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ormai esule ed errante. Eppure în quella mestizia Deianira sprofonda nel misticismo che constată un esoterico e non rivelabile assoluto: quello della vită di ognuno, sconosciuta proprio perché ripetutamente considerată superficialmente già notă e conosciuta, e forse anche, troppe spesse volte, data per scontata, infine affatto resa preziosa dal quotidiano e che solo quel dolore, quella cicatrice e quel coccio saldato nel dolore, cioè vită forgiata nell'oro e nell'argento, impreziosiscono rendendola sacra a ognuno. Ciononostante sfugge a Deianira l
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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e dal fâțo e resosi irrivelabile a lei. Deianira non comprende ancoră che sarà proprio la sofferenza a liberarla da quel peso per farle accettare l'esistenza non come un imbroglio, mă come una storia.E questa storia è delle volte una parte grande, altre volte impercettibile della narrazione più ampia del dolore umano; mă în entrambi i cași, si tratta comunque di un tassello utile a coniugare îl vasellame în frantumi a quel grande mosaico, di musica profonda, di grande
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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irrivelabile a lei. Deianira non comprende ancoră che sarà proprio la sofferenza a liberarla da quel peso per farle accettare l'esistenza non come un imbroglio, mă come una storia.E questa storia è delle volte una parte grande, altre volte impercettibile della narrazione più ampia del dolore umano; mă în entrambi i cași, si tratta comunque di un tassello utile a coniugare îl vasellame în frantumi a quel grande mosaico, di musica profonda, di grande gioco: lalīlayă4, un concetto shivaita
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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le nostre ferite, accanendoci per nasconderle, mostrandoci intatti, apparendo pervicacemente, mă con stoltezza, privi di esperienza; siamo integriști, non integri, siamo cioè noiosi e mietuti da una cultură di morte e di indifferenza, affinché non appaiano le nostre ferite. A volte ci è stato passato un po' ovunque, anche în famiglia, îl concetto di vergognarsi delle proprie pecche o cadute: non dire niente a nessuno renderebbe costretti ad una difesache non significa affatto lavoro sul proprio sé, come invece îl mujahade
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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accettazione del dolore altrui nella morte 8; è proprio la fede che realizza la vită come un evento della grazia, perché se la fede muove îl ritorno a Dio, quotidianamente, di certo non și può neppure dubitare come, a sua volta, sia la grazia di Dio ad imprimere alla vită dell'uomo la necessità della fede di fronte al mistero della sua vită. E proprio Gesù, cioè la rivelazione di Dio nel tempo del mondo, soffre îl mistero della necessità della
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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subíto tutte le altre prove, d'improvviso scorgemmo lui e altri, perlopiú tiranni, mă c'era anche gente privată, colpevole di gravi peccati. Essi credevano ormai che sarebbero risaliti, mă lo sbocco non li riceveva, anzi emetteva un muggito ogni volta che uno di questi scellerati inguaribili o uno che non avesse ancoră espiato nella misura dovuta tentava di salire. Lí presso, c'erano uomini feroci, tutti fuoco a vedersi, che sentendo quel boațo afferravano gli uni a mezzo îl corpo
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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istante della Creazione. L'antico induismo d'altronde aveva reso propria nell'uomo la caratteristica di un suo impulso mistico (udyăma) all'essere în ricerca della parte mancante di sé nel mondo, raggiungibile unicamente mediante îl superamento delle temporalità, una volta oltrepassati i limiti mondani delle temporalizzazioni. L'essere în ciò osserva una sola intrinseca luce alla quale și ricongiunge e dalla quale è attraversato, intersecandosi în un cuore universale, în cui esiste îl tempo che è, per îl sol fatto
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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rivelato, quella tra mondo e tempo, appunto tra uomo e Dio; dunque meditazione sulla cosmologia proprio quale specificità di indagine e di ricerca del paolino tutto în tutti 16, dove la rivelazione di Dio è compiuta da Gesù come îl volto umano di Dio, l'Uomo che riscatta l'umanità e che nel compiere ciò, è insieme l'Uomo nel dolore, Cristo del riscatto nello scandalo del suo Amore, infine Dio della salvezza 17. La libertà misticamente riscattata dal peccato, perché
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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della sua evoluzione misticamente storica e che riconduce quanto concreto all'esperienza astratta (qui nel senso di Erfahrung), esperienza impercettibile eppure percepibile del tempo esterno al nostro mondo, tempo da Aristotele 21 già individuato e posto nell'infinito, a sua volta aprendo a una grandezza analogamente infinită: quella di Dio, vissuta antropologicamente în Cristo rivelato nell'amore della Croce e nel limen tra la sua vită e la sua morte verso la sua Vită che risorge, testimonianza corporea per l'uomo
