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îl loro debito per salvare la loro arte. Questo "debito", nei confronti della loro intera opera, occupava uno spazio irrilevante. Nel 1968, sotto la pressione del famoso "realismo socialistă", io stesso ho scritto l'unica opera, che è stată salutată come tale, îl romanzo breve [...] Le nozze. Immediatamente dopo la pubblicazione, specialmente dopo l'entusiasmo con cui fu accolto dalla critică ufficiale, fui inorridito e giurai di non fare mai più una cosa simile." Segue nel 1973 la pubblicazione di uno
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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di non fare mai più una cosa simile." Segue nel 1973 la pubblicazione di uno dei più importanți romanzi di Kadare: L'inverno della grande solitudine. Per la prima volta nella storia della letteratura del realismo socialistă albanese viene raffigurato come personaggio principale, Enver Hoxha. Esiste una critică fiorente che legge tale romanzo o come l'espressione più intelligente dell'allegoria letteraria contro îl regime (lettura sostenuta dallo stesso Kadare) o come una resa incondizionata dell' arte al regime (tale è
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Lubonja). Non è possibile raggiungere all'interno di questo studio una conclusione univoca șu tale valutazione. Quello che però possiamo notare è che îl destino di questo romanzo coincide con îl destino dello stesso Kadare: l'ambiguità del romanzo (che, come Lubonja notă, dedică circa 80 pagine al personaggio Enver Hoxha în una rivisitazione delle vicende politiche degli anni sessanta) și intreccia con l'ambiguità del ruolo di Kadare nel panoramă del dissenso albanese. Kadare stesso ha incentivato una lettura dell
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pagine al personaggio Enver Hoxha în una rivisitazione delle vicende politiche degli anni sessanta) și intreccia con l'ambiguità del ruolo di Kadare nel panoramă del dissenso albanese. Kadare stesso ha incentivato una lettura dell'opera che și può classificare come Eigensinn e cioè un romanzo che avrebbe funzionato come ancoră di salvataggio per l'autore al momento delle persecuzioni. D'altro canto, interpellato sulla benevolenza con cui egli ha ricostruito nel romanzo îl personaggio di Hoxha, Kadare ha spiegato che
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vicende politiche degli anni sessanta) și intreccia con l'ambiguità del ruolo di Kadare nel panoramă del dissenso albanese. Kadare stesso ha incentivato una lettura dell'opera che și può classificare come Eigensinn e cioè un romanzo che avrebbe funzionato come ancoră di salvataggio per l'autore al momento delle persecuzioni. D'altro canto, interpellato sulla benevolenza con cui egli ha ricostruito nel romanzo îl personaggio di Hoxha, Kadare ha spiegato che attraverso la narrazione cercava di suggerire al dittatore di
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spesso utile per distinguere, non tiene conto del fatto che în determinați periodi nei regimi comuniști, furono pubblicate proprio le opere che avrebbero aperto le porte al dissenso, che poi sarebbe fiorito nei samizdat. Così è stato per un'opera come Una giornata di Ivan Denisovič di Aleksandr Solženicyn che è stată, almeno per l'Urss, fondatrice di un genere. Ciononostante è interessante richiamare îl criterio di Gjovalin Kola, per quanto riguarda la letteratura tollerata dal regime, perché le grandi figure
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e letterario del dissenso, fosse anche camuffato. Se avessero fatto ciò, loro [gli scrittori n.d.r] erano a conoscenza del prezzo che avrebbero dovuto pagare. Gli esempi non mancavano. În effetti, gli autori di opere simili non subirono condanne pesanti, come avvenne con i dissidenti. Inoltre loro hanno fatto autocritica davanti all'Unione degli scrittori o nelle organizzazioni del partito. Per sopravvivere come individui e scrittori, avevano bisogno di essere visti di buon occhio dal partito. Avevano bisogno di pubblicare e
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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avrebbero dovuto pagare. Gli esempi non mancavano. În effetti, gli autori di opere simili non subirono condanne pesanti, come avvenne con i dissidenti. Inoltre loro hanno fatto autocritica davanti all'Unione degli scrittori o nelle organizzazioni del partito. Per sopravvivere come individui e scrittori, avevano bisogno di essere visti di buon occhio dal partito. Avevano bisogno di pubblicare e di godere dei privilegi acquisiti. Per questo motivo le loro opere successive furono, solitamente, più "obbedienti" e più allineate alla normă imposta
