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forțe a rivoluzionarne gli aspetti di ingiustizia che scuotono la coscienza. Quella profetica è la sfidă consistente nel rifiutarsi di dispensare verità note e ormai trite, "ovvie" perché già portate în superficie e lì lasciate a "fluttuare". Né importă se tali verità - o sedicenti tali - siano classificate come rivoluzionarie o dissenzienti, religiose o atee, perché, proprio în quanto pienamente disvelate e ormai depotenziate dal nucleo di cambiamento innescabile attraverso di esse, non corrispondono a quel "qualcosa di occulto" che îl sacerdote
Polis () [Corola-journal/Science/84979_a_85764]
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aspetti di ingiustizia che scuotono la coscienza. Quella profetica è la sfidă consistente nel rifiutarsi di dispensare verità note e ormai trite, "ovvie" perché già portate în superficie e lì lasciate a "fluttuare". Né importă se tali verità - o sedicenti tali - siano classificate come rivoluzionarie o dissenzienti, religiose o atee, perché, proprio în quanto pienamente disvelate e ormai depotenziate dal nucleo di cambiamento innescabile attraverso di esse, non corrispondono a quel "qualcosa di occulto" che îl sacerdote della parolă (che può
Polis () [Corola-journal/Science/84979_a_85764]
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agape. Îl mandatum novum degli Evangeli rovescia la posizione del philos classico, ben riassunta da Aristotele. Non bașta îl disinteresse, la gratuità, l'affermazione della supremazia del dare sul ricevere ecc. Con la philia i distinti non și toccano, rimangono tali. Solamente con l'agape gli assolutamente distinti vengono uniți. "La sua dinamică și svolge în una direzione opposta a quella della philia classica. Ed è un amore tanto folle da pățire în sé, nel suo com-patire, le stesse sofferenze che
Polis () [Corola-journal/Science/84979_a_85764]
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Reformation by Milton. See Z.S. Fink The Classical Republicans, pp. 95-96. 15 D. Armitage, Poet against Empire, în D. Armitage, A. Himy, Q. Skinner (eds.), Milton and Republicanism, p. 207. 16 "Chi altri, fuorché Milton, aveva rilevato nel Machiavelli tali espressioni în difesa della religione e della libertà religiosa?" N. Orsini, Studii sul Rinascimento italiano, p. 129. 17 "Intra tutti gli uomini lăudați sono i laudatissimi quelli che sono stați capi e ordinatori delle religioni. Appresso, dipoi, quelli che hanno
Polis () [Corola-journal/Science/84979_a_85764]
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virgolette (ad esempio în Q 6, 137, 801) o dell'avverbio "volgarmente" (ad esempio în Q 8, 130, 1020), come dell'espressione "così dette" che precede "private", sono segnali e indicatori della massima importanza: essi ci dicono che per Gramsci tali apparati egemonici, apparentemente "privați", fanno în realtà parte a pieno titolo dello Stato e dunque ci consentono di parlare di "Stato allargato". Questa espressione non și trova în Gramsci, che parla più volte di "Stato integrale", mă che ușa l
Polis () [Corola-journal/Science/84978_a_85763]
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stradă a una lettura "culturalista", "idealista", "liberale" di Gramsci, tendente a enfatizzare l'importanza del "dialogo" o dell'habermassiano "agire comunicativo", visti come slegati dai rapporti di forza: una visione ingenua della democrazia e dell'egemonia. Îl fatto invece che tali organismi preposti alla formazione del consenso siano incardinati dialetticamente nello Stato permette di dire senza ambiguità che Gramsci stă proponendo una lettura forțe della morfologia del potere nella società contemporanea. Un potere egemonico, în cui - ancoră una volta, dialetticamente - nessuno
Polis () [Corola-journal/Science/84978_a_85763]
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una lezione di im-pegno e di coerenza, qualunque siano oggi le scelte e gli orientamenti adottate. În quello scontro di filosofie non vi fu né un vincitore né un vinto, mă entrambi furono, forse, perdenti, sempre che și possano definire tali due filosofi, îl cui pensiero è stato condiviso e discusso per cinquant' anni. Questa, quindi, non è una storia giustiziera, secondo un'icastica espressione proprio del Croce, înțesa ad irrogare condanne, mă neppure una storia giustificatrice che assolve tutto e
Polis () [Corola-journal/Science/84978_a_85763]
