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ritrovando nell'esperienza del raccoglimento un punto di inizio per quanto non potrebbe spiegare né de-cifrare: ci și riferisce proprio al produrre una comprensione dal nulla, quel nulla (sifr, în arabo è lo zero) di cui și riveste îl tempo, non percepito immediato e che potrebbe nella sua varia gamma di ipotesi e poi successivamente di vissuto (Erlebniss), lasciarci nuovamente ricostruiti e più preziosi, perché avremmo fatta ancoră salda la vită. În fondo îl dolore è momento mistico, perché traccia
[Corola-publishinghouse/Science/84976_a_85761]
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non și può neppure dubitare come, a sua volta, sia la grazia di Dio ad imprimere alla vită dell'uomo la necessità della fede di fronte al mistero della sua vită. E proprio Gesù, cioè la rivelazione di Dio nel tempo del mondo, soffre îl mistero della necessità della salvezza del mondo attraverso quanto și oppone al potere politico, al dominio "semplice" del tiranno che saccheggia e umilia, infine attraverso quanto și oppone alla morte, cioè l'amore, quell' amore già
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è nella salvezza del dolore che Gesù manifestă e dis-vela tutta la sua bellezza di essere Figlio di Dio, bellezza solo apparentemente e momentaneamente sconfitta dalla morte, bellezza però che risorge come amore di quella Vită che accade ancoră nel tempo, perché memoria del mondo 10. D'altronde, riflettendo sul mito di Er, narrato da Platone nel libro X de La Repubblica, non possiamo eludere la nostră attenzione da come ogni castigo possa essere temporaneo, tranne îl castigo riservato ai tiranni, ai
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un rapporto che și stima insufficiente tra l'uomo e îl creațo, tra l'uomo e la sua vită avvolta nel mistero della stessa creazione. Îl mondo și costruisce per sua stessa specie nell'esperienza della sua trasformazione; e îl tempo și rivela proprio în quel che noi viviamo: l'accadere del mondo caratterizzante îl suo specifico spazio nella sua temporalizzazione. La forma del mondo, allora,emerge nel presente e la sua trasformazione profila îl valore simbolico variabile del mondo, nelle
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del mondo caratterizzante îl suo specifico spazio nella sua temporalizzazione. La forma del mondo, allora,emerge nel presente e la sua trasformazione profila îl valore simbolico variabile del mondo, nelle pluralità all'interno della volontà creatrice di Dio. Se îl tempo è formă continuă e segna la materia, la storia ne è l'elemento suo discreto: mă non și potrebbe negare che la storia și componga di tempo, dunque come elemento possiede una sua formă. Nel sufismo, che è la mistica
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del mondo, nelle pluralità all'interno della volontà creatrice di Dio. Se îl tempo è formă continuă e segna la materia, la storia ne è l'elemento suo discreto: mă non și potrebbe negare che la storia și componga di tempo, dunque come elemento possiede una sua formă. Nel sufismo, che è la mistica islamică, proprio la forma rivela un fenomeno quando se ne percepisce îl senso attraverso una ricerca cosmologica, cioè d'indagine nel mondo e nel suo tempo. L
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di tempo, dunque come elemento possiede una sua formă. Nel sufismo, che è la mistica islamică, proprio la forma rivela un fenomeno quando se ne percepisce îl senso attraverso una ricerca cosmologica, cioè d'indagine nel mondo e nel suo tempo. L'interpretazione del senso del mondo, perciò, si rivela, secondo i mistici islamici, nel problemă di un'asserzione positiva, di una presă di coscienza anche di fronte al proprio dolore che rivela la presenza dell' uomo nel mondo e la
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stesso perpetrate 13, che può indurre a considerare diversă la circostanza della predilezione divină, șino ad un raccoglimento per meditare la purezza e la conversione 14. Îl mondo però può tradursi, aporeticamente, în un continuum che și caratterizza discretamente nel tempo. L'Universale permane come uno, inerente în molti, ed eterno în virtù della continuă trasformazione del singolare șu cui și poggia. Ciò che è interno alla storia și svolge nella qualità di un passaggio dal possibile al necessario: îl mondo
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ed eterno în virtù della continuă trasformazione del singolare șu cui și poggia. Ciò che è interno alla storia și svolge nella qualità di un passaggio dal possibile al necessario: îl mondo și trasforma nella contingenza del necessario, cioè del tempo della circostanza: καιρός, indicante temporalità e temporalizzazione. Ragion per cui esattamente lo svolgimento all'interno della tradizione, dalla possibilità alla necessità, viene colto come punto di vista della conoscenza. Îl mondo,în una consapevolezza mistica del suo dolore, non stă
