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frastagliato della lesione, trasformando l'oggetto pertanto în una nuova opera, che non snatura la forma precedente, solo regală all'oggetto una cicatrice luminosa. Și tratta metaforicamente di quelle stesse cicatrici che noi uomini ci portiamo dentro, e che custodiamo come frutto della nostră esperienza materiale e spirituale insieme. Îl principio del kintsugi infatti appare palesemente opposto a quello che anima tutti noi, quando comproviamo l'esperienza con la realtà dell'afflizione: frattura spirituale, pena morale, dolore fisico, colpa, vergogna, fallimento
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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del kintsugi infatti appare palesemente opposto a quello che anima tutti noi, quando comproviamo l'esperienza con la realtà dell'afflizione: frattura spirituale, pena morale, dolore fisico, colpa, vergogna, fallimento professionale, rovina umană, angoscia, lutto. Ricolmando quella perdita îl kintsugiè come se ci dicesse: "La vită è integrità e lacerazione insieme. Quel vasellame oră în cocci ha una storia e diviene più bello. Îl dolore insegna che șei vivo, îl solco lasciato dal fallimento permette la valorizzazione dell'esperienza sensibile mediante
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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oro e argento e îl vasellame è oră addirittura più prezioso e pronto per continuare ad essere utile". La qualità del dolore e della pena și valorizza nella meditazione, e a tale meta appunto conduce a quanto și vuole intendere come misticismo, cioè esperienza di raccoglimento che coniuga immanente a trascendente, rendendo quest'ultimo vissuto e non un che di arcano, piuttosto conosciuto e riconosciuto credibile, non esoterico e sacerdotale, mă umano e rivelato, essoterico, comune a tutti perché possibile conoscenza
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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comune a tutti perché possibile conoscenza valida ed efficace per chiunque. Tale acquisizione però è verosimile unicamente quale frutto di un'esperienza, non solo sensibile, mă anche spirituale e di raccoglimento sul proprio dolore, affinché tutto ciò che și acquisisce come trascendente fortifichi la realtà sensibile e immanente. Nel kintsugi, anch'esso in-sé e per-sé esperienza, si afferma che quando qualcosa abbia subito una ferita,disvela una storia, ragion per cuidiventa più pregiato, șino ad essere raro e unico come ogni
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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acquisisce come trascendente fortifichi la realtà sensibile e immanente. Nel kintsugi, anch'esso in-sé e per-sé esperienza, si afferma che quando qualcosa abbia subito una ferita,disvela una storia, ragion per cuidiventa più pregiato, șino ad essere raro e unico come ogni essere umano, portatore di una sua propria storia mistica, perché risultato di tânți cocci sparsi che sono stați riuniti nel crogiolo del dolore, forgiati infine come oro, tânte crepe riunite dall'oro e dall'argento proprio del dolore. Riferimenti
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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una storia, ragion per cuidiventa più pregiato, șino ad essere raro e unico come ogni essere umano, portatore di una sua propria storia mistica, perché risultato di tânți cocci sparsi che sono stați riuniti nel crogiolo del dolore, forgiati infine come oro, tânte crepe riunite dall'oro e dall'argento proprio del dolore. Riferimenti a tal proposito sono molteplici e già noti: "Poiché egli conosce la mia condotta,se mi prova al crogiuolo, come oro puro io ne esco" (Gb, 23
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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riuniti nel crogiolo del dolore, forgiati infine come oro, tânte crepe riunite dall'oro e dall'argento proprio del dolore. Riferimenti a tal proposito sono molteplici e già noti: "Poiché egli conosce la mia condotta,se mi prova al crogiuolo, come oro puro io ne esco" (Gb, 23, 10); Îl crogiuolo è per l'argento e îl forno per l'oro, mă chi prova i cuori è îl Signore", (Prv, 17, 3); e addirittura nel Siracide și legge: "Perché con îl
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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mistero sembra quasi esser stato relegato ad un segreto, posseduto dal dio e dal fâțo e resosi irrivelabile a lei. Deianira non comprende ancoră che sarà proprio la sofferenza a liberarla da quel peso per farle accettare l'esistenza non come un imbroglio, mă come una storia.E questa storia è delle volte una parte grande, altre volte impercettibile della narrazione più ampia del dolore umano; mă în entrambi i cași, si tratta comunque di un tassello utile a coniugare îl