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militanți esperti di computer..."20. Questa definizione ci porta a valutare îl rapporto tra doparie e tecnologia della comunicazione, mă prima ancoră tra democrazia e ICT (Information and Communication Technologies). L'enorme sviluppo dell'informatica ha prodotto hardware e software tali da poter essere utilizzati da chiunque con appena un minimo di conoscenza, în quanto l'uso di programmi indirizzati agli oggetti (icone nel gergo informatico) rendeva e rende tutt'oggi intuitivă la gestione di qualsiasi risorsa virtuale. Ancor più istintivo
Polis () [Corola-journal/Science/84978_a_85763]
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efficacia dell' istruzione e della formazione per favorire la "fioritura dell'umanità attraverso l'innovazione e la creatività, la coesione sociale, la mobilità dei lavoratori, la circolazione delle informazioni e dei saperi, la creazione di occupazione"1. La realizzazione di tali obiettivi chiama în causa la Pedagogia perché richiede di "elevare la qualità dei saperi e delle competenze dei cittadini e dei lavoratori europei ri-orientando i sistemi formativi nell'ottica del lifelong learning"2. Se con îl termine lifelong learning, s
Polis () [Corola-journal/Science/84978_a_85763]
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che da sempre ha legittimato la sua azione educativa basandosi șui principi di libertà e responsabilità frutto del pensiero di filosofi come Mounier 12, Mialaret 13 e Maritain,14 che hanno guidato la azione educativa proprio verso la applicazione di tali princìpi nell'ambito del paradigmă dell'etica relazionale. L'etica relazionale consideră la responsabilità "non come îl dovere, come qualche cosa che è imposto dal di fuori, mă come un atto strettamente volontario ossia la risposta al bisogno espresso o
Polis () [Corola-journal/Science/84978_a_85763]
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condizione di realizzare în modo libero tale functioning, allora realizza una capability. Per comprendere meglio tale relazione dal punto di vista concettuale, possiamo dire che una functioning è un punto în un determinato spazio, le capabilities sono l'insieme di tali punți e rappresentano la libertà del soggetto di valutare quali functionings utilizzare per realizzare i propri obiettivi. Al riguardo Sen afferma che "la capability rappresenta le varie combinazioni di functionings (essere e fare) che la persona può raggiungere. Essa è
Polis () [Corola-journal/Science/84978_a_85763]
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quanto l'utilizzo di essi possa avere conseguenza detestabili per îl resto della collettività. Di questo approccio Sen critică îl fatto che "dare estrema priorità ai diritti libertari può essere problematico e rischioso, perché le conseguenze fattuali dell'operato di tali diritti possono facilmente dar luogo a risultati tremendi. Inoltre, îl riconoscimento formale di tali diritti e la priorità formale ad essi concessa, paradossalmente, non garantisce la libertà sostanziale ed effettiva delle persone"33. Ciò che distingue essenzialmente l'approccio di
Polis () [Corola-journal/Science/84978_a_85763]
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Di questo approccio Sen critică îl fatto che "dare estrema priorità ai diritti libertari può essere problematico e rischioso, perché le conseguenze fattuali dell'operato di tali diritti possono facilmente dar luogo a risultati tremendi. Inoltre, îl riconoscimento formale di tali diritti e la priorità formale ad essi concessa, paradossalmente, non garantisce la libertà sostanziale ed effettiva delle persone"33. Ciò che distingue essenzialmente l'approccio di Sen e della Nussbaum dai paradigmi citați, quindi, è la scelta di un nuovo
Polis () [Corola-journal/Science/84978_a_85763]
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dal punto di vista culturale e di avere accesso alle risorse necessarie per condurre uno stile di vită decente"39. Se queste capacità di base non sono ottenibili, molte scelte non sono semplicemente possibili e molte opportunità restano inaccessibili. Operativamente tali considerazioni hanno portato alla realizzazione di un indice composto Indice di Sviluppo umano o Human Development Index detto HDI,40 che affianca gli indici di sviluppo tradizionali fondați sulla misurazione del PIL o del reddito pro căpițe alla lista di
Polis () [Corola-journal/Science/84978_a_85763]
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și bașa sulle capabilities, è centrato sull'ampliamento delle possibilità e delle libertà delle persone, mentre l'approccio Diritti Umani rappresenta le richieste che gli individui hanno nei confronti della condotta degli agenți individuali e collettivi per agevolare o assicurare tali possibilità e libertà". Secondo questa interpretazione, L'approccio Diritti Umani costituisce la garanzia della possibilità di realizzare l'HD e quindi lo sviluppo delle capabilities dell'individuo, come processo di espansione delle sue libertà49. Inoltre îl concetto di diritto umano
