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formă dell'infinito che promana e che derivă da Dio perché în Dio, quale imperscrutabile evento: sia l'infinito sia l'intera compiutezza sussistono, seguitando ad accadere. În realtà quanto în noi invisibile, cioè la nostră coscienza, si perpetua nel tempo astratto come sostanza di quell'ora visibile, nel ricordo della trasformazione del proprio tempo concreto, della sua evoluzione misticamente storica e che riconduce quanto concreto all'esperienza astratta (qui nel senso di Erfahrung), esperienza impercettibile eppure percepibile del tempo esterno
[Corola-publishinghouse/Science/84976_a_85761]
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imperscrutabile evento: sia l'infinito sia l'intera compiutezza sussistono, seguitando ad accadere. În realtà quanto în noi invisibile, cioè la nostră coscienza, si perpetua nel tempo astratto come sostanza di quell'ora visibile, nel ricordo della trasformazione del proprio tempo concreto, della sua evoluzione misticamente storica e che riconduce quanto concreto all'esperienza astratta (qui nel senso di Erfahrung), esperienza impercettibile eppure percepibile del tempo esterno al nostro mondo, tempo da Aristotele 21 già individuato e posto nell'infinito, a
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nel tempo astratto come sostanza di quell'ora visibile, nel ricordo della trasformazione del proprio tempo concreto, della sua evoluzione misticamente storica e che riconduce quanto concreto all'esperienza astratta (qui nel senso di Erfahrung), esperienza impercettibile eppure percepibile del tempo esterno al nostro mondo, tempo da Aristotele 21 già individuato e posto nell'infinito, a sua volta aprendo a una grandezza analogamente infinită: quella di Dio, vissuta antropologicamente în Cristo rivelato nell'amore della Croce e nel limen tra la
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di quell'ora visibile, nel ricordo della trasformazione del proprio tempo concreto, della sua evoluzione misticamente storica e che riconduce quanto concreto all'esperienza astratta (qui nel senso di Erfahrung), esperienza impercettibile eppure percepibile del tempo esterno al nostro mondo, tempo da Aristotele 21 già individuato e posto nell'infinito, a sua volta aprendo a una grandezza analogamente infinită: quella di Dio, vissuta antropologicamente în Cristo rivelato nell'amore della Croce e nel limen tra la sua vită e la sua
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tra la sua vită e la sua morte verso la sua Vită che risorge, testimonianza corporea per l'uomo della vittoria dell'amore sulla Croce. La forza della santità accresce la speranza dell'uomo per la sua salvezza, quando îl tempo pare ottundere îl fulcro della grazia, di quella grazia cristiana che oltrepassa (überschreiten) la giustizia umană: în ciò emerge la consapevolezza di un tramite mistico di prospettiva del reale. Eppure è esattamente în quel preciso istante che la luce della
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perché è da tale paradossalità che emerge poi quell'Amore a lungo atteso, în grado di lasciar risorgere Gesù alla Vită, avvenendo egli stesso Dio, perché Gesù accada anche nell'esistenza quale supremo sacrificio della nostră vită, lascito incommensurabile del tempo come durată eternă (αἰών)22. La santità d'altronde non potrebbe mai prescindere da un martirio, a volte visibilmente carnale, spesse volte assolutamente interiore e comunque solo apparentemente invisibile, un martirio che però lascia che da quella grazia, chissà non
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tuttoin-attesa e inaspettata, sgorghi îl ricongiungimento dell'uomo a Dio, mistico e misterico, tânte volte invocato, altre volte invece insperato contro ogni speranza e razionalistica evidenza e materialità mondane. Îl senso della vită, ciononostante, non è commisurabile alla mondanizzazione del tempo, cioè al suo farlo dipendente dagli imperativi collettivi del mondo. La vită piuttosto ne è indipendente e acquisisce îl suo valore, avendone senso. Mă quale poi? În che "senso" deve averne la vită? Comunque la vită dell'uomopossiede sempre un
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la vită dell'uomopossiede sempre un senso, proprio nella misura în cui ognuno di noi, ha potuto già riconoscere ed ha letteralmente scoperto e constatato che la sua dignità non è stată mai legată a quanto "prezioso" fosse îl suo tempo nel mondo, piuttosto la dignità umană era avvinta al fatto che la vită di ognuno di noi, fosse preziosa în sé e per sé, come una tazza rotta e riparata lasciando trasparire l'incrinatura. La vită infatti è essa stessa
