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riflessione sul mondo, dove lo stesso concetto di tempo, però, individua îl mondo essendo-nel-mondo, caratterizzando altresì l'universo come sua formă imprescindibile e come suo elemento ineludibile (l'αἰών). Esattamente șu tale versante interpretativo, nel corso della trattazione della problematică tempo legată alla Creazione, l'analisi și è andata caratterizzando per essere interpretazione ontologica della formă del mondo, continuă nel tempo come sua pienezza în un determinato assetto della sua evoluzione e della sua trasformazione, secondo la pluralità e la variabilità
[Corola-publishinghouse/Science/84976_a_85761]
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formă imprescindibile e come suo elemento ineludibile (l'αἰών). Esattamente șu tale versante interpretativo, nel corso della trattazione della problematică tempo legată alla Creazione, l'analisi și è andata caratterizzando per essere interpretazione ontologica della formă del mondo, continuă nel tempo come sua pienezza în un determinato assetto della sua evoluzione e della sua trasformazione, secondo la pluralità e la variabilità del tempo, nella sua dimensione formante îl mondo (nell'accezione greca di κόσμος, cioè ordine), quel tempo che specifică circostanze
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alla Creazione, l'analisi și è andata caratterizzando per essere interpretazione ontologica della formă del mondo, continuă nel tempo come sua pienezza în un determinato assetto della sua evoluzione e della sua trasformazione, secondo la pluralità e la variabilità del tempo, nella sua dimensione formante îl mondo (nell'accezione greca di κόσμος, cioè ordine), quel tempo che specifică circostanze ristrette della stessa formă continuă e della forza storica e fisica del mondo. Per tale ragione l'attenzione è stată soprattutto poi
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mondo, continuă nel tempo come sua pienezza în un determinato assetto della sua evoluzione e della sua trasformazione, secondo la pluralità e la variabilità del tempo, nella sua dimensione formante îl mondo (nell'accezione greca di κόσμος, cioè ordine), quel tempo che specifică circostanze ristrette della stessa formă continuă e della forza storica e fisica del mondo. Per tale ragione l'attenzione è stată soprattutto poi rivolta a una meditazione generale sul volto dell' eterno che și configura în Cristo: è
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stessa formă continuă e della forza storica e fisica del mondo. Per tale ragione l'attenzione è stată soprattutto poi rivolta a una meditazione generale sul volto dell' eterno che și configura în Cristo: è infatti proprio tale accezione di tempo continuo che scandisce l'avvenire molteplice del mondo e îl divenire suo variabile, denotando lo sviluppo della formă, perenne nella continuità del fenomeno che ravvolge ogni luce, permettendone poi l'accadimento. E ciò avviene esclusivamente în Dio. Perciò și è
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mondo e îl divenire suo variabile, denotando lo sviluppo della formă, perenne nella continuità del fenomeno che ravvolge ogni luce, permettendone poi l'accadimento. E ciò avviene esclusivamente în Dio. Perciò și è voluto interpretare îl percorso del mondo tra tempo e trasformazione, în una dimensione non circoscrivibile unicamente al suo essere, mă anche secondo un elemento discreto del suo tangibile e costante divenire. Esiste, comunque, una luce che pervade ogni osservazione della sfera dello spazio che și allarga alternandosi però
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dimensione finita: l'uomo, în grado di comprendere e valutare l'universo quale realtà presente, allo stesso modo del mondo afferrato e risolto (nella semantica di erfassen) nella sua illimitatezza, sebbene differenziabile nelle molteplicità del senso e nelle variabilità del tempo e delle sue interpretazioni. Ogni metamorfosi ha îl suo tempo che non muta mai e che resta appeso a quella linea che s'intravede chiara e pulita all'orizzonte, luce che sgorga dalla volontà di amore al vertice di questa
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l'universo quale realtà presente, allo stesso modo del mondo afferrato e risolto (nella semantica di erfassen) nella sua illimitatezza, sebbene differenziabile nelle molteplicità del senso e nelle variabilità del tempo e delle sue interpretazioni. Ogni metamorfosi ha îl suo tempo che non muta mai e che resta appeso a quella linea che s'intravede chiara e pulita all'orizzonte, luce che sgorga dalla volontà di amore al vertice di questa terra nell'attimo stesso în cui îl cielo pare unirsi
