480,341 matches
-
vorba de un anumit arhetip care rămâne neschim bat în forma sa pură, originală. Istoria lucrează asupra sa cu o deosebită forță, redefinindu-i neîncetat figură care, cu toate acestea, se păstrează intactă, mai mult, isi multiplică propria-i forță explicativa, propria-i capacitate de producere a invizibilului. Este imposibil să trasezi o hartă a locurilor de artă și ale cunoașterii în care acesta organizează neobosit știință, dându-i formă propriei sale geometrii stranii. Atunci, de ce să-l mai plasezi în centrul
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
se păstrează intactă, mai mult, isi multiplică propria-i forță explicativa, propria-i capacitate de producere a invizibilului. Este imposibil să trasezi o hartă a locurilor de artă și ale cunoașterii în care acesta organizează neobosit știință, dându-i formă propriei sale geometrii stranii. Atunci, de ce să-l mai plasezi în centrul reflecțiilor când este evident că nu se poate "cunoaște", cănd pare a fi refractar la orice încercare de a fi conceptualizat. Grabă istoriei și presiunea pe care o exercita
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
lui J. Hizinga asupra jocului și a rolului său cultural - folosind operele literare (marea literatura europeană: în acest caz povestirea din tinerețe a lui Ț. Mann - Paiațele), este posibil sa susții refugiații pe de o parte și să-ți exprimi propriile nevoi, iar pe de altă parte să înțelegi noul context cultural și lingvistic în care aceștia intra. Literatura este tema fundamentală și a eseului lui G. Puka. Autorul ne conduce în mediul politico-literar: constituirea figurii disidentului în regimurile comuniste din
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
lato l'ineludibile constatazione di un varco esistente tra l'immanente e îl trascendente e, dall'altro lato, la difficoltà nell'accettare, a causa della nostră realtà legată all'esperienza fenomenica, la presenza dello spirituale e di una vera e propria "consistenza intangibile" che percepiamo, non în base ai noștri sensi appunto, mă unicamente approfondendola mediante la meditazione e l'esperienza del raccoglimento, e che în ciò ci perviene completă nella sua evidenza. Meditazione e raccoglimento dunque sono gli inestricabili momenti
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
esoterico e sacerdotale, mă umano e rivelato, essoterico, comune a tutti perché possibile conoscenza valida ed efficace per chiunque. Tale acquisizione però è verosimile unicamente quale frutto di un'esperienza, non solo sensibile, mă anche spirituale e di raccoglimento sul proprio dolore, affinché tutto ciò che și acquisisce come trascendente fortifichi la realtà sensibile e immanente. Nel kintsugi, anch'esso in-sé e per-sé esperienza, si afferma che quando qualcosa abbia subito una ferita,disvela una storia, ragion per cuidiventa più pregiato
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
immanente. Nel kintsugi, anch'esso in-sé e per-sé esperienza, si afferma che quando qualcosa abbia subito una ferita,disvela una storia, ragion per cuidiventa più pregiato, șino ad essere raro e unico come ogni essere umano, portatore di una sua propria storia mistica, perché risultato di tânți cocci sparsi che sono stați riuniti nel crogiolo del dolore, forgiati infine come oro, tânte crepe riunite dall'oro e dall'argento proprio del dolore. Riferimenti a tal proposito sono molteplici e già noti
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
raro e unico come ogni essere umano, portatore di una sua propria storia mistica, perché risultato di tânți cocci sparsi che sono stați riuniti nel crogiolo del dolore, forgiati infine come oro, tânte crepe riunite dall'oro e dall'argento proprio del dolore. Riferimenti a tal proposito sono molteplici e già noti: "Poiché egli conosce la mia condotta,se mi prova al crogiuolo, come oro puro io ne esco" (Gb, 23, 10); Îl crogiuolo è per l'argento e îl forno
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
transitare alla salvezza, nella misura în cui la giustizia umană è stată ridimensionata dalla grazia cristiana. La dimensione peraltro di considerare l'esperienza mistica come un dolore intenso, ci permette di subordinare l'ordine delle cose e le aspettative connesse proprio con îl fine di intuire la presenza, attraverso la rinuncia, la sconfitta, îl fallimento, la malattia, di un segno che ci ha voluti, un segno di amore șino al gesto della morte. Sofocle, nell'omonima tragedia, fă dire ad Elettra
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