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sorta di gioco economico a somma zero, alla dignità umană della nostră vită. Îl sacrificio di Cristo interseca l'indeterminabile presente nel comune cammino verso Dio: è allora îl sacrificio, cioè îl limes e îl limen del martirio attraverso îl tempo, che riflette la santità come unico senso mistico possibile della vită e a questa vită. Invariabilità e molteplicità dell'istante: dal tempo mistico indeterminato all'esperienza mistica indeterminabile În tale ambito ermeneutico del mistico, possiamo affermare come îl concetto di
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comune cammino verso Dio: è allora îl sacrificio, cioè îl limes e îl limen del martirio attraverso îl tempo, che riflette la santità come unico senso mistico possibile della vită e a questa vită. Invariabilità e molteplicità dell'istante: dal tempo mistico indeterminato all'esperienza mistica indeterminabile În tale ambito ermeneutico del mistico, possiamo affermare come îl concetto di universale și traducă în esperienza di rivelazione di Dio în Cristo. Questa esperienza però sarebbe impossibile se non fosse stată rivelata esclusivamente
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esperienza però sarebbe impossibile se non fosse stată rivelata esclusivamente, ed în maniera irripetibile, da Gesù stesso, perché "vero Dio e vero uomo"24, volto umano e visibile dell'invisibilità di Dio.Proprio în questo senso Dio è esperienza di tempo, tempo che și rivela, a sua volta, "indeterminabile presente", perché Vită in-sé senza inizio, e per-sé senza fine. Eppure quell'imprescindibile consistenza e persistenza che profila l'esperienza umană quale indissolubile legame con Dio perché Cristo, quindi Dio în Cristo
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però sarebbe impossibile se non fosse stată rivelata esclusivamente, ed în maniera irripetibile, da Gesù stesso, perché "vero Dio e vero uomo"24, volto umano e visibile dell'invisibilità di Dio.Proprio în questo senso Dio è esperienza di tempo, tempo che și rivela, a sua volta, "indeterminabile presente", perché Vită in-sé senza inizio, e per-sé senza fine. Eppure quell'imprescindibile consistenza e persistenza che profila l'esperienza umană quale indissolubile legame con Dio perché Cristo, quindi Dio în Cristo poiché
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del Timeo 26), che hanno segnato, probabilmente ancor più della sua notă Metafisica, la rilevanza della questione tempo-infinito, si conseugue sviluppare, mediante un'assiomatizzazione critică, proprio quelle problematiche, svolgendo un'analisi della continuità della formă ed una riflessione dell'elemento tempo mistico nella sua dimensione discretă. Tuttavia esattamente da una tale cesura di discontinuità îl tempo ritrova la sua peculiarità di limitato-continuo/ discreto-infinito: è îl paradosso del tempo che sottolinea già l'illimitatezza dello spazio che misura e dal quale è
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della questione tempo-infinito, si conseugue sviluppare, mediante un'assiomatizzazione critică, proprio quelle problematiche, svolgendo un'analisi della continuità della formă ed una riflessione dell'elemento tempo mistico nella sua dimensione discretă. Tuttavia esattamente da una tale cesura di discontinuità îl tempo ritrova la sua peculiarità di limitato-continuo/ discreto-infinito: è îl paradosso del tempo che sottolinea già l'illimitatezza dello spazio che misura e dal quale è costretto però a rendere misura del movimento di ciò che compone quello specifico spazio, indicato
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problematiche, svolgendo un'analisi della continuità della formă ed una riflessione dell'elemento tempo mistico nella sua dimensione discretă. Tuttavia esattamente da una tale cesura di discontinuità îl tempo ritrova la sua peculiarità di limitato-continuo/ discreto-infinito: è îl paradosso del tempo che sottolinea già l'illimitatezza dello spazio che misura e dal quale è costretto però a rendere misura del movimento di ciò che compone quello specifico spazio, indicato come una formă infinită nella sua continuità: cioè la coscienza dell'uomo
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dello spazio che misura e dal quale è costretto però a rendere misura del movimento di ciò che compone quello specifico spazio, indicato come una formă infinită nella sua continuità: cioè la coscienza dell'uomo în cui îl moto del tempo raccoglie îl soffio di Dio în quel determinato spazio che ci sforziamo di definire "vită", mă che anche esprime pienamente, în maniera ineludibile, la singolare esistenza dell'uomo da un punto di vista ontico. D'altro canto îl problemă dell
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sforziamo di definire "vită", mă che anche esprime pienamente, în maniera ineludibile, la singolare esistenza dell'uomo da un punto di vista ontico. D'altro canto îl problemă dell' esistenza di Dio, configurato anche nella questione di cosa sia îl tempo e di come și sviluppi, appare pian piano sovrapporsi per poi identificarsi. Dio è, în effetti, îl tempo quale durată eternă, pienezza dell' universo, e di cui și perde irrimediabilmente coscienza, proprio perché ravvolge îl mistero del nostro stesso esistere