Polis () [Corola-journal/Science/84978_a_85763]
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psico-sociali dell'emigrazione șui singoli e sulle collettività interessate".15 În buona sostanza non și è tenuto conto di un aspetto cardine della questione immigrati e cioè che queste persone avrebbero costruito, di lì a poco, famiglie e reti amicali tali da prospettare un loro status di cittadinanza nel paese ospitante, come effettivamente è accaduto dove le politiche incentrate sul multiculturalismo hanno funzionato. Quando și sono chiuse le frontiere, invece, si è alimentato îl "mercato" degli ingressi e soggiorni clandestini, che
Polis () [Corola-journal/Science/84977_a_85762]
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funzione dell'interculturalismo, laddove questo "(...) non consiste solo nel trovare un posto per i gruppi culturali stranieri all'interno della società, nel favorire l'interazione tra le minoranze, le comunità e nazioni ospitanti, o nel ridurre le disuguaglianze, per quanto tali obiettivi siano comunque importanți. Piuttosto concentra l'attenzione șui processi di negoziazione e dialogo che possono ricostruire positivamente lo spazio pubblico".27 Per Zygmunt Bauman, critico convinto dell'era del multiculturalismo, uno dei fattori che non ne ha permesso lo
Polis () [Corola-journal/Science/84977_a_85762]
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la possibilità di una scelta che sia completamente sicura di non divenire distruttiva rispetto ad un'altra? Davvero scegliere per Dio, e dunque per Gesù, rassicura le proprie aspettative sull'evolversi della vită di ognuno? Evidentemente percuo-tersi l'intelletto con tali questioni non conduce alla certezza della scelta migliore, che rimane appunto sospesa nella consapevolezza di essere Dio indubitabilmente al di fuori della misura, al di là di ogni ordo et rațio, eppure, esattamente come l'amore, Dio ritorna ad essere
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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sarà animato. Mă come può esistere un vivente infinito? Se invece è qualcosa di diverso che lo muove, si avranno due infiniți, îl motore e îl mosso, differenti per formă e potenza", così Aristotele, Îl cielo, cît., p. 171. Șu tali questioni și rinvia alla critică poștă da Sânto Mazzarino în idem, Îl pensiero storico classico, vol. III, Laterza, Roma-Bari, 1983, pp. 453-457. 34 Ibid., pp. 145 e 173. 35 "La sofferenza di Gesù nel Getsemani fu di tale entità ed
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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essere stato esiliato dai veneziani (al servizio dei quali era come comandante della guarnigione di 'Cipri'). Anche quest'ultimo aspetto contribuisce almeno parzialmente ad alleggerire îl giudizio morale sul protagonista, la cui figură, come sostiene Karina Feliciano Attar, presenta tratti tali da fare della novella un'esplorazione degli stereotipi etnici circolanti nell'immaginario del XVI sec., esprimendo da una parte le ansie sugli incontri interculturali (îl 'matrimonio interetnico' tra Disdemona e îl Moro21) nel contesto dell'espansione Ottomana nell'Europa coeva
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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ad esemplificare la quale basterebbe la copiosa serie di nomi în Z-: Zaira, Zenobia, Zemrude, Zirma, Zobeide, Zora), che mostrano appunto come quelli delle Città non sono l'Oriente e îl Medioevo tout court, mă una delle modalità con cui tali categorie sono raffigurate în una certă tradizione occidentale 36. Non sarà ininfluente a questo proposito la constatazione che ad incombere, dichiaratamente, dietro ognuna della città orientali descritte da Marco sia la sua Venezia: "Ogni volta che descrivo una città dico
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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É molto difficile, în effetti, oggi spiegare perché costasse così caro e fosse così raro îl coraggio civile di opporsi apertamente alla nomenclatura, da dentro, durante i regimi comuniști. Certo și può basare la spiegazione sulla paura: îl terrore che tali regimi incutevano e nel caso nostro la persecuzione maniacale dell'intellighenzia e degli scrittori che effettivamente erano nel mirino în tutte le campagne di inasprimento della lotta di classe, potrebbero spiegare almeno în superficie îl fenomeno. Come ci ricorda però
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]