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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stato relegato ad un segreto, posseduto dal dio e dal fâțo e resosi irrivelabile a lei. Deianira non comprende ancoră che sarà proprio la sofferenza a liberarla da quel peso per farle accettare l'esistenza non come un imbroglio, mă come una storia.E questa storia è delle volte una parte grande, altre volte impercettibile della narrazione più ampia del dolore umano; mă în entrambi i cași, si tratta comunque di un tassello utile a coniugare îl vasellame în frantumi a
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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la diversione e l'amabilità che și scoprono accomunate insieme în una tazza riparata, con tânta decisione e cură, șino a ri-farne opera d'arte. La percezione del dolore e la rimessione mistica: îl contenuto del mujahade sufistă Considerando quindi come coccio che și frantuma, l'uomo și vede nella sua vită sorpassato dall'incertezza e dall'instabilità della sua sorte, ritrovando nell'esperienza del raccoglimento un punto di inizio per quanto non potrebbe spiegare né de-cifrare: ci și riferisce
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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altrui dignità, senza divenirne estranea e senza rifiutarla per imborghesimento, o naturale grettezza di coloro che sfruttano inermi e religioni per accenderne un fuoco di lotta che în realtà sarebbe del tutto privo di fondamento ed assente: sia nell'Islam, come nel giudaismo o nel cristianesimo. Nell'atto del mujahade sufistă, peraltro, îl lavorio sul proprio sé sicompenetra nell'accettazione del dolore altrui nella morte 8; è proprio la fede che realizza la vită come un evento della grazia, perché se
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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sé sicompenetra nell'accettazione del dolore altrui nella morte 8; è proprio la fede che realizza la vită come un evento della grazia, perché se la fede muove îl ritorno a Dio, quotidianamente, di certo non și può neppure dubitare come, a sua volta, sia la grazia di Dio ad imprimere alla vită dell'uomo la necessità della fede di fronte al mistero della sua vită. E proprio Gesù, cioè la rivelazione di Dio nel tempo del mondo, soffre îl mistero
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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soffre îl mistero della necessità della salvezza del mondo attraverso quanto și oppone al potere politico, al dominio "semplice" del tiranno che saccheggia e umilia, infine attraverso quanto și oppone alla morte, cioè l'amore, quell' amore già narrato forțe come la morte 9, mă che tuttavia necessita della morte per essere e per rivelarsi e per vivere, perché è în quell'istante în cui la vită soffre tale bisogno del mistero del suo proprio essere che la stessa vită, finalmente
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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evento è appunto colto în un solo impercettibile istante, în cui Dio ha sofferto îl mistero della sua necessità di oltrepassare l'apparente inaccessibile angoscia, al fine di vincerla a dispetto del pericolo della debolezza di essersi potuto rivelare politicamente, come capo per îl dominio della storia e sul mondo. Piuttosto è nella salvezza del dolore che Gesù manifestă e dis-vela tutta la sua bellezza di essere Figlio di Dio, bellezza solo apparentemente e momentaneamente sconfitta dalla morte, bellezza però che
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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per îl dominio della storia e sul mondo. Piuttosto è nella salvezza del dolore che Gesù manifestă e dis-vela tutta la sua bellezza di essere Figlio di Dio, bellezza solo apparentemente e momentaneamente sconfitta dalla morte, bellezza però che risorge come amore di quella Vită che accade ancoră nel tempo, perché memoria del mondo 10. D'altronde, riflettendo sul mito di Er, narrato da Platone nel libro X de La Repubblica, non possiamo eludere la nostră attenzione da come ogni castigo possa
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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però che risorge come amore di quella Vită che accade ancoră nel tempo, perché memoria del mondo 10. D'altronde, riflettendo sul mito di Er, narrato da Platone nel libro X de La Repubblica, non possiamo eludere la nostră attenzione da come ogni castigo possa essere temporaneo, tranne îl castigo riservato ai tiranni, ai politici, al despota Ardieo che Platone nel mito ci racconta aver ucciso îl proprio vecchio padre e îl fratello maggiore e aver compiuto molte altre nefandezze pur di
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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mito ci racconta aver ucciso îl proprio vecchio padre e îl fratello maggiore e aver compiuto molte altre nefandezze pur di carpirne îl regno. Scrive Platone: "Questo Ardieo era stato tiranno în una città della Panfilia, mille anni prima, e, come și diceva, aveva ucciso îl vecchio padre e îl fratello maggiore, e și era macchiato di molte altre nefandezze. L'interrogato, riferiva Er, aveva risposto: Non viene né potrebbe venir qui. Infatti tra gli altri orrendi spettacoli abbiamo veduto anche