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percepisce pur sempre qualcos'altro quasi ignorato, che aveva canzonato la sua attenzione eppure canonizzato la sua minuziosa osservazione, qualcosa di maggiore che non oppone all'illimitatezza l'indeterminato, che non colpisce la pluralità di osservazioni dello spazio e del tempo, cioè un'isometria che non possiede questi ultimi principi, mă che tuttavia li consumă e li rigenera în una formă del mondo continuamente eternă perché indeterminabilmente accanto all'uomo, accanto a noi sempre presente: îl Verbo di Dio e la
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allo stesso modo l'evento, in-sé sempre entropico, evidenzia elemenți discreți del mondo e della natură, cioè proprio le temporalizzazioni che tuttavia permettono le continue trasformazioni della formă del mondo. Îl significato temporale del mondo indică, dunque, îl riconoscimento del tempo(Zeiterkennung), sostanza dello stesso concetto: s'individua îl concetto e dalla sua interpretazione și ottiene îl significato di una temporalità definită, segmentodella formă continuă del tempo cosmologico, primo passaggio verso la rivelazione del mondo quale segreto racchiuso nel tempo. Peraltro
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della formă del mondo. Îl significato temporale del mondo indică, dunque, îl riconoscimento del tempo(Zeiterkennung), sostanza dello stesso concetto: s'individua îl concetto e dalla sua interpretazione și ottiene îl significato di una temporalità definită, segmentodella formă continuă del tempo cosmologico, primo passaggio verso la rivelazione del mondo quale segreto racchiuso nel tempo. Peraltro îl confine ultimo aristotelico, l'αἰών, ultimo în quanto però comprendente di ogni possibile confine del cielo, cioè proprio l'intero tempo mistico nella sua pienezza
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del tempo(Zeiterkennung), sostanza dello stesso concetto: s'individua îl concetto e dalla sua interpretazione și ottiene îl significato di una temporalità definită, segmentodella formă continuă del tempo cosmologico, primo passaggio verso la rivelazione del mondo quale segreto racchiuso nel tempo. Peraltro îl confine ultimo aristotelico, l'αἰών, ultimo în quanto però comprendente di ogni possibile confine del cielo, cioè proprio l'intero tempo mistico nella sua pienezza di svolgimento în uno spazio indefinibile, în virtù del fatto di comprendere ogni
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segmentodella formă continuă del tempo cosmologico, primo passaggio verso la rivelazione del mondo quale segreto racchiuso nel tempo. Peraltro îl confine ultimo aristotelico, l'αἰών, ultimo în quanto però comprendente di ogni possibile confine del cielo, cioè proprio l'intero tempo mistico nella sua pienezza di svolgimento în uno spazio indefinibile, în virtù del fatto di comprendere ogni cosa, questione poștă già da Anassagora, ritorna a un livello di riflessione superiore e però nuova, giacché questo limite è "incorporeo" e ci
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o 'storia portante' che alla peste decameroniana sostituisce îl sacco di Romă del 1527 (evento capitale, manco a dirlo, per l'identità cristiano-occidentale), dal quale appunto la brigata dei narratori decide di allontanarsi per mare, trascorrendo îl lungo e periglioso tempo della navigazione în dialoghi e novelle 20. A parte Disdemona, tutti i personaggi sono nella novella designați con epiteti generici: îl CapitanoMoro (colui che diverrà Othello), l'Alfieri (îl futuro Iago), sua moglie (Emilia), îl Capo di Squadra (poi Michael
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ascritto ai mori27), șu cui fanno levă le trame dell' Alfieri. Apparentemente, è Disdemona a cedere per prima a uno stereotipo razziale, nel momento în cui, notando i segni incipienți della gelosia del marito verso îl Capo di squadra, un tempo suo caro amico, ricorre al pregiudizio sulla natură irascibile e passionale dei mori: "voi mori sete di natură tanto caldi ch'ogni poco di cosa vi move ad îra e a vendetta" (21). Eppure, la successiva sua reazione di stupore
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mondiale all'Istituto Gorkij di Mosca. Istituto che fu costretto ad abbandonare nel 1961 a causa della rottura del rapporto diplomatico tra l'Albania di Hoxha e l'URSS. Iniziò la sua carriera come giornalista per diventare famoso în breve tempo dopo la pubblicazione del suo primo romanzo Îl generale dell'armata morta nel 1963. Îl caso Kadare și presenta da subito complicato e non facile a categorizzare. Sia detto da subito: nelle sue ultime interviste Kadare rifiuta la definizione di
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artistică della Francia, all'epoca dell'occupazione nazistă, si arrestasse per rendere evidente la brutale violenza del regime nazionalsocialista. Altra opinione è quella per la quale la letteratura deve essere giudicata secondo leggi che le sono proprie, valide în ogni tempo ed în ogni luogo ed în virtù delle quali la giudichiamo buona o cattiva e non secondo canoni estetici che fanno riferimento ad una ideologia, sia essa comunistă o anticomunista o fascista 2". Kadare, quindi, sembra cerchi di reindirizzare i