lamento"2. În tale lamentazione, quasi una geremiade, Elettra approfondisce îl suo stesso dolore e ne vive îl riscatto mediante îl lamento: la catarsi dal male è provocată dall'agonia, dove îl gemito, îl pianto, diventano transiti all'essere-consapevoli del proprio destino per poterlo accettare e così guadagnarlo dal male, redimerlo appunto dal reale. Nelle Trachinie, invece, una tragedia molto complessa, correlata al mistero del fâțo, cioè al non poter conoscere anteriormente quegli avvenimenti cui și attende e per i quali
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
mi è di sventura e peso"3. È Deianira che parla, moglie di Eracle, ormai esule ed errante. Eppure în quella mestizia Deianira sprofonda nel misticismo che constată un esoterico e non rivelabile assoluto: quello della vită di ognuno, sconosciuta proprio perché ripetutamente considerată superficialmente già notă e conosciuta, e forse anche, troppe spesse volte, data per scontata, infine affatto resa preziosa dal quotidiano e che solo quel dolore, quella cicatrice e quel coccio saldato nel dolore, cioè vită forgiata nell
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
sfugge a Deianira l'istante del riscatto, obsoleto è îl suo tempo perché îl mistero sembra quasi esser stato relegato ad un segreto, posseduto dal dio e dal fâțo e resosi irrivelabile a lei. Deianira non comprende ancoră che sarà proprio la sofferenza a liberarla da quel peso per farle accettare l'esistenza non come un imbroglio, mă come una storia.E questa storia è delle volte una parte grande, altre volte impercettibile della narrazione più ampia del dolore umano; mă
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
coccio che și frantuma, l'uomo și vede nella sua vită sorpassato dall'incertezza e dall'instabilità della sua sorte, ritrovando nell'esperienza del raccoglimento un punto di inizio per quanto non potrebbe spiegare né de-cifrare: ci și riferisce proprio al produrre una comprensione dal nulla, quel nulla (sifr, în arabo è lo zero) di cui și riveste îl tempo, non percepito immediato e che potrebbe nella sua varia gamma di ipotesi e poi successivamente di vissuto (Erlebniss), lasciarci nuovamente
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
a fare pace con le nostre crepe, e le nascondiamo, non le valorizziamo. Meglio: agiamo per rimuoverle (meccanismo freudiano della Verdrängung), perché ci vergogniamo delle nostre cicatrici. În fondo non siamo atei, mă ateiști; non siamo più liberi, mă liberisti (proprio în senso economico), libertari, ponendo în tutto un che di agonistico, e così anche con le nostre ferite, accanendoci per nasconderle, mostrandoci intatti, apparendo pervicacemente, mă con stoltezza, privi di esperienza; siamo integriști, non integri, siamo cioè noiosi e mietuti
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
siamo integriști, non integri, siamo cioè noiosi e mietuti da una cultură di morte e di indifferenza, affinché non appaiano le nostre ferite. A volte ci è stato passato un po' ovunque, anche în famiglia, îl concetto di vergognarsi delle proprie pecche o cadute: non dire niente a nessuno renderebbe costretti ad una difesache non significa affatto lavoro sul proprio sé, come invece îl mujahade nel sufismo descrive e che vuol significare andando a fondo del nostro dolore e della nostră
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
appaiano le nostre ferite. A volte ci è stato passato un po' ovunque, anche în famiglia, îl concetto di vergognarsi delle proprie pecche o cadute: non dire niente a nessuno renderebbe costretti ad una difesache non significa affatto lavoro sul proprio sé, come invece îl mujahade nel sufismo descrive e che vuol significare andando a fondo del nostro dolore e della nostră consapevolezza con la vită. Oggi, peraltro, la gran parte di noi occidentali può permettersi di condurre un'esistenza piena
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
immanente sempre con la forza di quella sofferenza che è amore per la loro stessa vită. Ciò è accaduto alla Madre, Maria, Madre di Gesù; è accaduto al Figlio, Gesù, e suo figlio: quel dolore lancinante di madre per îl proprio figlio condotto al patibolo e lì giustiziato, innocente, salva la nostră vită, riscatta la Creazione del Padre ed offre nel dolore, nella cicatrice, la Nuova Creazione 7: lo stabat Maternon è lutto, è sacrificio che redime; è storia di un
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
avere quella vită, la nostră vită, esse sono sempre tenute insieme da un filo di oro, rinsaldate nel crogiuolo dall'oro di Cristo, cioè îl suo sangue. Non și tratta di una colla, mă dell'oro di Dio, îl suo proprio sangue dato a noi per ricomporre le nostre ferite, le nostre crepe, i noștri fallimenti. E questi și vedono sì, mă fanno la storia di quell'uomo e di quella donna. Coloro che non mostrano nulla, sono i prototipi dei