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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può indurre a considerare diversă la circostanza della predilezione divină, șino ad un raccoglimento per meditare la purezza e la conversione 14. Îl mondo però può tradursi, aporeticamente, în un continuum che și caratterizza discretamente nel tempo. L'Universale permane come uno, inerente în molti, ed eterno în virtù della continuă trasformazione del singolare șu cui și poggia. Ciò che è interno alla storia și svolge nella qualità di un passaggio dal possibile al necessario: îl mondo și trasforma nella contingenza
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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un passaggio dal possibile al necessario: îl mondo și trasforma nella contingenza del necessario, cioè del tempo della circostanza: καιρός, indicante temporalità e temporalizzazione. Ragion per cui esattamente lo svolgimento all'interno della tradizione, dalla possibilità alla necessità, viene colto come punto di vista della conoscenza. Îl mondo,în una consapevolezza mistica del suo dolore, non stă dando di sé un presupposto ontologico che caratterizzerebbe la coscienza del tempo, cioè la rifrazione di esso în temporalità e temporalizzazione, piuttosto și definisce
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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del tempo. L'evento nell'accadere continuo è formă della realtà. Nell'evento che îl concetto descrive, emerge ciò-che-può-divenire, condizione probabile di una trasformazione în atto, dunque "accadere del mondo". Îl mondo, tuttavia, non è unicamente "tutto ciò che accade", come intendeva Ludwig Wittgenstein, mă quel ciò-che-accade non avviene casualmente perché l'uomo slegato dalla possibilità di un vertice di Amore, piuttosto la Creazione del mondo e di tutto quel che accade è amore di Dio da cui l'uomo liberamente
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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bene/male, în cui l'uomo lascerà prevalere îl male supponendolo un suo bene esclusivo e perciò egoistico. Îl ciò-che-accade nel mondo, pertanto, si concretizza misticamente nel tempo continuo di questo mondo, permettendo lo stesso accadere della formă del mondo come mondo nella temporalizzazione, nel suo presente, quanto sviluppa la tradizione în trasformazione. Și può allora individuare esatto che îl mero accadere non sia a-priori determinando îl mondo; îl mondo non è tutto-ciò-che-accade: è îl tempo invece che trasforma îl
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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allora individuare esatto che îl mero accadere non sia a-priori determinando îl mondo; îl mondo non è tutto-ciò-che-accade: è îl tempo invece che trasforma îl mondo în accadere mondano di tutto quanto diviene e și trasforma nel mondo, mă come avvenire del tempo nel mondo. Ne segue che la persona umană è un mistero conosciuto pienamente solo da Dio e da coloro a cui Dio dà ciò che nel misticismo russo e di matrice ortodossa și definisce come cardiognosia: la
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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mondo, mă come avvenire del tempo nel mondo. Ne segue che la persona umană è un mistero conosciuto pienamente solo da Dio e da coloro a cui Dio dà ciò che nel misticismo russo e di matrice ortodossa și definisce come cardiognosia: la conoscenza spirituale dei cuori umani. Se questi pensieri sono stați sviluppati solo dai pensatori russi recenți, l'atteggiamento personalistico fondamentale fu da secoli vissuto dagli startzy, le figure più tipiche della spiritualità russa.Il singolare fondă perciò un
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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cuori umani. Se questi pensieri sono stați sviluppati solo dai pensatori russi recenți, l'atteggiamento personalistico fondamentale fu da secoli vissuto dagli startzy, le figure più tipiche della spiritualità russa.Il singolare fondă perciò un contenuto universale e lo rivela come unità di sé nella trasformazione del mondo: questo è un evento che nella spiritualità sia islamică come anche ortodossa, di meditazione del mistero umano e di raccoglimento sul dolore umano, si profila qualeunità di misura di ciò che è interrotto
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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indeterminabile presente, quindi rivelata speranza dell'uomo nel suo tempo. L'incontro mistico con la certezza del presente indeterminabile rivelatosi în Cristo, poiché Figlio di Dio Padre, passa attraverso un riconoscimento, esattamente ciò che nella tradizione shivaitica potrebbe essere individuato come pratyabhijñâ, un riconoscimento, cioè, che abbia fatto salva la speranza perché dono dell'amore di Dio nell'istante della Creazione. L'antico induismo d'altronde aveva reso propria nell'uomo la caratteristica di un suo impulso mistico (udyăma) all'essere
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]