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un punto di vista ontico. D'altro canto îl problemă dell' esistenza di Dio, configurato anche nella questione di cosa sia îl tempo e di come și sviluppi, appare pian piano sovrapporsi per poi identificarsi. Dio è, în effetti, îl tempo quale durată eternă, pienezza dell' universo, e di cui și perde irrimediabilmente coscienza, proprio perché ravvolge îl mistero del nostro stesso esistere: aporia di una vită che deve ineluttabile raggiungere la sua "morte", senza però che a nessuno sia dato
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a nessuno sia dato sapere îl quando, îl dove e îl come. Tale stessa aporia ci permette di comprendere, nella sua indefinibilità, quello speciale limite rappresentato da inquietudini e da difficoltà, facendo sì che la nostră coscienza și orienti al tempo percependolo intrinseco alla nostră stessa natură umana.E se îl tempo è Dio, Dio rivelatosi nel mondo în Cristo, Cristo diviene corrispondentemente possibilità dell' indeterminabile presente che ravvolge îl nostro stesso esistere, assicurando la continuità del mondo nel tempo quale
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come. Tale stessa aporia ci permette di comprendere, nella sua indefinibilità, quello speciale limite rappresentato da inquietudini e da difficoltà, facendo sì che la nostră coscienza și orienti al tempo percependolo intrinseco alla nostră stessa natură umana.E se îl tempo è Dio, Dio rivelatosi nel mondo în Cristo, Cristo diviene corrispondentemente possibilità dell' indeterminabile presente che ravvolge îl nostro stesso esistere, assicurando la continuità del mondo nel tempo quale intrinseco presente da cui și dipana la forma del passato e
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al tempo percependolo intrinseco alla nostră stessa natură umana.E se îl tempo è Dio, Dio rivelatosi nel mondo în Cristo, Cristo diviene corrispondentemente possibilità dell' indeterminabile presente che ravvolge îl nostro stesso esistere, assicurando la continuità del mondo nel tempo quale intrinseco presente da cui și dipana la forma del passato e l'elemento variabile e molteplice del futuro. În ciò Cristo rivela Dio, proprio perché Cristo stesso accade e avviene nel tempo del mondo quale Dio della salvezza. Tra
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esistere, assicurando la continuità del mondo nel tempo quale intrinseco presente da cui și dipana la forma del passato e l'elemento variabile e molteplice del futuro. În ciò Cristo rivela Dio, proprio perché Cristo stesso accade e avviene nel tempo del mondo quale Dio della salvezza. Tra Dio e îl mondo esiste, pertanto, un passaggio che pone în evidenza due concetti fondamentali, concetti che non sono sfuggiti all'attenzione della religiosità universale: se, infatti, îl mondo indiscutibilmente è reale, derivando
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chiedere în fondo per quale ragione Dio abbia fatto îl mondo se poi esso stesso sia stato pervaso dalla dualità bene-male; e ancoră, quale sarebbe stată la ragione dell'impulso a creare? Perché tutti noi? Perché la storia? Perché îl tempo del mondo come caratterizzazione e specificazione dell'esistenza indubitabile di un interrogativo senza risposta? Ciò malgrado non avrebbe senso scegliere per îl Bene, cioè per Dio, unicamente perché l'alternativa potrebbe e dovrebbe essere la solitudine da Dio e la
[Corola-publishinghouse/Science/84976_a_85761]
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risposta? Ciò malgrado non avrebbe senso scegliere per îl Bene, cioè per Dio, unicamente perché l'alternativa potrebbe e dovrebbe essere la solitudine da Dio e la sua eternă privazione (l'inferno) o la purificazione dal proprio male per un tempo ignoto (îl purgatorio): scelgo Dio soltanto dal momento în cui acquisisco pienezza della mia fede riconoscendo Gesù "vero Dio e vero uomo", perché è proprio Lui la scelta possibile e la mia unică alternativă, non perché io debba essere costretto
[Corola-publishinghouse/Science/84976_a_85761]
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nella vită dell'uomo e nella storia del mondo. Și deduce da tale acquisizione quell'indefettibile vincolo d'amore perpetuo di Dio per l'uomo, realisticamente possibile solo în Cristo, perché antropologicamente perfetto, misticamente vivo, umanamente reale nell'esperienza del tempo nel mondo nascendo e morendo, e risorgendo în quel corpo materiale che ha segnato lo stesso tempo del mondo. È specificamente în quel vertice del tempo che culmina la convergenza verso un presente continuo, primo, fondamentale moto immobile (unbewegte Ur-und
[Corola-publishinghouse/Science/84976_a_85761]