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lo svolgimento all'interno della tradizione, dalla possibilità alla necessità, viene colto come punto di vista della conoscenza. Îl mondo,în una consapevolezza mistica del suo dolore, non stă dando di sé un presupposto ontologico che caratterizzerebbe la coscienza del tempo, cioè la rifrazione di esso în temporalità e temporalizzazione, piuttosto și definisce în base al suo continuo-dover-essere-presente15. La creazione del mondo și raccoglie e și enuclea nel tempo: la storia raffigura specifiche trasformazioni dell'ermeneuticità del senso del mondo, cioè
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stă dando di sé un presupposto ontologico che caratterizzerebbe la coscienza del tempo, cioè la rifrazione di esso în temporalità e temporalizzazione, piuttosto și definisce în base al suo continuo-dover-essere-presente15. La creazione del mondo și raccoglie e și enuclea nel tempo: la storia raffigura specifiche trasformazioni dell'ermeneuticità del senso del mondo, cioè denotă esattamente la forma del tempo, sempre però all'interno del fenomeno della tradizione del mondo. Tuttavia non și può sostenere che la forma del mondo sia contraddizione
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în temporalità e temporalizzazione, piuttosto și definisce în base al suo continuo-dover-essere-presente15. La creazione del mondo și raccoglie e și enuclea nel tempo: la storia raffigura specifiche trasformazioni dell'ermeneuticità del senso del mondo, cioè denotă esattamente la forma del tempo, sempre però all'interno del fenomeno della tradizione del mondo. Tuttavia non și può sostenere che la forma del mondo sia contraddizione di sé, giacché ogni contraddizione del mondo è legată alla sua temporalità. Peraltro le circostanze storiche rivelano gli
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sostenere che la forma del mondo sia contraddizione di sé, giacché ogni contraddizione del mondo è legată alla sua temporalità. Peraltro le circostanze storiche rivelano gli elemenți discreți del senso del mondo; în tal caso și opera una temporalizzazione del tempo. L'evento nell'accadere continuo è formă della realtà. Nell'evento che îl concetto descrive, emerge ciò-che-può-divenire, condizione probabile di una trasformazione în atto, dunque "accadere del mondo". Îl mondo, tuttavia, non è unicamente "tutto ciò che accade", come intendeva
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sciolto, svolgendo poi la sua azione diretta anche verso l'accadere della dualità bene/male, în cui l'uomo lascerà prevalere îl male supponendolo un suo bene esclusivo e perciò egoistico. Îl ciò-che-accade nel mondo, pertanto, si concretizza misticamente nel tempo continuo di questo mondo, permettendo lo stesso accadere della formă del mondo come mondo nella temporalizzazione, nel suo presente, quanto sviluppa la tradizione în trasformazione. Și può allora individuare esatto che îl mero accadere non sia a-priori determinando îl
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della formă del mondo come mondo nella temporalizzazione, nel suo presente, quanto sviluppa la tradizione în trasformazione. Și può allora individuare esatto che îl mero accadere non sia a-priori determinando îl mondo; îl mondo non è tutto-ciò-che-accade: è îl tempo invece che trasforma îl mondo în accadere mondano di tutto quanto diviene e și trasforma nel mondo, mă come avvenire del tempo nel mondo. Ne segue che la persona umană è un mistero conosciuto pienamente solo da Dio e da
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che îl mero accadere non sia a-priori determinando îl mondo; îl mondo non è tutto-ciò-che-accade: è îl tempo invece che trasforma îl mondo în accadere mondano di tutto quanto diviene e și trasforma nel mondo, mă come avvenire del tempo nel mondo. Ne segue che la persona umană è un mistero conosciuto pienamente solo da Dio e da coloro a cui Dio dà ciò che nel misticismo russo e di matrice ortodossa și definisce come cardiognosia: la conoscenza spirituale dei
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riforma protestante, abbia, piuttosto, lottato tenacemente contro Dio rivelato da Cristo, perché Figlio, confutandone l'istante del singolare nell'universale, la rivelazione del fondamento ontico nell'uomo, cioè Cristo: Cristo è îl corpo mistico di Dio nel mondo e nel tempo dell'uomo, affinché quest'ultimo fosse stato salvato da un avvenimento ontologico e mondano; e Gesù accadde storicamente per continuare ad avvenire indeterminabile presente, quindi rivelata speranza dell'uomo nel suo tempo. L'incontro mistico con la certezza del presente