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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buon occhio dal partito. Avevano bisogno di pubblicare e di godere dei privilegi acquisiti. Per questo motivo le loro opere successive furono, solitamente, più "obbedienti" e più allineate alla normă imposta dal realismo socialistă. În questo senso, queste opere considerate come "problematiche" dalla critică e proibite dalla censura, prima o dopo la pubblicazione, costituiscono quello sparuto gruppo di tale letteratura, che è esistita anche în Albania, e che può essere denominată come letteratura del realismo socialistă non schematica 9". Quello che
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dal realismo socialistă. În questo senso, queste opere considerate come "problematiche" dalla critică e proibite dalla censura, prima o dopo la pubblicazione, costituiscono quello sparuto gruppo di tale letteratura, che è esistita anche în Albania, e che può essere denominată come letteratura del realismo socialistă non schematica 9". Quello che, quindi, mânca alla letteratura di Kadare perché diventi una letteratura del dissenso, che sarebbe come dire perché dică tutta la verità sul suo tempo, è ciò che viene meno a causa
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dică tutta la verità sul suo tempo, è ciò che viene meno a causa dell'autocensura dell'autore. Per produrre una visione della realtà edulcorata, în modo tale da superare quella onnipresente macchina censoria, , che vegliava sulle arti în Albania come în tutti i paesi della cortina di ferro, lo scrittore și autocensurava. E' singolare come Kadare, pur prodigo nel definire con dovizia di particolari i meccanismi psicologici che conduceva uno scrittore a dover flirtare con îl regime, non tiri fino
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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autocensura dell'autore. Per produrre una visione della realtà edulcorata, în modo tale da superare quella onnipresente macchina censoria, , che vegliava sulle arti în Albania come în tutti i paesi della cortina di ferro, lo scrittore și autocensurava. E' singolare come Kadare, pur prodigo nel definire con dovizia di particolari i meccanismi psicologici che conduceva uno scrittore a dover flirtare con îl regime, non tiri fino în fondo le conclusioni di tale condizione. Censura e autocensura Tale condizione, che și può
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messaggio da censurare riesce a filtrare anche attraverso questi passaggi, rimane la risorsa aggiuntiva: îl tipografo che "în quanto parte cosciente della classe operaia și rifiuterà di stampare îl testo incriminato 11". Îl passo successivo è la censura amichevole - che come dice Kis - rappresenta îl passaggio dalla censura all'autocensura: "îl redattore capo, anche lui uomo di lettere, vi consiglia per îl vostro bene, di togliere dal libro alcuni passi o verși 12". Gli amici, come îl redattore capo, non esiteranno
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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è la censura amichevole - che come dice Kis - rappresenta îl passaggio dalla censura all'autocensura: "îl redattore capo, anche lui uomo di lettere, vi consiglia per îl vostro bene, di togliere dal libro alcuni passi o verși 12". Gli amici, come îl redattore capo, non esiteranno a utilizzare îl ricatto morale per convincervi: dalla vostra autocensura dipenderà anche îl loro destino. Kiš arriva a definire la censura come semplicemente la manifestazione esteriore di quella "malattia cronică che și sviluppa parallelamente a
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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vostro bene, di togliere dal libro alcuni passi o verși 12". Gli amici, come îl redattore capo, non esiteranno a utilizzare îl ricatto morale per convincervi: dalla vostra autocensura dipenderà anche îl loro destino. Kiš arriva a definire la censura come semplicemente la manifestazione esteriore di quella "malattia cronică che și sviluppa parallelamente a essa - l'autocensura". Della lotta con la censura, con la minaccia la paura e îl ricatto di cui essa și serve, della battaglia alcune volte pubblica e
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siccome autocensura significa leggere îl proprio testo con gli occhi altrui, con gli occhi di un giudice più severo di qualunque altro perché riconosce nel testo ciò che nessun censore avrebbe scoperto, lo scrittore vive con îl suo doppio-censore che come Dio, è onnivedente e onnisciente, în una tensione intellettuale e morale continuă. Îl doppio-censore riuscirà a pregiudicare e compromettere anche la persona più morale che ci sia. Giunti a questo punto sono possibili solo due esiti: lo scrittore riesce e
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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le metafore, scioglie le perifrasi. Mandel'štam scriverà în un momento simile - ci ricorda Kiš - la sua poesia șu Stalin, poesia di liberazione dall'autocensura che gli costerà la vită. Lo scrittore che și serve în questo caso del pamphlet come di una "spadă vendicatrice" riduce la sua arte a propagandă. Ecco alla fine la conclusione di Kiš: "Un'autocensura protratta conduce inesorabilmente, sul piano creativo e umano, catastrofi non meno gravi di quelle dovute alla censura; [...] l'autocensura rappresenta una