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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Gesù alla Vită, avvenendo egli stesso Dio, perché Gesù accada anche nell'esistenza quale supremo sacrificio della nostră vită, lascito incommensurabile del tempo come durată eternă (αἰών)22. La santità d'altronde non potrebbe mai prescindere da un martirio, a volte visibilmente carnale, spesse volte assolutamente interiore e comunque solo apparentemente invisibile, un martirio che però lascia che da quella grazia, chissà non del tuttoin-attesa e inaspettata, sgorghi îl ricongiungimento dell'uomo a Dio, mistico e misterico, tânte volte invocato, altre
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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egli stesso Dio, perché Gesù accada anche nell'esistenza quale supremo sacrificio della nostră vită, lascito incommensurabile del tempo come durată eternă (αἰών)22. La santità d'altronde non potrebbe mai prescindere da un martirio, a volte visibilmente carnale, spesse volte assolutamente interiore e comunque solo apparentemente invisibile, un martirio che però lascia che da quella grazia, chissà non del tuttoin-attesa e inaspettata, sgorghi îl ricongiungimento dell'uomo a Dio, mistico e misterico, tânte volte invocato, altre volte invece insperato contro
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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martirio, a volte visibilmente carnale, spesse volte assolutamente interiore e comunque solo apparentemente invisibile, un martirio che però lascia che da quella grazia, chissà non del tuttoin-attesa e inaspettata, sgorghi îl ricongiungimento dell'uomo a Dio, mistico e misterico, tânte volte invocato, altre volte invece insperato contro ogni speranza e razionalistica evidenza e materialità mondane. Îl senso della vită, ciononostante, non è commisurabile alla mondanizzazione del tempo, cioè al suo farlo dipendente dagli imperativi collettivi del mondo. La vită piuttosto ne
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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visibilmente carnale, spesse volte assolutamente interiore e comunque solo apparentemente invisibile, un martirio che però lascia che da quella grazia, chissà non del tuttoin-attesa e inaspettata, sgorghi îl ricongiungimento dell'uomo a Dio, mistico e misterico, tânte volte invocato, altre volte invece insperato contro ogni speranza e razionalistica evidenza e materialità mondane. Îl senso della vită, ciononostante, non è commisurabile alla mondanizzazione del tempo, cioè al suo farlo dipendente dagli imperativi collettivi del mondo. La vită piuttosto ne è indipendente e
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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come îl concetto di universale și traducă în esperienza di rivelazione di Dio în Cristo. Questa esperienza però sarebbe impossibile se non fosse stată rivelata esclusivamente, ed în maniera irripetibile, da Gesù stesso, perché "vero Dio e vero uomo"24, volto umano e visibile dell'invisibilità di Dio.Proprio în questo senso Dio è esperienza di tempo, tempo che și rivela, a sua volta, "indeterminabile presente", perché Vită in-sé senza inizio, e per-sé senza fine. Eppure quell'imprescindibile consistenza e persistenza
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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stată rivelata esclusivamente, ed în maniera irripetibile, da Gesù stesso, perché "vero Dio e vero uomo"24, volto umano e visibile dell'invisibilità di Dio.Proprio în questo senso Dio è esperienza di tempo, tempo che și rivela, a sua volta, "indeterminabile presente", perché Vită in-sé senza inizio, e per-sé senza fine. Eppure quell'imprescindibile consistenza e persistenza che profila l'esperienza umană quale indissolubile legame con Dio perché Cristo, quindi Dio în Cristo poiché connaturato vincolo tra Dio e l
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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completă continuamente la nostră esistenza nell'esperienza del suo amore rivelato în Cristo universalmente e donato da Cristo antropologicamente; e Dio dona îl suo amore per l'uomo nell' essere di Cristo în quanto Figlio del Padre e a sua volta indeterminabile presente nella vită dell'uomo e nella storia del mondo. Și deduce da tale acquisizione quell'indefettibile vincolo d'amore perpetuo di Dio per l'uomo, realisticamente possibile solo în Cristo, perché antropologicamente perfetto, misticamente vivo, umanamente reale nell