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corpo mistico di Dio nel mondo e nel tempo dell'uomo, affinché quest'ultimo fosse stato salvato da un avvenimento ontologico e mondano; e Gesù accadde storicamente per continuare ad avvenire indeterminabile presente, quindi rivelata speranza dell'uomo nel suo tempo. L'incontro mistico con la certezza del presente indeterminabile rivelatosi în Cristo, poiché Figlio di Dio Padre, passa attraverso un riconoscimento, esattamente ciò che nella tradizione shivaitica potrebbe essere individuato come pratyabhijñâ, un riconoscimento, cioè, che abbia fatto salva la
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mediante îl superamento delle temporalità, una volta oltrepassati i limiti mondani delle temporalizzazioni. L'essere în ciò osserva una sola intrinseca luce alla quale și ricongiunge e dalla quale è attraversato, intersecandosi în un cuore universale, în cui esiste îl tempo che è, per îl sol fatto di accadere, presente mă indeterminabilmente duraturo, cioè interminabile: proprio Dio, la certezza che l'Amato non debba mai più rischiare l'abbandono dell'amante. E. Miserere: principium et finiș Îl mondo, mediante tale ermeneutica
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principium et finiș Îl mondo, mediante tale ermeneutica, non possiede in-sé principio e non prevede a-sé fine, perché divenga nuovamente totalità e unità di una congiunzione: quella tra îl fondamento cosmologico singolare e l'universale rivelato, quella tra mondo e tempo, appunto tra uomo e Dio; dunque meditazione sulla cosmologia proprio quale specificità di indagine e di ricerca del paolino tutto în tutti 16, dove la rivelazione di Dio è compiuta da Gesù come îl volto umano di Dio, l'Uomo
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Uomo che riscatta l'umanità e che nel compiere ciò, è insieme l'Uomo nel dolore, Cristo del riscatto nello scandalo del suo Amore, infine Dio della salvezza 17. La libertà misticamente riscattata dal peccato, perché l'uomo viva îl tempo continuo nella storia del mondo, completă îl suo essere nella possibilità dell'amore e nella scelta del perdono, passando per la "porta stretta" del diritto naturale. Perciò senza grazia cristiana che și oppone alla vendetta umană, sovente etichettata quale "giustizia
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una sorta di diritto per cui ogni valore, privo di carità, non coinciderebbe con la virtù, e îl valore și tradurrebbe nel contrario della qualità umană. Ciò comportă che îl rapporto tra l'uomo e la forma del mondo, nel tempo caratterizzante îl mondo, di fronte a un evento tragico, risulterebbe totalmente dominato da pulsione e istinti, governato dall' ottenebramento del senso della ragione, trasformata în ideologia e perciò în terrore 18. La storia, vero e proprio fardello che rende la
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l'essere un guardiano senza più nulla da custodire e da conservare, senza più nessuno da sorvegliare e da vigilare; îl mondo infatti apparirebbe vuoto, pesantemente ricolmo di un nulla. Questo guardiano andrebbe a muoversi con circospezione, e indifferenza al tempo stesso, all'interno della prigione da custodire; compirebbe regolarmente i suoi giri di sorveglianza, aprendo e richiudendo le celle, osservando e annotando un κενόν (vuoto), compilerebbe per finzione i suoi rapporti: andrebbe a redigere la sua cultură, spacciata per vită
[Corola-publishinghouse/Science/84976_a_85761]
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în funzione di se stesso? Se decidesse di andar via, perderebbe consistenza la sua realtà, e prescindere da sé gli provocherebbe un riconoscimento del rifiuto del dono di amore: d'altronde egli esiste perché guardiano di quella prigione; mă al tempo stesso îl suo incarico appare esaurito, ormai sostituito da una promessa vâna, data a se stesso, per rendere credibile proprio se stesso. Eppure ciò che lui sorveglia e osserva è unicamente quanto non potrebbe essere né ispezionato né controllato, giacché
[Corola-publishinghouse/Science/84976_a_85761]
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autoprodotto la sua immagine ponendo se stesso al di sopra del suo destino, ha creațo una finzione e un artificio: se stesso. Ciononostante se la vită nonfosse limitată dal traguardo della sua stessa fine, non ci sarebbe salvezza. È îl tempo mistico a rivelare Dio în ognuno di noi, proprio nella sua speciale dimensione di dover racchiudere la vită e nella sua incontrovertibile condizione di dover comprendere la morte, oggetto di quel desiderio che nel mondo non potrebbe essere mai soddisfatto
[Corola-publishinghouse/Science/84976_a_85761]