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
gente perseguitata dalla ferocia e dalla bărbărie della guerra e che rifiutano îl dolore dell'altro perché scomodo e fastidioso. D'altronde l'esperienza mistica și incarna nella cură (la Sorge heideggeriana) dell'altro; solo în questo modo, infatti, la propria sofferenza comprende un'altrui dignità, senza divenirne estranea e senza rifiutarla per imborghesimento, o naturale grettezza di coloro che sfruttano inermi e religioni per accenderne un fuoco di lotta che în realtà sarebbe del tutto privo di fondamento ed assente
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
che sfruttano inermi e religioni per accenderne un fuoco di lotta che în realtà sarebbe del tutto privo di fondamento ed assente: sia nell'Islam, come nel giudaismo o nel cristianesimo. Nell'atto del mujahade sufistă, peraltro, îl lavorio sul proprio sé sicompenetra nell'accettazione del dolore altrui nella morte 8; è proprio la fede che realizza la vită come un evento della grazia, perché se la fede muove îl ritorno a Dio, quotidianamente, di certo non și può neppure dubitare
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
în realtà sarebbe del tutto privo di fondamento ed assente: sia nell'Islam, come nel giudaismo o nel cristianesimo. Nell'atto del mujahade sufistă, peraltro, îl lavorio sul proprio sé sicompenetra nell'accettazione del dolore altrui nella morte 8; è proprio la fede che realizza la vită come un evento della grazia, perché se la fede muove îl ritorno a Dio, quotidianamente, di certo non și può neppure dubitare come, a sua volta, sia la grazia di Dio ad imprimere alla
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
muove îl ritorno a Dio, quotidianamente, di certo non și può neppure dubitare come, a sua volta, sia la grazia di Dio ad imprimere alla vită dell'uomo la necessità della fede di fronte al mistero della sua vită. E proprio Gesù, cioè la rivelazione di Dio nel tempo del mondo, soffre îl mistero della necessità della salvezza del mondo attraverso quanto și oppone al potere politico, al dominio "semplice" del tiranno che saccheggia e umilia, infine attraverso quanto și oppone
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
amore, quell' amore già narrato forțe come la morte 9, mă che tuttavia necessita della morte per essere e per rivelarsi e per vivere, perché è în quell'istante în cui la vită soffre tale bisogno del mistero del suo proprio essere che la stessa vită, finalmente, risorge quale fulcro di pienezza della salvezza e diviene, la vită, evento nel mondo, contemporaneità assoluta nell'universo, senza inizio e senza fine. Questo evento è appunto colto în un solo impercettibile istante, în
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
da Platone nel libro X de La Repubblica, non possiamo eludere la nostră attenzione da come ogni castigo possa essere temporaneo, tranne îl castigo riservato ai tiranni, ai politici, al despota Ardieo che Platone nel mito ci racconta aver ucciso îl proprio vecchio padre e îl fratello maggiore e aver compiuto molte altre nefandezze pur di carpirne îl regno. Scrive Platone: "Questo Ardieo era stato tiranno în una città della Panfilia, mille anni prima, e, come și diceva, aveva ucciso îl vecchio
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
da epoche passate, fă pensare a cerți rituali d'iniziazione delle tribù arcaiche, o alternativamente a forme autopunitive ed esibizionistiche, mă anche, ad esempio, alla fierezza con la quale gli aborigeni australiani mostrano ai giovani iniziati l'orribile cicatrice sul proprio pene12. La svolta mistica nasce, nonostante strâmbi esibizionismi, sempre da un rapporto che și stima insufficiente tra l'uomo e îl creațo, tra l'uomo e la sua vită avvolta nel mistero della stessa creazione. Îl mondo și costruisce per
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
-
și stima insufficiente tra l'uomo e îl creațo, tra l'uomo e la sua vită avvolta nel mistero della stessa creazione. Îl mondo și costruisce per sua stessa specie nell'esperienza della sua trasformazione; e îl tempo și rivela proprio în quel che noi viviamo: l'accadere del mondo caratterizzante îl suo specifico spazio nella sua temporalizzazione. La forma del mondo, allora,emerge nel presente e la sua trasformazione profila îl valore simbolico variabile del mondo, nelle pluralità all'interno
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]