendendo spunto dalla ricostruzione di Dahl, possiamo rilevare come risulti necessario, per costruire una democrazia stabile (non soggetta al rischio di involuzioni autoritarie), în primo luogo addomesticare i processi decisionali dello Stato-nazione, immettendo
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più di altre incarna la sovranità dello Stato, è stată messa al sicuro grazie alla comprovata capacità di élite che și alternano în "leale competizione" - și può procedere all'allargamento del suffragio e alla diffusione "capillare" nella popolazione dei diritti politici e sociali. Tuttavia la stabilità che și ottiene con questo processo non cancella la contraddizione alla quale și accennava, anzi ne illustra forse l'origine. La democrazia, în sostanza, si afferma soltanto dopo che îl processo di State building și
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dello Stato quando questo și è già costituzionalizzato e ha accettato i princìpi del governo liberale; se oggi è talvolta possibile - mă alquanto rischioso, secondo taluni studi - democratizzare un Paese mettendo în moto contemporaneamente i processi di "liberalizzazione" della competizione politică e di "inclusione e partecipazione" delle masse (la "scorciatoia" verso la poliarchia, per riprendere lo schemă di Dahl) è perché i princìpi dello Stato di diritto liberale non suonano più come una "novità eretica", a più di due secoli di
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legame, superando al tempo stesso una contraddizione sempre più lacerante, quest'ultima dovrebbe emanciparsi dalla storia e dai suoi retaggi. La democrazia, insomma, per affermare compiutamente se stessa, deve separarsi idealmente dalla propria origine contingențe 22. Tra tutti gli ordinamenti politici, la democrazia è în effetti quello che può maggiormente rivendicare un'autonomia originaria e costitutiva rispetto alla presunta "autorità delle tradizioni": essa non può coincidere senza residui con îl percorso storico nella quale emerge, perché lo eccede per la sua
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è în effetti quello che può maggiormente rivendicare un'autonomia originaria e costitutiva rispetto alla presunta "autorità delle tradizioni": essa non può coincidere senza residui con îl percorso storico nella quale emerge, perché lo eccede per la sua stessa missione politică; non recepisce passivamente ciò che è "tramandato" dalle generazioni passate e non fă scaturire l'autorità dalla presunta autorevolezza del passato. Liberarsi dal condizionamento dell'origine (e dall'idea che quest'ultima coincidă în definitivă con l'essenza) è dunque
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e di controllo, dunque un "tutore sotto sorveglianza"23. L'abbattimento delle frontiere interne all'Unione ha rappresentato uno strumento formativo valido ed efficace più di qualsiasi esortazione morale o di qualsiasi sermone "ideologico" o istituzionale per mutare la coscienza politică dei cittadini (specialmente dei giovani) e i suoi valori di riferimento. Può essere perciò un punto di partenza ideale per îl percorso di emancipazione della democrazia dal condizionamento della sua origine, a patto che și comprenda îl suo reale valore
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divino" (J. Trier, Zaun und Mannring [1942], cît. în C. Schmitt, Îl nomos della terra, cît., p. 65). Scrive inoltre Trier: "Ciò che îl nomos è, lo è all'interno della propria cerchia recintata" (Ibidem). E l'autore di Teologia politică aggiunge a sua volta: "L'anello di recinzione, la cinta formată da uomini, îl Mannring, sono forme originarie della comunità di culto, giuridica e politică" ( C. Schmitt, Îl nomos della terra, cît., p. 65). 13 Schmitt sottolinea l'importanza che
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è, lo è all'interno della propria cerchia recintata" (Ibidem). E l'autore di Teologia politică aggiunge a sua volta: "L'anello di recinzione, la cinta formată da uomini, îl Mannring, sono forme originarie della comunità di culto, giuridica e politică" ( C. Schmitt, Îl nomos della terra, cît., p. 65). 13 Schmitt sottolinea l'importanza che, nella storia del nomos occidentale che egli traccia, assume la scoperta del Nuovo Mondo agli albori dell'età modernă. Di particolare rilievo, a suo giudizio
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eccedenza rispetto al giuridico. [...] Ogni sua espressione è legge e senza legge." (W. Brown, op. cît., pp. 47-48). Possiamo comunque rilevare che le contraddizioni della sovranità emergono proprio quando compare sulla scenă la democrazia: nel momento nel quale la "libertà politică", ad es., non și riferisce più alla liberă volontà del sovrano (rispetto all'interferenza di autorità esterne), ovvero allo Stato-soggetto o Stato-apparato, bensì alla libertà di una moltitudine di persone (i cittadini e i "governati"), le implicazioni del concetto di
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