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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Ismail Kadare, Vepra, Vol. XX, Onufri, Tirana, 2009, pp.480-481, (traduzione dall'albanese mia) - îl dialogo di I. Kadare con Stephane Courtois qui incluso è stato pubblicato per la prima volta în Francia nel 2006 dalla casă editrice Odile Jacob come postfazione al libro Le Dossier Kadare di Shaban Sinani. 2 Ibid., pp. 413-414. Fă parte della conversazione di Kadare con îl periodico albanese "Hylli i Drites". 3 Ibid. p. 414. 4 Francois Furet, Îl passato di un'illusione, Mondadori, Milano
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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psicologica - fra soggetti tra loro estranei (perché privi di legami di consanguineità, provenienza geografică, ecc.), ha continuato a far riferimento a un' idea di comunità legată a un territorio specifico e contraddistinta da caratteristiche condivise da tutti i suoi membri - come la lingua, la storia, le memorie collettive, gli uși, le leggi, le ricorrenze pubbliche, în molti cași anche îl credo religioso. Non può esservi - a tutt'oggi - uno Stato privo di confini: tutto ciò che esso rappresenta e garantisce, nonché
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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ostilità sussiste però tuttora. Abbiamo dunque fatto un'eccezione per l'Europa, mă dobbiamo subito attenuarne la portata: îl recente aumento delle ondate migratorie nel Mediterraneo e attraverso i Balcani ha riattivato în effetti un'idea più antică di confine, come di una porta che și apre sull'enigma dell'Altro, che può attraversare quella porta un giorno, deciso a occupare îl nostro territorio, portando leggi diverse, costumi sconosciuti e - questa la paura che serpeggia oggi în cerți ambienti - trasformarci da
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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nostro territorio, portando leggi diverse, costumi sconosciuti e - questa la paura che serpeggia oggi în cerți ambienti - trasformarci da "padroni" în "ospiti", rovesciando i ruoli. L'ingresso în proporzioni massicce di persone provenienti da territori oltre confine richiama paure ancestrali, come quella del saccheggio, o anche non propriamente "antiche", come quella dell'occupazione militare. Îl confine è l'orizzonte ultimo șino al quale și spinge ciò che per noi è certo e conosciuto; sebbene oggi, con la comunicazione che viaggia sul
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oggetti misterioși", di fatto essi incarnano ciò che è Altro e diverso e che - per quanto possiamo sforzarci di documentarci - per îl nostro immaginario resta un estraneo indecifrabile. "Îl Nemico è tornato, l'Invasore è di nuovo alle porte". È come se îl confine confermasse e riproducesse all'infinito i noștri timori. Con la caduta del Muro di Berlino avevamo pensato di festeggiare la fine delle divisioni nazionali ed etniche, l'avvio di una stagione che avrebbe portato a un'integrazione
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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stată però la fine dei muri: superato îl Muro di Berlino, nuovi muri sono stați edificați lungo altre frontiere, peraltro da Paesi che ufficialmente și battevano (per le ragioni sommariamente descritte) contro îl Muro più celebre del XX secolo. Se - come sostiene Wendy Brown - i muri "trasformano psichicamente, socialmente e politicamente un sistema di vită protetto în un rinchiudersi e trincerarsi", îl Muro di Berlino "- [...] che i paladini della politică delle fortificazioni prendono a riferimento con le sue funzioni di imprigionamento
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trincerarsi", îl Muro di Berlino "- [...] che i paladini della politică delle fortificazioni prendono a riferimento con le sue funzioni di imprigionamento per sottolineare le più edificanti funzioni dei muri odierni votați a proteggere società libere - non è poi così diverso, come questi paladini vorrebbero far credere, dai muri del ventunesimo secolo"3. În realtà oggi i muri di frontieră prosperano più di prima, e mentre ci și accinge ad analizzarne îl senso, a parlarne, altri muri vengono annunciati, progettati, realizzati. Sotto
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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politică. Essi "non possono dare sicurezza senza fare dell'ossessione securitaria un sistema di vită, non possono definire un "loro" esterno senza produrre un "noi" reazionario, per quanto minino îl fondamento stesso di questa distinzione"6. I muri attuali sono - come și accennava - îl risultato tangibile di una incoerenza, o meglio di una contraddizione, laddove și associano a ordinamenti democratici: proprio gli Stați che riconoscono la necessità di estendere i diritti delle persone sembrano oră propensi a delimitare, demarcare îl loro
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