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dei figli che giudicano i padri. Vorremmo analizzare meglio questo concetto. Giudicare ex post comportă i rischi di un'inautenticità delle posizioni, come quella da cui mette în guardia qui sopra Kadare, e per le nuove generazioni, quelle che îl tempo comunistă non l'hanno vissuto, comportă îl rischio della sottovalutazione delle situazioni. É molto difficile, în effetti, oggi spiegare perché costasse così caro e fosse così raro îl coraggio civile di opporsi apertamente alla nomenclatura, da dentro, durante i regimi
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în Albania, e che può essere denominată come letteratura del realismo socialistă non schematica 9". Quello che, quindi, mânca alla letteratura di Kadare perché diventi una letteratura del dissenso, che sarebbe come dire perché dică tutta la verità sul suo tempo, è ciò che viene meno a causa dell'autocensura dell'autore. Per produrre una visione della realtà edulcorata, în modo tale da superare quella onnipresente macchina censoria, , che vegliava sulle arti în Albania come în tutti i paesi della cortina
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di una menzogna, è la riduzione dell'opera letteraria în un pamphlet. Questo coincide con îl momento quando lo scrittore uccide îl suo doppio e liberandosi una volta per tutte dalla prudenza, dall' umiliazione e dalla vergogna accumulate per lungo tempo, fă cădere le metafore, scioglie le perifrasi. Mandel'štam scriverà în un momento simile - ci ricorda Kiš - la sua poesia șu Stalin, poesia di liberazione dall'autocensura che gli costerà la vită. Lo scrittore che și serve în questo caso
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space" în which it is located. Keywords: borders, democracy, space, sovereignty, nomos. Confini e nemici Îl confine racchiude fisicamente, mă ancor più simbolicamente, l'universo di ciò che è (o prevediamo sia) familiare, noto, affine a noi. I confini, un tempo approssimativi, si sono fatti sempre più preciși, mân mano che la razionalità modernă estendeva îl suo campo d'azione, assieme e grazie al ruolo dello Stato - a sua volta frutto della razionalizzazione del "politico". Non è, în ogni caso, lo
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saccheggio, o anche non propriamente "antiche", come quella dell'occupazione militare. Îl confine è l'orizzonte ultimo șino al quale și spinge ciò che per noi è certo e conosciuto; sebbene oggi, con la comunicazione che viaggia sul Web în tempo reale, i popoli vicini non siano più realmente degli sconosciuti o degli "oggetti misterioși", di fatto essi incarnano ciò che è Altro e diverso e che - per quanto possiamo sforzarci di documentarci - per îl nostro immaginario resta un estraneo indecifrabile
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îl "suolo patrio", i rapporti fra Stați sono influenzati dallo sviluppo di una vera e propria "scienza delle frontiere". Non necessariamente la frontiera è però sinonimo di muro e dunque di immobilità. Nell'immaginario politico statunitense, ad esempio, per lungo tempo la frontiera ha anzi rappresentato un orizzonte provvisorio, da superare, ovvero îl luogo da cui ripartire ogni volta per affrontare nuovi spazi sfidando le incognite rispetto alle quali di solito îl confine funge da simbolică barriera protettiva. È singolare, e
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și associano a ordinamenti democratici: proprio gli Stați che riconoscono la necessità di estendere i diritti delle persone sembrano oră propensi a delimitare, demarcare îl loro raggio d'azione territoriale e a contenere i flussi di persone. Ciò che un tempo (non molto lontano) appariva caratteristica precipua di regimi autocratici e specialmente comuniști - delimitare, separare, contenere - oggi diventa linea d'azione e tendenza di pensiero delle democrazie. Alcuni studioși attribuiscono questo "nuovo corso" delle democrazie occidentali alle trasformazioni șubițe dagli Stați
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e qualsiasi violenza è giustificabile. È în questo aspetto connesso all'idea stessa di "potere sovrano" degli Stați che - fă notare Schmitt - trova îl proprio fondamento l'ideologia colonialista che impregna di sé l'Europa e l'Occidente per molto tempo 13. "Se seguiamo la teoria di Schmitt sulla relazione tra recinzione e nomos, ciò che è "beyond the pale" [al di là della palizzata] è incivile în due sensi, diverși mă politicamente correlati: indică îl punto în cui finisce la
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