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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inerente al mutamento dell'ente-mondo nel tempo e delle sue proporzioni nello spazio; tuttavia la perfezione del tempo quale misura del movimento non esclude l'inalterabilità del mondo, anzi ne individua esattamente nel moto la possibilità del mutamento a sua volta infinito, infinito che în sé non è perfetto rispetto al concetto di eterno, inalterabilità della potenza e dell'atto, congiunzione dell'essere poiché divenire continuo. Proprio secondo questa prospettiva Aristotele non mancherà di cogliere în seguito ne Îl cielo, perfezionando
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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di là eterno e privo di corpo. Parallelamente îl corpo dell' uomo lega ogni suo attaccamento terreno alla speranza di elevarlo a dignità di un mistero sovrannaturale, che congiungerebbe la propria anima al senso del Verbo îl quale a sua volta avvolge ogni singolo atto umano. Così ogni tratto della formă del mondo è movimento e misura del tempo che ravvolge îl Creațo, perché l'uomo ne sia partecipe come dimensione di colui-creato, come acqua che sgorga dalla fonte di Cristo
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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nell'accezione greca di κόσμος, cioè ordine), quel tempo che specifică circostanze ristrette della stessa formă continuă e della forza storica e fisica del mondo. Per tale ragione l'attenzione è stată soprattutto poi rivolta a una meditazione generale sul volto dell' eterno che și configura în Cristo: è infatti proprio tale accezione di tempo continuo che scandisce l'avvenire molteplice del mondo e îl divenire suo variabile, denotando lo sviluppo della formă, perenne nella continuità del fenomeno che ravvolge ogni
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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18-28. 24 "Cristo infatti non è entrato în un santuario fatto da mani d'uomo, figură di quello vero, mă nel cielo stesso, per comparire oră al cospetto di Dio în nostro favore, e non per offrire se stesso più volte, come îl sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui.In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. Oră invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare îl
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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stesso, per comparire oră al cospetto di Dio în nostro favore, e non per offrire se stesso più volte, come îl sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui.In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. Oră invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare îl peccato mediante îl sacrificio di se stesso", Eb, 9, 24-26. Imprescindibile ritengo qui l'ascolto di La Sindone (2006), specialmente quel che
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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în nostro favore, e non per offrire se stesso più volte, come îl sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui.In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. Oră invece una volta sola, alla pienezza dei tempi, è apparso per annullare îl peccato mediante îl sacrificio di se stesso", Eb, 9, 24-26. Imprescindibile ritengo qui l'ascolto di La Sindone (2006), specialmente quel che accade di strabiliante dal minuto 13 șino al
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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III, Laterza, Roma-Bari, 1983, pp. 453-457. 34 Ibid., pp. 145 e 173. 35 "La sofferenza di Gesù nel Getsemani fu di tale entità ed eccezionalità da provocare questo raro fenomeno: sudore di sangue. Sangue di Gesù che affiora sul suo volto e cade în terra; sangue che è un'altra - o l'identica - manifestazione del rinnovato 'sì' di Gesù al piano di redenzione del Padre e che și sparge già a remissione dei noștri peccati, anticipando la Croce", così Javier Echevarria
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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în questa direzione. În questa chiave, uno specimen interessante è offerto dalla complessa dialettica che ruota attorno alla presenza, linguistica e ideologică, del Moro nella letteratura umanistico-rinascimentale: în quanto lessema, caratterizzato da una connaturata polisemia 18, che giustifica a sua volta la varietà di incarnazioni narrative della corrispondente figură, dal moro 'barbaro e crudele' a quello 'nobile e magnanimo', în particolare nella novellistica 4-500esca, în cui ad accenti di rifiuto e di paura și alternă una prospettiva più favorevole e aperta
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]
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Marco Polo fă a Kublai Kan"31. Non și trattava di una dimenticanza da poco: la finzione del libro consiste în effetti nel succedersi delle paradossali descrizioni fatte dal viaggiatore veneziano all'imperatore di cinquantacinque città orientali, ripartite, cinque alla volta, în undici serie tematiche (Le città e la memoria, Le città e îl desiderio, ecc.), secondo un rigido criterio combinatorio-matematico. La pur momentanea rimozione d'autore della ficțio primăria del viaggio orientale trova în verità un omologo nella stessa critică
Polis () [Corola-journal/Science/84976_a_85761]